Elisa Cassissa per "www.lastampa.it"
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C’è chi lo fa come terapia, dopo un drastico cambiamento del proprio corpo, chi per scherzo, chi per vincere la timidezza, magari sperando un giorno che quello di modella diventi una professione vera e propria. Ma c’è anche chi lo ha fatto perché il marito per Natale le ha regalato il servizio fotografico. Le storie delle donne torinesi che hanno realizzato un book boudoir, tendenza di moda in città, svelano il carattere più intimo delle protagoniste.
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«Non è vanità – dice Giuliana Cericola, commessa in un supermercato - io sono un’ex obesa e ho fatto un intervento di diminuzione dello stomaco. Ho perso 40 chili nel giro di tre, quatto mesi. Il mio corpo è cambiato ma la mia mente no: mi vedevo sempre grossa». Invece il servizio fotografico boudoir di Giuseppe Lo Baido, «è servito a sciogliermi, per vedermi in un altro modo, voglio già rifarlo.
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Quando riuscirò ad arrivare da lui con una sicurezza diversa, con il sorriso e non con la tensione della prima volta, penso sarà ancora meglio». Giuliana ha 36 anni e due figli ed è capitata nel mondo boudoir per scelta: «È una questione mentale vedevo ragazze comuni che si facevano belle foto e mi sono detta che anche chi è normale può essere speciale. Ho pubblicato tutte le mie foto sui social network: mi fa sentire speciale ed è fondamentale per l’autostima».
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Annamaria Villani è un’interprete di 50 anni che invece ha posato per una fotografa molto amica, Cristina Amoruso. «Era mia compagna al liceo. Il servizio è stato divertente e spontaneo, fatto con una persona di fiducia». Anche qui è il carattere della persona a emergere: «In quasi tutte le foto, sono sorridente. È il tratto distintivo della mia personalità ed è stato come un non mettersi in posa». Per Cristina nessuna condivisione social: «Si tratta della mia sfera privata, l’ho fatto solo per me stessa».
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Per Federica Neglia, ventiseienne che gestisce un negozio di distillati e vini in via Mazzini, il boudoir è stato innanzitutto una sfida alla timidezza giovanile. «Quando avevo 18 anni avevo fatto qualche scatto nemmeno troppo osé, però ricordo con fastidio il grande imbarazzo che avevo vissuto: ora ho voluto vedere se riuscivo a superarlo e con Giuseppe di Boudoir Photo penso di esserci riuscita».
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Dopo aver lavorato come barista a Hong Kong per alcuni anni, Federica è tornata in Italia e non nega che le piacerebbe fare la fotomodella. «Guardarsi in un servizio fotografico boudoir – prosegue – è un viaggio dentro se stessi, utile per vedere i propri difetti con occhi diversi e scoprire che forse li vediamo solo noi come tali».
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«Mai avrei pensato di fare foto sexy – dice Laura Navone, impiegata di banca cinquantenne - ci ha pensato mio marito, che mi ha regalato questo servizio fotografico per Natale. A me non andava: lavorando col pubblico sono spigliata, però farsi fotografare in déshabillé è un’altra cosa. Poi mi sono decisa e mi sono sentita coccolata, anche grazie alla fotografa Cristina».
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In che senso? «Per 364 giorni l’anno noi donne siamo dedite al lavoro, al marito, ai figli, in quel giorno c’ero solo io al centro dell’attenzione». Laura, che ha due figli di 21 e 16 anni, consiglia «a tutti gli uomini di regalare un servizio boudoir alla propria compagna. Lo ribadisco, è davvero una coccola».
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