TALEBANI
1.AFGHANISTAN: TALEBANI, USA CRIMINALI INTERNAZIONALI
(ANSA) - I talebani afghani hanno condannato oggi il lancio da parte degli Usa di una potente bomba su una base dell'Isis nella provincia orientale di Nangarhar, sottolineando che si tratta di "un attacco perpetrato da criminali internazionali". In un comunicato firmato da Zabihullah Mujahid, portavoce dell'Emirato islamico dell'Afghanistan hanno espresso la loro "forte condanna", aggiungendo che "in ogni angolo del nostro Paese l'uso di simili armi non è giustificato". Nei mesi scorsi più volte i talebani si sono scontrati con i militanti dell'Isis.
test moab in florida 2003
Nel comunicato si sostiene inoltre che "arrestare le attività dell'Isis è un compito degli afghani e non degli occupanti stranieri". E che gli Usa "stanno uccidendo la nostra gente con il pretesto dell'Isis, bombardando la popolazione e testando le loro armi a spese degli afghani". In passato, riferisce il portavoce degli insorti, "per tre volte i nostri mujaheddin sono stati quasi sul punto di sconfiggere l'Isis in Nangarhar, ma le forze Usa hanno cominciato a bombardare i nostri uomini per permettere a quei militanti di fuggire".
E ancora, conclude, "recentemente gli Usa hanno detto che le forze straniere stavano per lasciare il Paese perché la missione era stata quasi completata, ma il recente bombardamento significa altro. Significa che le affermazioni americane erano false".
2.AFGHANISTAN: BOMBA USA, NEI TUNNEL DECINE DI MILITANTI ISIS
moab dieci metri di lunghezza
(ANSA) - Al momento del lancio ieri sera in Afghanistan della bomba MOAB da parte degli Stati Uniti nel dipartimento di Achin della provincia di Nangarhar, nel complesso di tunnel colpiti c'erano fra 40 e 70 militanti armati dell'Isis. Lo ha assicurato oggi il portavoce dell'esercito afghano, Jawid Saleem. "La bomba - ha aggiunto - è stata lanciata in una vallata fra due montagne dove l'Isis aveva scavato una roccaforte composta di grotte e tunnel". Saleem ha infine ribadito che non vi sono state vittime civili poiché, come ha indicato una fonte della sicurezza afghana, vicino alla base bombardata viveva una sola famiglia che è stata previamente allontanata dalle forze afghane.
bomba moab sull afghanistan
3.MISSILI E ARMI CONVENZIONALI TRUMP MOSTRA L' ARSENALE PER RIGENERARE IL POTERE USA
Paolo Mastrolilli per la Stampa
La «Madre di tutte le bombe», che il Pentagono ha sganciato sulle postazioni dell' Isis in Afghanistan, è solo un esempio dell' arsenale e delle truppe che il presidente Trump ha a disposizione per colpire la Corea del Nord. Si va dai Navy Seals, i reparti speciali che si stanno addestrando in questi giorni proprio con gli alleati di Seul, e potrebbero prendere di mira direttamente il leader Kim, alle bombe nucleari come la MK-41, mille volte più potente di quella che esplose su Nagasaki.
La Gbu-43/B, cioè la Massive Ordnance Air Blast Bomb usata ieri in Afghanistan, è in servizio dal 2003 ed è la più potente bomba convenzionale dell' arsenale americano. Gbu sta per guided bomb unit, una sigla che si applica a diversi ordigni. Nonostante le sue le dimensioni, però, impallidisce rispetto all' atomica usata nel 1945 su Hiroshima, perché ha solo lo 0,075% della sua forza.
bomba moab americana madre di tutte le bombe
Subito dopo viene la Blu-82/B, soprannominata «Daisy Cutter», che pesa 6,8 tonnellate, contiene esplosivo Gsx, ma vale appena lo 0,052% dell' arma nucleare che mise in ginocchio il Giappone. Queste però sono bombe capaci di penetrare i bunker, e quindi distruggere le infrastrutture del programma atomico nordcoreano, senza fare stragi tra la popolazione delle proporzioni di Hiroshima e Nagasaki. Lo stesso lavoro può farlo la Gbu 57, una massive ordnance penetrator, e su scala minore la Gbu-28, soprannominata «Deep Throat», gola profonda, bomba a guida laser da 630 libbre di esplosivo per distruggere i bunker.
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I missili che abbiamo visto colpire in Siria la settimana scorsa sono i classici Tomahawk, unità da quasi due milioni di dollari che possono essere lanciati da navi e sottomarini, e armati con testate convenzionali o nucleari. In questo arsenale, nel comparto dei razzi aria-terra lanciati dagli aerei, ci sono poi i Jdam, cioè Joint Direct Attack Munition, e i Jsow, Joint Standoff Weapon, vettori guidati con un costo che va da 280.000 dollari fino a oltre 700.000.
«La potente armata», come l' ha definita Trump, che naviga verso le coste della Corea del Nord, è guidata dalla portaerei nucleare Vinson, una delle dieci unità della classe Nimitz di cui dispone la marina militare Usa.
Sotto l' acqua, invece, gli strumenti più letali sono i sottomarini nucleari della classe Ohio, che possono lanciare tanto i Tomahawk, quanto le testate atomiche.
bomba moab. americana madre di tutte le bombe
In cielo i bombardieri invisibili B-2 hanno un raggio di 7.000 miglia, mentre in un ipotetico conflitto potrebbe fare il loro esordio gli F-35, costosi e contestati caccia dell' ultima generazione. Insieme ai droni, come l' MQ 9 Reaper che può viaggiare per oltre mille miglia, che sono stati l' arma preferita dall' ex presidente Obama nella lotta al terrorismo.
Trump ha detto che vuole rafforzare l' arsenale nucleare, ma naturalmente non ha avuto ancora il tempo di farlo. Comunque ha già in mano ordigni come la MK-41 da 25 megaton, cioè mille volte più potente dell' atomica scoppiata su Nagasaki.
Se si arrivasse a combattere sul terreno, invece, gli strumenti più avanzati restano i carri armati M1 Abrams e gli obici da 155 mm. In Corea del Sud, poi, proprio in questi giorni si stanno svolgendo le esercitazioni annuali congiunte «Foal Eagle» e «Key Resolve», che coinvolgono circa 17.000 militari. Tra di loro ci sono anche i Navy Seals del Team 6, cioè quello che era andato ad uccidere Osama bin Laden in Pakistan. Il comandante della U.S. Navy Gary Ross smentisce, ma secondo i media locali si stanno addestrando per un eventuale raid che prenda di mira Kim Jong-un.
donald trump
Le opzioni a disposizione di Trump sono quindi molte, e potenti, in grado tanto di distruggere le infrastrutture del programma nucleare, quando di rovesciare il regime. Il problema sono le possibili rappresaglie di Pyongyang, che potrebbe colpire la Corea del Sud con le sue armi nucleari, convenzionali, o anche chimiche, che secondo gli analisti giapponesi possiede ed è in grado di utilizzare. Un colpo solo basterebbe a fare strage, vista la vicinanza con Seul. O peggio ancora un coinvolgimento della Cina, che se fosse trascinata in un conflitto potrebbe trasformarlo in una apocalisse globale.