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    “PER IL PM SE NON URLI E CHIEDI AIUTO NON È STUPRO” – LA 22ENNE CHE HA DENUNCIATO DI ESSERE STATA STUPRATA CON UN’AMICA DA QUATTRO RAGAZZI CAMPANI IN COSTA SMERALDA SI SCAGLIA CONTRO LA PROCURA DI TEMPIO CHE VORREBBE ARCHIVIARE: “NESSUNO TIENE CONTO CHE ERAVAMO TERRORIZZATE DALLA PAURA. PROVO RABBIA E DELUSIONE PERCHÉ HO AVUTO L'IMPRESSIONE CHE NON SI VEDESSE L'ORA DI CHIUDERE IL CASO CHIEDENDO L'ARCHIVIAZIONE IN SOLI 11 MESI, MENTRE IL CASO DEL FIGLIO DI GRILLO È STATO ANALIZZATO PER QUASI 2 ANNI…”


     
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    Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera"

     

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    Aggredita, abusata e ora anche privata di un giusto processo, Giulia (nome di fantasia), 22 anni, ha scelto di parlare della propria storia.

    Era con un'amica quando nel luglio del 2019 quattro ragazzi originari della Campania la violentarono su una spiaggia della Sardegna. Il 14 settembre il giudice deciderà sul suo procedimento, la sua avvocatessa, Giovanna Porcu, ha annunciato che si opporrà all' archiviazione proposta dal pubblico ministero.

     

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    Giulia, in seguito alla sua denuncia si è aperta un' indagine della Procura di Tempio Pausania. Ha mai avuto il timore di qualche ritorsione?

    «Sì, uno dei primi stati d' animo è stato un senso di persecuzione. Temevo che avrebbero potuto reagire, magari mandando qualcuno per farmi del male o venire nella mia abitazione e vendicarsi in qualche modo. Fra l' altro continuavano a chiamare il mio numero di cellulare con l' anonimo, spaventandomi».

     

    Eppure lei non ha paura di affrontare un processo per il suo stupro?

    «Sì, ho paura e ansia: paura di quello che potrebbero dire gli avvocati dei ragazzi, di come cercherebbero di farmi passare, di farci passare agli occhi di un giudice. Ma, allo stesso tempo, si tratta di avere giustizia per una cosa che ha interferito con la mia condizione psicologica e quella della mia amica Maria (altro nome di fantasia, ndr )».

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    Ha rielaborato quello che le è accaduto?

    «All' inizio è stato quasi impossibile, ho avuto bisogno dell' aiuto di una psichiatra e di una psicoterapeuta e di una terapia farmacologica, medicine che tuttora continuo a prendere per evitare di compiere gesti estremi come è capitato in passato.

     

    La violenza è una cosa che un po' elabori e un po' non elaborerai mai, non puoi dimenticarla, non puoi smettere di sentirla o di riviverla tutti i giorni, è una cosa con la quale devi imparare a convivere e devi cercare di non darle il potere di condizionarti la vita...

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    Ma è difficile farlo quando la parentesi giustizia è ancora aperta, e bisogna lottare per cercare di non far cadere tutto nel dimenticatoio... una volta che si sarà concluso il percorso giudiziario proverò a richiudere in qualche modo questa cicatrice».

     

    Può dirci se, in seguito a quella notte, è cambiato qualcosa nel suo rapporto con gli altri o con se stessa?

    «Ho iniziato a chiudermi in me stessa, ero una persona molto socievole e fiduciosa, motivo per il quale avevo deciso di andare a fare l' animatrice turistica, la mia relazione di quel tempo è andata peggiorando perché ero sempre triste, depressa, impaurita».

     

    Si è colpevolizzata?

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    «Sì, mi è capitato spesso di pensare a quanto sia stata ingenua ad andare in spiaggia con 4 ragazzi, forse anziché correre in acqua (dove ha cercato una fuga, ndr ) sarei potuta correre per la spiaggia e tentare la salita, abbiamo pensato molto al fatto che avremmo potuto urlare o dire qualcosa, visto che a quanto pare uno stupro è tale solo se urli e chiedi aiuto... Nessuno ha tenuto conto che eravamo paralizzate dalla paura».

     

    Quali sono i sentimenti che ha provato quando ha saputo che il magistrato aveva intenzione di archiviare?

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    «Rabbia e delusione. Rabbia perche siamo state considerate delle ragazze "semplici" che sono andate in discoteca per "rimorchiare". E rabbia perche tuttora vengono messe in dubbio la credibilità mia e della mia amica. Delusione perché ho avuto l' impressione che non si vedesse l' ora di chiudere il nostro caso chiedendo l' archiviazione in soli 11 mesi, mentre il caso del figlio di Grillo è stato analizzato per quasi 2 anni ed è stato chiesto il processo. Spero solamente che possano dare anche a noi la possibilità di batterci in aula e lasciar decidere a un giudice quello che è successo quella notte».

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