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Il quotidiano la Repubblica svela il piano del governo per aggirare il ginepraio di ricorsi che rischia di abbattersi sul calcio – e non solo – in caso di stop alla stagione. Crea di fatto una legislazione speciale. I ricorsi potranno essere effettuati solo al Coni. Sarà il Coni a gestirli. Repubblica la definisce clausola capestro.
“L’impressione – scrive – è che il via libera agli allenamenti segni la fine della speranza di ricominciare. Proprio mentre un comma a sorpresa nel “Decreto rilancio” del governo apre uno scivolo per la chiusura anticipata del campionato”.
Racconta Repubblica:
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nelle 454 pagine di bozza del decretone è comparso, all’articolo 211, un punto dedicato alle “disposizioni processuali eccezionali per i provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione e conclusione dei campionati”. Non riguarda solo il calcio, ma è il mezzo giuridico che eviterà un’estate di ricorsi. Soprattutto – ne va da sé – in caso di interruzione dei campionati.
Alle federazioni viene concesso il potere di annullare, proseguire o concludere i campionati, adottare classifiche finali, e organizzare le norme per la stagione 2020/21. Ma soprattutto, centralizza tutti i ricorsi in un unico grado presso il Collegio di garanzia dello Sport presso il Coni. E questo è il concetto chiave, perché vuol dire annullare i due gradi di giudizio federali che avrebbe rischiato di paralizzare lo sport.
ALLENAMENTI IN GRUPPO
Valerio Piccioni per gazzetta.it
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Nel pomeriggio arriva il sì alla ripresa degli allenamenti collettivi da lunedì prossimo, ma con grande prudenza. Poi in serata, intervenendo al Tg1, il ministro dello sport Vincenzo Spadafora dice che una decisione definitiva sulla ripresa del campionato arriverà tra una settimana. “La linea di prudenza è la linea giusta da seguire. Credo che avremo bisogno di almeno un’altra settimana per vedere la curva dei contagi e poi decidere sul campionato”.
Nel pomeriggio i ministri Speranza e Spadafora avevano diffuso una dichiarazione congiunta: “Il parere richiesto dal Governo sul protocollo presentato dalla FIGC è stato espresso oggi dal Comitato Tecnico Scientifico e conferma la linea della prudenza sinora seguita dai ministeri competenti. Le indicazioni del Comitato, che sono da considerarsi stringenti e vincolanti, saranno trasmesse alla Federazione per i doverosi adeguamenti del Protocollo in modo da consentire la ripresa in sicurezza degli allenamenti di squadra a partire dal 18 maggio”.
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Ma come si sposano via libera e prudenza? Intanto temporalmente. Il semaforo verde varrà solo per gli allenamenti di squadra, in cui sarà comunque possibile non rispettare il distanziamento. Per le partite sarà necessario un ulteriore via libera. In ogni caso sarà necessario organizzare il gruppo squadra con grande severità per limitare o azzerare i contatti con l’esterno. L’altra prescrizione invalicabile sarà quella delle due settimane di quarantena naturalmente per il soggetto trovato positivo, ma anche per i contatti ravvicinati. Ora spetterà alla Federcalcio tradurre le indicazioni. E alle altre componenti del mondo del pallone, sfruttare il varco aperta dal prudente via libera degli scienziati.
Le misure previste dal protocollo di sicurezza per la ripresa degli allenamenti di gruppo del calcio sono sotto la diretta responsabilità del medico sociale: sarebbe questa un’altra delle puntualizzazioni fatte dal Comitato tecnico scientifico.
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