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    NON C’È PIÙ RELIGIONE: LA BORSA DI LONDRA RIDUCE GLI ORARI DELLE CONTRATTAZIONI – IL LONDON STOCK EXCHANGE HA CHIESTO AGLI OPERATORI SE VOGLIONO UN ORARIO PIÙ CORTO. PERCHÉ? PER IL BENESSERE PERSONALE MA SOPRATTUTTO PER LA PARITÀ DI GENERE


     
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    Stefano Agnoli per il “Corriere della Sera”

     

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    La Borsa di Londra qualche giorno fa ha chiesto ai suoi partecipanti se vogliono un orario di contrattazioni più corto rispetto all' attuale, che va dalle otto del mattino alle quattro del pomeriggio. Sul tavolo ci sono cinque proposte, che vanno dal mantenere l' orario corrente ad accorciarlo anche di 90 minuti.

     

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    La curiosità è che tra gli argomenti a favore del cambiamento, inseriti tra le proposte che tutti i soggetti interessati dovranno valutare, ci sono quelli dell' associazione delle banche e dei broker europei relativi ai vantaggi che si otterrebbero in termini di diversità di genere e di benessere personale degli operatori.

     

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    Dall' altra parte invece gli svantaggi riguarderebbero le maggiori difficoltà da parte degli operatori di mercato americani o asiatici di fare trading sulle piazze europee. Insomma, anche un mondo indubbiamente privilegiato dal punto di vista delle retribuzioni ma che è stato e probabilmente è ancora molto «macho» - negli atteggiamenti e nella sua percezione esterna (come derivata tra l' altro dalla narrazione cinematografica sulle Borse anni 80 e 90 fino ai giorni nostri) - si convince (e si piega?) ai valori di un lavoro che deve essere garantito senza ostacoli di genere a donne e uomini, ai valori della vita privata e familiare e in generale del well-being di tutti coloro che ne sono coinvolti.

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    Segnali minori ma a loro modo significativi di un mondo che cambia: al film «Wall Street» del 1987 (quello di Oliver Stone con Michael Douglas nei panni di Gekko) seguì un sequel del 2010 intitolato «Wall Street. Il denaro non dorme mai». Ora alla Borsa di Londra si dimostra che anche il denaro ogni tanto può staccare, e dedicarsi ad altro.

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