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    LA BCE BOCCIA JPMORGAN - DRAGHI RIFIUTA UNA PROROGA DI 20 GIORNI AL MONTEPASCHI PER IL VARO DELL’AUMENTO DI CAPITALE - IL TITOLO CROLLA IN BORSA - E LA VICENDA BANCARIA IRROMPE NELLA CRISI DI GOVERNO - RENZI POTRA’ FARE IL DECRETO, VISTO CHE E’ PREMIER SOLO PER “GLI AFFARI CORRENTI”?


     
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    Potrà un governo in carica per il “disbrigo degli affari correnti” varare un decreto salva banche (il quarto); o meglio, salva Montepaschi? E, soprattutto, Mattarella lo potrà firmare?

     

    La decisione della Bce cade come un macigno sulle consultazioni. E mette in luce tutte le pecche di un’operazione fortissimamente voluta dal Ducetto di Rignano a favore di JpMorgan (rappresentata in Italia dall'ex ministro Vittorio Grilli) e Mediobanca, e che Draghi ha ora definitivamente bocciato. 

     

    Il titolo Mps, più volte sospeso in Borsa, una volta riammesso segnava -13%.

     

    Da la Repubblica

     

    jpmorgan dimon renzi padoan jpmorgan dimon renzi padoan

    La Bce ha respinto la richiesta di Mps di concedere più tempo per l'aumento di capitale. La notizia, attesa con il fiato sospeso da Piazza Affari, viene diffusa da fonti finanziarie alle agenzie di stampa. Dall'Eurotower la posizione ufficiale è di "no comment", come sempre accade nei confronti delle banche vigilate. Stamane, al ministero dell'Economia, c'è stato un incontro tra il ministro Pier Carlo Padoan, l'ad del Monte dei Paschi, Marco Morelli, e il presidente, Alessandro Falciai. Nel pomeriggio, a Milano, è atteso invece un consiglio di amministrazione per fare il punto della situazione. Il titolo precipita intanto a Piazza Affari, trascinando in ribasso l'intero indice delle banche.

    MARCO MORELLI MARCO MORELLI

     

    L'istituto senese aveva chiesto 20 giorni in più - rispetto alla scadenza del 31 dicembre - per l'operazione, visto il mutato contesto per l'esito del referendum. Sperava così di riuscire nell'impresa ardua di chiudere la ripatrimonializzazione da 5 miliardi contando interamente sulle forze di mercato. Una strada difficile, dopo che la crisi di governo pare avere allontanato quello zoccolo duro di investitori che avrebbe permesso al management senese di raccogliere una buona base di capitale, in aggiunta al miliardo già arrivato dalla conversione dei bond subordinati.

     

    fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan

    A questo punto, il diniego di prorogare al 20 gennaio il termine per l'aumento di capitale rende impossibile la ricapitalizzazione sul mercato, secondo quanto previsto dal piano messo a punto dagli advisor Jp Morgan e Mediobanca. Per mettere in sicurezza Mps e aiutarlo a raccogliere capitali servirà dunque l'intervento dello Stato, con il Tesoro al lavoro per un decreto legge che potrebbe vedere la luce nel fine settimana. Ma al salvataggio del Monte dovranno con ogni probabilità contribuire anche i titolari delle obbligazioni subordinate emesse dalla banca.

     

     

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