Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”
paul haggis
Paul Haggis resta ai domiciliari nella masseria di Ostuni per le accuse di violenza sessuale su una ventottenne di cittadinanza inglese. Secondo la giudice delle indagini preliminari, Vilma Gilli, le «modalità» dei fatti descritti dalla ragazza denoterebbero che il regista da Oscar ha una «assoluta incapacità di controllare i propri istinti e di desistere dai propri propositi in un contegno di prevaricazione e dominanza». Il fatto poi che abbia una causa civile pendente a New York per fatti analoghi, anche se sub iudice , potrebbe essere «sintomo di una inclinazione delinquere in ambito sessuale».
paul haggis
Sono pesanti i sospetti che gravano sull'autore di Crash-Contatto Fisico . Accuse che l'autore canadese sessantanovenne, con doppia cittadinanza statunitense, ieri mattina, in un interrogatorio di oltre due ore, ha respinto categoricamente dicendo, in sintesi, e al netto delle traduzioni: «Non c'è stata alcuna violenza. Rapporti sì, ma consenzienti».
Ma la gip, pur non convalidando il fermo, vuole vederci più chiaro. Ed evitare, si legge nel provvedimento di 6 pagine, che la ragazza «mediante contatti con Haggis o con terzi possa essere indotta a ritrattare» la sua versione. Una doccia fredda per la difesa: l'avvocato Michele Laforgia sperava che Haggis avesse «chiarito tutto», raccontando la sua versione, supportata da alcune chat agli atti.
Michele Laforgia, avvocato di Paul Haggis
Era stata la ragazza ad avvicinarlo a marzo al Festival di Monaco da lui diretto. Gli aveva chiesto di fare con lei un selfie che poi aveva pubblicato su Instagram, facendoglielo sapere con una «tag». Lui l'aveva contattata. E invitata a Ostuni dove lo sceneggiatore doveva essere il padrone di casa della prima edizione del Festival di Cinema, Musica e Arte, «Allora Fest». Fatti, questi, confermati da lei. Solo che poi le versioni divergono. Lui la racconta come una storia finita in tre giorni e due scambi di intimità. Lei no. Dice che a quel festival si era proposta a lui con il ruolo di consulente. E che Haggis l'aveva contatta e invitata a raggiungerlo a Ostuni dove «avrebbe diretto un festival». Lì, ricostruisce il gip, l'aveva accolta all'aeroporto, portata al bed and breakfast dove risiedeva e «già sulla porta le aveva fatto comprendere le sue intenzioni».
PAUL HAGGIS
L'«assalto» descritto dalla ragazza ha dettagli scabrosi. Ma poi lei spiega perché a quel punto non è andata via: il regista l'avrebbe portata a pranzo e «rassicurata sulle proprie intenzioni di voler instaurare con lei una relazione sentimentale». Ma il pomeriggio ci sarebbe stato un nuovo assalto, malgrado le «richieste di smettere» della ragazza in oggettiva impossibilità di avere un rapporto intimo e per questo finita al pronto soccorso. È lei stessa però a riferire che è Haggis il giorno dopo a spingerla ad andare da amici a Lecce.
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E ad ammettere di aver lasciato al regista un biglietto: «Ho apprezzato la tua gentilezza» «Mi mancano le tue carezze». «L'uccello della felicità si posa su chi sa aspettare». Ma la sera decide di tornare. E c'è il terzo agguato e la fine delle illusioni. «Il gip ci ha dato atto che non c'è prova di alcuna lesione fisica», assicura Laforgia, che si riserva di impugnare il provvedimento del gip. Secondo la procura però non sono importanti le lesioni fisiche ma quelle psicologiche.
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