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    PARADOSSO OCCIDENTALE: SANZIONIAMO LA RUSSIA MA LE PAGHIAMO NOI LA GUERRA - LA QUANTITÀ DI COMBUSTIBILI FOSSILI CHE ARRIVANO IN EUROPA È DIMINUITA, MA NELLO STESSO TEMPO SONO AUMENTATI I PREZZI: E COSÌ VA A FINIRE CHE L'UNIONE EUROPEA NEI DUE PRIMI MESI DEL CONFLITTO HA VERSATO NELLE CASSE DI MOSCA 62 MILIARDI DI EURO, QUASI IL DOPPIO DI QUELLO CHE PAGAVA LO SCORSO ANNO PER LE ESPORTAZIONI RUSSE DI PETROLIO, GAS E CARBONE DALLE QUALI ANCORA DIPENDE...


     
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    Vittorio Sabadin per “Il Messaggero

     

    vladimir putin vladimir putin

    La Russia ha un prodotto interno lordo pari a quello del Texas, non in grado di finanziare a lungo una guerra. Ma a fornirle i soldi di cui ha bisogno nell'aggressione all'Ucraina è la stessa Unione Europea: nei due primi mesi del conflitto ha versato nelle casse di Mosca 62 miliardi di euro, quasi il doppio di quello che pagava lo scorso anno per le esportazioni russe di petrolio, gas e carbone dalle quali ancora dipende. È vero che, per effetto delle sanzioni, la quantità di combustibili fossili che arrivano in Europa è diminuita, ma nello stesso tempo sono aumentati i prezzi.

     

    gasdotto gasdotto

    Il Cremlino ha di fatto stretto l'Unione in una trappola: i volumi sono stati ridotti, ma l'impennata dei prezzi ha fatto in modo che la quantità di denaro inviata dall'Europa in Russia aumentasse.

     

    Nel 2021, secondo i dati elaborati dal Center for Research on Energy and Clean Air di Londra, le importazioni dalla Russia sono state pari a 140 miliardi di euro, circa 12 miliardi di euro al mese. Nei due mesi di guerra in Ucraina l'Europa ha invece pagato a Mosca 44 miliardi di euro, quasi il doppio.

     

    I DATI

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    Gazprom ha dichiarato per il 2021 utili netti per 27,6 miliardi di euro, in significativa crescita rispetto ai due miliardi dell'anno precedente. I ricavi sono stati pari a 131,4 miliardi di euro, in aumento del 62% rispetto al 2020, risultati mai raggiunti prima nella storia del gruppo.

     

    Le esportazioni di greggio verso porti esteri sono diminuite del 30% nelle prime tre settimane di aprile, ma mentre i governi europei cercano di far fronte alla carenza di combustibili fossili con piani di emergenza e fonti alternative, in Russia nemmeno si accorgono che qualcosa è cambiato.

     

    Vladimir Putin Vladimir Putin

    Ulteriori restrizioni aumenteranno ulteriormente i prezzi e Putin, per continuare la sua guerra, potrà contare comunque su un introito costante pagato dagli stessi paesi che forniscono aiuti all'Ucraina.

     

    «Le continue importazioni di energia ha detto al Guardian Lauri Myllyvirta, analista capo del Crea - sono la maggiore lacuna nelle sanzioni imposte alla Russia. Chi acquista questi combustibili fossili finisce con l'essere complice delle orrende violazioni del diritto internazionale perpetrate dall'esercito russo».

     

    Le principali compagnie come BP, Shell ed ExxonMobil hanno così continuato a commerciare con la Russia, e la Germania da sola ha pagato negli ultimi due mesi 9 miliardi di euro a Mosca per le importazioni di gas e combustibili. E la guerra va avanti grazie all'aiuto, su entrambi i fronti, dell'Occidente.

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