Federica Nannetti per https://corrieredibologna.corriere.it/ - Estratti
PROTESTE CONTRO IL LICENZIAMENTO DEL LAVORATORE PER UNA BESTEMMIA
Licenziato, senza aver mai avuto in precedenza provvedimenti disciplinari, a causa di una «bestemmia contro i sistemi e contro il computer non funzionanti». Franco, 55 anni, è l’ultimo dei due lavoratori al quale la Covisian, multinazionale gestore in appalto del call center di Hera, ha consegnato la lettera di licenziamento nel giro di poche settimane: quanto successo la scorsa settimana l’ha raccontato lui stesso in presidio insieme ai suoi ex colleghi della sede bolognese, in sciopero in segno di solidarietà.
Non sono bastate le immediate scuse per uno scatto di rabbia riconosciuto da lui stesso sbagliato, non è bastato il non essere di fronte a nessun cliente: «L’azienda non ha voluto sapere scuse», ha aggiunto, l’ha convocato appena un paio di giorni dopo in direzione per consegnargli quella lettera definitiva, facendo riferimento, come spiegato dai sindacati, a provvedimenti per condotte molto gravi.
«Quel giorno, per l’ennesima volta in azienda, i sistemi non funzionavano – ha raccontato ancora l’ex dipendente – cadeva la linea, si bloccavano le pratiche. Per questo ho esternato bestemmiando, contro i sistemi e i computer». Ma quel giorno, in sede, c’era un rappresentante di Hera: «Si è lamentato con i miei superiori – ha continuato il 55enne –. Ho chiesto scusa subito, un gesto da non fare, ma la mia imprecazione era dovuta al malfunzionamento del sistema. Il 30 novembre sarà una data che ricorderò, perché sono stato chiamato in ufficio dopo due ore di turno e mi è stata consegnata la lettera di licenziamento. Essere licenziato a 55 anni, così…».
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(...) In azienda si sta creando un clima di terrore. Io non sono tutelato dall’articolo 18 (perso nei passaggi di appalto, ndr) e questo fa il gioco dell’azienda. A loro non interessa capire con chi hanno a che fare, sono una multinazionale e per loro siamo numeri».
Il licenziamento è stato ora impugnato davanti al giudice del Lavoro, sebbene le speranze di un reintegro non siano molte. Tanta è invece l’amarezza e la paura: «Non ho mai avuto lettere disciplinari per questo tipo di problemi – ha continuato –. Purtroppo ho avuto questo momento in cui ho perso la pazienza. È brutto, non si deve fare. Ma non posso perdere il lavoro adesso. A 55 anni chi mi riprende? Anche se ho esperienza, sono vecchio, non mi prenderà nessuno. In ogni caso, ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti».
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