Nicola Pinna per ''La Stampa''
Il viaggio sognato da mesi diventa incubo poco prima di mezzanotte: alle 23.19, quando Eliana Cocca riceve un lungo sms da Italo: venti righe di testo per far sapere che il treno prenotato da settimane è stato cancellato. Il programma della domenica mattina si trasforma in un pasticcio già nel cuore della notte precedente: «Il piano era quello di arrivare a Lamezia Terme, per raggiungere il mio compagno e trascorrere con lui qualche giorno di vacanza. Invece Italo ha soppresso i treni in partenza da Milano e io nel cuore della notte mi sono ritrovata senza sapere più come fare. Il call center era inattivo e non c'era alcuna possibilità di prenotare un altro viaggio, neanche con Trenitalia».
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La partenza irrinunciabile diventa molto più cara ed Eliana Cocca, 28 anni, addetta stampa di una casa editrice, si ritrova costretta a sborsare altri soldi. «Per miracolo ho trovato un posto su un volo ma mentre tentavo di prenotare altre 166 persone cercavano di fare la stessa cosa. Il biglietto alla fine mi è costato 322 euro, mentre quello del treno l'avevo pagato 89. Sui collegamenti ferroviari non c'era alcuna possibilità fino a martedì prossimo: prezzi altissimi e il rischio di perdere 3 preziosi giorni di ferie».
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Chi invece un'alternativa non l'ha trovata ieri mattina ha tentato il tutto per tutto presentandosi in stazione. Urla e proteste in molte biglietterie, ma quasi nessuno ha trovato una soluzione, perché alla decisione del Ministero della Salute, che ha ripristinato l'obbligo di sedili alternati dopo una deregulation durata meno di 24 ore, Italo ha risposto cancellando i collegamenti, mentre Trenitalia ha lasciato a terra migliaia di persone. Le conseguenze erano facili da immaginare e le proteste sulle pagine social delle compagnie ne sono la prova.
«Mi sono chiesta come mai Italo non abbia fatto partire ugualmente i treni, magari lasciando a terra le persone in eccesso - dice Eliana Cocca - Il temporaneo via libera per occupare tutti i sedili era scattato venerdì sera e già sabato pomeriggio c'è stato il dietrofront del governo, per cui avrebbero potuto cancellare il viaggio solo alle persone che avevano prenotato in quelle poche ore. Invece, la decisione di lasciare tutti a terra ci ha fatto pensare che si volesse creare il caos. Il tono del messaggio che ci è stato mandato per avvisare della decisione, infatti, era abbastanza polemico contro l'ordinanza del governo che ha ripristinato il distanziamento tra passeggeri».
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In molte stazioni ieri mattina ci sono state code e proteste, ma il caos è iniziato già nel cuore della notte sui siti delle compagnie. Perché chi ha saputo in tempo delle cancellazioni ha provato a cercare subito un'alternativa. In molti si sono riversati sui treni regionali che (almeno in diverse regioni) non devono rispettare le distanze tra i passeggeri e anche le compagnie aeree si sono trovate a fronteggiare un boom notturno di prenotazioni last minute.
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