raffaele la capria
Ottavio Lucarelli per “la Repubblica”
La frase di Rosy Bindi sulla “camorra dato costitutivo della città”? Per lo scrittore napoletano Raffaele La Capria si tratta soltanto di «polemichette di una tipica politichetta».
Ma a Napoli, allora, come si affronta il problema delle bande di giovanissimi camorristi che hanno in pugno pezzi di città?
rosi bindi
«Un attimo. Analizziamo il problema, poi vediamo le soluzioni. Oggi a Napoli c’è una forte recrudescenza criminale giovanile. Perché ciò accade? Perché sono giovani senza futuro. Giovani che non hanno più neppure una speranza. Ed è per questo che la criminalità li accoglie con grande facilità anche rispetto a quanto accadeva pochissimi anni fa. Però stiamo attenti. La camorra non nasce oggi. Ero ragazzino a Napoli quando Ettore Giannini realizzò uno straordinario film proprio su questi temi».
raffaele la capria
Oggi però la grande criminalità ha in pugno interi quartieri. Come reagire? È sufficiente inviare cinquanta poliziotti in più?
«È evidente a tutti che non è questa la soluzione. La guerra tra clan non si risolve inviando più forze di polizia. La soluzione, invece, deriva direttamente dal problema che ho ana-lizzato prima. La soluzione è il lavoro. Bisogna creare occupazione, altrimenti questi ragazzi continueranno a ingrossare giorno dopo giorno le fila dei clan».
A Napoli c’è tanta gente che combatte contro la camorra impegnandosi nelle parrocchie, nelle scuole, nelle associazioni. Cosa dice a questa maggioranza silenziosa?
«Queste forze sono importanti, ma da sole non potranno farcela a sconfiggere la camorra. Occorre più lavoro, più occupazione e anche più famiglia. Un tempo a Napoli la famiglia era un nucleo solido, oggi c’è una grande disgregazione. I ragazzi trascorrono l’intera giornata in strada e la camorra li affilia con grande semplicità»
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