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Estratto dell'articolo di Andrea Frateff-Gianni per “il Messaggero”
La nostra storia è una di quelle storie contrassegnate da povertà e degrado. Una di quelle storie in cui spesso i protagonisti sono i ragazzi neri che vivono in qualche landa desolata degli Stati Uniti, o in qualche quartiere malfamato di New York. Questa volta la protagonista invece è una ragazza bianca, che vive nel cuore dell'Europa, in Inghilterra, ma la sua storia, almeno all'inizio, non è meno pesante di quella di Flavor Flav dei Public Enemy, ad esempio, o di quella di Billie Holiday.
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Lei è Viv Albertine, uno dei simboli della storia del punk, e la sua straordinaria esistenza è narrata nella sua attesissima autobiografia, appena pubblicata in Italia dalla casa editrice indipendente Blackie, intitolata Vestiti Vestiti Vestiti musica musica musica ragazzi ragazzi ragazzi. Viv Albertine è stata la chitarrista delle Slits, band seminale del punk inglese, che assieme alle Raincoats e a X-Ray Spex, iniziarono la cosiddetta wave del punk femminista super conscious, ridefinendo totalmente i codici di un genere fino ad allora contrassegnato dalle grida maschili di band come i Clash e i Sex Pistols.
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LA CARRIERA
La sua storia inizia a Muswell Hill, un'area residenziale nei sobborghi di Londra, nella quale Liv si trasferisce da piccola con la madre, arrivate entrambe dall'Australia. Siamo alla fine degli anni Sessanta: […] piccola Liv, abbandonata dal padre, ascolta i Beatles, «sono cresciuta con John Lennon al mio fianco, come fosse un fratello maggiore», e sogna di diventare una cantante pop.
[…], grazie ad una borsa di studio, si trasferisce al College of Art a Lime Grove per studiare Moda e Tessile. È qui che incontrerà Mick Jones, «un ragazzo secco come un bastone che indossa un paio di pantaloni Principe di Galles, scarpe nere con tacco alto e cinturino allacciato dietro e una giacca attillata da donna che gli sta troppo stretta», e la sua vita cambierà per sempre.
LA STORIA
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Con Mick Jones la Albertine vivrà una travagliata storia raccontata dal chitarrista dei Clash in Train in Vain, (celebre ghost track del leggendario album della band London Calling), ma in Vestiti Musica Ragazzi non ci sono solo i Clash, c'è tutta la storia del punk londinese, compreso Sid Vicious, con cui la Albertine suonava nei Flowers of Romance, e naturalmente Johnny Rotten, con il quale nelle pagine del libro è descritta una raccapricciante scena di sesso.
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Il resto sono risse selvagge, camere d'albergo sfasciate, case occupate e esibizioni memorabili con le Slits, la sua band, guidata dalla giovanissima Ari Up, che mescolando il punk dei Sex Pistols con il lato reggae dei Clash ha creato qualcosa di unico, rivoluzionando completamente la scena. Il libro scorre via veloce, come sfogliare un album di fotografie, anche se nella seconda parte, dopo lo scioglimento delle Slits diventa un'altra cosa, che lei chiama Lato 2, e si trasforma in un compendio sulla solitudine tra matrimoni falliti, cancro e depressione. «Chi scrive un'autobiografia o è un cretino o è al verde. Io sono un po' tutte e due le cose», scrive Albertine ad un certo punto. Sicuramente quella che racconta è una verità scomoda, ma fondamentale. Come del resto è il punk.
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