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    CI SIAMO PROTETTI DAL VIRUS INTOSSICANDO LA TERRA - MARINO NIOLA: “L'USO MASSICCIO DI MASCHERINE, GUANTI, DISINFETTANTI, TUTE, CONFEZIONI MONOUSO HA SCARICATO SUL PIANETA UN'ONDA ANOMALA DI SCORIE. LA PRODUZIONE DI QUESTI RIFIUTI SPECIALI HA TOCCATO PICCHI VERTIGINOSI CON AUMENTI FINO AL 500 PER CENTO RISPETTO AL PRE COVID. OLTRETUTTO IN MOLTI PAESI, PER ELIMINARE IL RISCHIO DI CONTAGIO SI È SCELTO DI BUTTARE TUTTO NEL SACCO NERO. COSÌ LA RACCOLTA DIFFERENZIATA È STATA SOSPESA PER INDIRIZZARE TUTTO IL MATERIALE VERSO L'INCENERIMENTO”


     
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    Marino Niola per “il Venerdì di Repubblica”

     

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    Il coronavirus fa male anche alla terra. E i suoi postumi oltre che sulla salute delle persone impattano su quella dell'ambiente. L'uso massiccio di mascherine, guanti, disinfettanti, tute, confezioni monouso ha scaricato sul pianeta un'onda anomala di scorie, spesso non riciclabili e potenzialmente contaminate.

     

    Lo dice Matteo Guidotti dell'Istituto di scienze e tecnologie chimiche Giulio Natta in un articolo uscito sull'Almanacco della Scienza del Cnr. La produzione di questi rifiuti speciali ha toccato picchi vertiginosi con aumenti fino al 500 per cento rispetto al pre Covid.

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    Oltretutto in molti Paesi, per eliminare il rischio di contagio si è scelto di "buttare tutto nel sacco nero". Così la raccolta differenziata è stata sospesa per indirizzare tutto il materiale verso l'incenerimento o, nei Paesi economicamente svantaggiati, verso discariche indifferenziate.

     

    Insomma, piove sul bagnato. Perché se il virus ha scaricato su di noi uno tsunami di monnezza, la superproduzione di scarti ingestibili che assediano le nostre città è da tempo una delle grandi emergenze di questo pianeta bulimico, che consuma più di quanto riesca a metabolizzare. E ad aggravare le cose ci si mette anche la disposofobia, la sindrome da accumulo compulsivo sempre più diffusa, studiata dalla nota neuropsichiatra Anna Lo Bue.

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    Quelli che ne soffrono si attaccano come cozze agli oggetti, indipendentemente dal loro valore. Risultato case piene di vecchi abiti, giornali, sacchetti, cornici, barattoli, scarpe, confezioni, scatole, perfino scontrini e avanzi di cibo. Con grave rischio per l'igiene e per la salute oltre che per lo svolgimento della vita quotidiana. Con l'effetto di trasformare la casa in una discarica. Un microcosmo inquinato che riflette l'inquinamento di quel macrocosmo malato che è il mondo. L'uno e l'altro sommersi dagli scarti di uno sviluppo insostenibile.

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