Gian Guido Vecchi per il ''Corriere della Sera''
TERENCE HILL E IL CARDINALE BAGNASCO
«Ma dove volete che vada? Io resto qui, Genova è casa mia». Il cardinale Angelo Bagnasco, 77 anni, sorrideva ieri mattina ai giornalisti che gli chiedevano che cosa avrebbe fatto ora. La decisione era attesa, i vescovi raggiungono l' età della pensione al compimento dei 75 anni, il cardinale aveva presentato la «rinuncia» a Francesco il 14 gennaio 2018 ed era in proroga da più due anni.
Dalla Santa Sede è arrivato l' annuncio ufficiale: il Papa ha «accettato la rinuncia» e nominato come nuovo arcivescovo di Genova il francescano Marco Tasca, 62 anni, già ministro generale dei Frati minori dal 2007 al 2019.
Per Bagnasco, già presidente della Cei dal 2007 al 2017 e arcivescovo dal 2006, non è né potrebbe essere un addio alla sua città, comunque. «Andrò alla casa del clero con altri sacerdoti e lì continuerò l' ultima rampa della vita. Sapete che esiste un' ultima rampa, vero?». È nato a Pontevico, nel bresciano, solo perché i genitori erano sfollati per la guerra. Ma a Genova sono le sue radici e qui è cresciuto con i genitori e la sorella Anna, Salita Montagnola della Marina 4, dietro il porto, la mamma Rosa casalinga e il papà Alfredo che lavorava in una fabbrica di pasticceria. La vocazione precoce, il liceo classico nel seminario arcivescovile di Genova, l' incontro con il cardinale Siri che lo manda a studiare filosofia all' università Statale per fare esperienza del mondo là fuori.
papa francesco bergoglio con bagnasco
Fino al 2021 Bagnasco rimarrà presidente dei vescovi europei. Ma certo comincia una nuova fase della vita. «Occupare il tempo libero non sarà un problema, mi dedicherò alla preghiera, la meditazione, la lettura. E poi sarò a disposizione secondo i servizi che ogni sacerdote è chiamato a fare», dice. «Quando uno non cerca mai niente è libero.
Cardinale Angelo Bagnasco
Il che non significa essere insensibili, ma avere il dono della serenità. Anche in questo momento ci si sente e si sa nelle mani del Signore, quindi siamo in buone mani». Con il successore si sono sentiti più volte, «anche lui è in trepidazione come me quando dovevo andare a Pesaro e poi a Genova, è naturale. Bisogna affidarsi alla Provvidenza, e questo è il suo atteggiamento fondamentale».
Bagnasco e Bertone
Il nuovo arcivescovo, padre Marco Tasca, è nato a Sant' Angelo di Piove di Sacco, nel padovano. Farà ingresso in città entro tre mesi. Nel frattempo ha scritto una lettera alla diocesi: «Porto con me, come povera dote, ciò che ho cercato di imparare e di vivere in questi ormai quasi quarant' anni di vita religiosa francescana, che si riassume nella fraternità. Come vostro vescovo, desidero essere padre e fratello, con il cuore sempre aperto all' ascolto e all' accoglienza tanto di coloro che verranno a bussare alla mia porta, come - vorrei dire, soprattutto!- di coloro che si trovano o si sentono lontani dalla nostra comunità ecclesiale».
MARCO TASCA PAPA FRANCESCO
Troverà una Genova «sempre più unita», dopo l' ultima tragedia del ponte Morandi e la ricostruzione, la dignità dei genovesi «capaci di dare il meglio di sé» nel dolore. Degli anni da arcivescovo, Bagnasco ricorda «le visite in città di Benedetto XVI e Francesco» e i momenti di sofferenza tra la sua gente, «la crisi economica, le alluvioni, il ponte». Al successore indica il tema del lavoro: «Il rapporto della Chiesa di Genova e del suo arcivescovo con la città è molto particolare, e quello con il mondo operaio non è così da nessuna parte». Resta la pandemia. «Ho vissuto il dopoguerra, in mezzo alle macerie della Genova vecchia.
Però la gente si poteva e voleva incontrare, nelle case e nelle chiese, per le strade. Oggi è diverso. Una situazione surreale che si sta risolvendo, almeno lo speriamo tutti».
MARCO TASCA