Flavio Pompetti per ''Il Messaggero''
La canadese Dbrs conferma il giudizio sul debito italiano: BBB, ma declassa l' outlook da stabile a negativo, la statunitense Moody' s rinuncia all' aggiornamento che sarebbe dovuto arrivare in base al calendario. La giornata più temuta per noi, con l' attesa per i pareri delle due agenzie di rating che ancora non avevano valutato la solvibilità del nostro debito sovrano, si è conclusa con un pareggio al limite del precipizio. Alla fine della giornata le quattro agenzie più importanti nel mondo finanziario concordano nel collocare le emissioni del nostro Tesoro appena un passo al disopra della soglia del giudizio investment grade.
MOODY'S
TENUTA
Il sistema economico finanziario italiano tiene ancora una volta, ma non può più permettersi passi falsi. Nelle ultime settimane il rating del debito italiano ha avuto un andamento altalenante, tra la sospensione del giudizio concessa da Standard & Poor' s e la severità di Fitch.
La prima ha lasciato inalterato il codice BBB con outlook negativo due settimane fa, data di calendario per un suo aggiornamento. La prima delle agenzie mondiali aveva considerato che l' emissione di nuovo debito per il nostro paese sarà fatta quasi tutta sulla base dei fondi europei, e ha per questo rimandato una sua valutazione oltre il tempo della crisi sanitaria. A sorpresa una settimana dopo Fitch aveva invece deciso un declassamento a BBB- con l' outlook stabile, sulla base di un' analisi che prevedeva un aumento fino al 156%, venti punti in più nel rapporto tra il nostro debito e il pil, per via dell' attuale crisi sanitaria. La Dbrs era rimasta l' unica a collocare il suo giudizio due gradi sopra il livello spazzatura.
Gualtieri Conte
Con il nuovo verdetto espresso ieri il parere è ora univoco: le quattro maggiori agenzie al mondo giudicano sempre più ardua la nostra capacità di far fronte agli oneri del debito, anche se concordano nel non dare la spinta che potrebbe accelerare i problemi di commercializzazione dei nostri buoni del Tesoro. Un rating in zona junk, spazzatura fa scattare il divieto di acquisto del debito sovrano per gli amministratori dei fondi di investimento istituzionali, e per quelli dei fondi pensione, che sono due dei protagonisti nel mercato delle obbligazioni statali.
IL DIVIETO
Anche la Bce dovrebbe essere soggetta allo stesso divieto, ma di fronte alle dimensioni della crisi economica indotta dall' epidemia del Covid 19, la banca centrale europea ha già fatto sapere che continuerà a comprare le obbligazioni delle tesorerie degli stati membri, qualunque sia il rating loro attribuito.
I giudizi di revisione delle agenzie sono rari e distanziati nel tempo. Il loro peso sulle trattative di scambio delle obbligazioni di stato di ogni paese è determinante, ma non è altrettanto puntuale come gli indici che registrano le transazioni giorno per giorno. E questi indici mostrano che il mercato tratta ormai da qualche tempo il debito italiano come se fosse sotto la soglia del junk, dettando rendimenti in media più alti dei bond di altri paesi che hanno un rating simile al nostro. La differenza è nella dimensione di 2,400 miliardi di euro raggiunta dal debito nazionale, che nel rapporto di 134,8% sul prodotto lordo è oggi il sesto più alto al mondo, alle spalle solo di Giappone, Venezuela, Sudan, Grecia e Libano.
moody's rischio declassamento
L' ATTESA
Nell' attesa dell' annuncio di Moody' s e di DBRS ieri Unicredit ha stimato che l' esposizione degli investitori dei grandi gruppi privati e degli edge fund ai bot italiani sia il più basso oggi dal dicembre del 2018 in poi, nonostante lo spread di 250 punti che ci separa dai bund tedeschi.
La nostra migliore difesa al momento sono la Bce, che ieri è tornata a proclamare la sua indipendenza da singoli stati come la Germania e l' Olanda che negli ultimi mesi hanno dimostrato scetticismo nel concedere all' Italia accesso a nuovo debito, e il parlamento europeo, che ieri ha finalmente concesso condizioni di accesso molto vantaggiose ai fondi previsti dal Mes, da usare per le spese sanitarie.