Patricia Tagliaferri per il Giornale
Alfredo Romeo 3
Non è più soltanto l'inchiesta sull'imprenditore napoletano Alfredo Romeo. Quella su Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, rischia di diventare un'indagine per corruzione senza precedenti, se non altro per il valore della posta in gioco: gare per 2,7 miliardi di euro, divise in 18 lotti.
Finora sotto la lente dei magistrati erano finiti soltanto i tre aggiudicati dal gruppo di Romeo. Adesso, invece, la Procura di Roma allarga lo spettro dell'inchiesta a tutto il mega appalto Fm4 (Facility management) bandito nella primavera del 2014 e relativo alla fornitura di servizi gestionali di uffici pubblici, università e centri di ricerca.
Per questo ieri carabinieri e finanzieri si sono presentati nella sede della Consip per acquisire gli atti su tutti gli altri lotti e sulle aziende che si sono spartite il resto della torta, comprese le cooperative e le società che gli fanno concorrenza. Tra queste Manutencoop e Cofely, vincitrici di quattro lotti ciascuna. Il materiale da sequestrare è talmente tanto che gli investigatori avranno da fare per alcuni giorni.
PAOLO IELO
È stato quanto emerso finora a convincere il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi della necessità di verificare le modalità di assegnazione delle gare. Per questo i pm hanno fatto sequestrare i documenti necessari ad accertare se le imprese e gli amministratori che le rappresentano avessero o meno i requisiti richiesti.
Lo stesso Romeo - prima di finire in carcere a marzo con l'accusa di aver corrotto il funzionario Consip Marco Gasparri, che ora i magistrati vogliono riascoltare per cristallizzarne le accuse - aveva presentato un esposto alla stessa Consip, all'Anac di Raffaele Cantone e all'Antitrust puntando il dito sui gruppi imprenditoriali che riteneva i veri padroni del mercato, appunto le cooperative rosse, la Manutencoop e la Cofely.
MANUTENCOOP
ezio bigotti
Lamentando il fatto che i controlli sui grossi raggruppamenti fossero tutt'altro che rigorosi e alludendo a cessioni di quote fasulle alla base delle Associazioni temporanee di impresa. Tre settimane fa, inoltre, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva acceso un faro sulla gara Consip avviando un procedimento istruttorio nei confronti di Cns-Consorzio nazionale servizi società cooperativa, Dussmann Service srl, Engie Servizi spa (già Cofely Italia spa), Manitalidea spa, Manutencoop Facility Managamente spa, Romeo Gestioni spa e Sti spa per accertare se queste imprese abbiano fatto cartello. Ora è scesa in campo anche la Procura e l'inchiesta rischia di allargarsi a dismisura, vista la mole di appalti che passano per la Consip.
MARRONI CANTONE
L'inchiesta romana, dunque, è tutt'altro che ferma dopo il colpo di scena dei giorni scorsi, quando la Procura ha messo sotto accusa un capitano del Noe, Giampaolo Scafarto, per aver falsato un'informativa riferendo fatti diversi a quanto realmente accaduto. L'ufficiale indagato, nonostante la Procura di Napoli abbia confermato la delega di indagine ai militari del Noe, si è preso un periodo di riposo mentre in seguito a questa grave vicenda è in atto uno scontro tra Procure, quella romana e quella napoletana, che ha fatto muovere anche il Csm, anche se bisognerà aspettare martedì per sapere se il comitato di presidenza autorizzerà l'apertura di una pratica in prima commissione.