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Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
Era la Coppa dei Campioni, è la coppa delle follie. «Una volta era un sogno, un obiettivo che valeva una carriera, oggi mi sembra sempre più un' ossessione, una roulette russa per ricchi» dice Alessandro Altobelli. Un' ossessione per molti, per troppi. Perché alla fine la coppa dalle grandi orecchie va a una squadra sola e «non c' è secondo» come recita il motto della cara vecchia America' s Cup di vela, altro gioco per ricchi, ricchissimi.
messi
La coppa dei 10 miliardi, andrebbe chiamata così, se non fosse che 10 miliardi di euro non bastano. Perché il valore di mercato delle 16 squadre che dal 12 febbraio si sfideranno negli ottavi di finale supera abbondantemente quella soglia già pazzesca: 11.371 milioni di euro.
Secondo i dati del sito specializzato Transfermarkt, dopo la sessione invernale di mercato la squadra più costosa del pianeta resta il Barcellona (1,17 miliardi) davanti al Manchester City (1,13) e ai campioni in carica del Real Madrid (973). Seguono il Liverpool (926) di Salah e il Psg (912) che pure in rosa avrebbe Mbappé e Neymar, che sono anche i due calciatori con le valutazioni (teoriche, il mercato reale è un' altra cosa) più elevate al mondo, 200 e 180.
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La Roma vale circa 400 milioni, la Juve circa il doppio, 797 milioni. E pensare che a darla per favorita ad alzare la coppa il primo giugno al Wanda Metropolitano di Madrid sono in molti. Tre nomi: Klopp, Mourinho, Messi. Non i primi tre che passano. Madama è stata peraltro una delle squadre che in questa sessione si è mossa meno: Ramsey arriverà solo a giugno, anche se forse avrebbe fatto comodo subito per agevolare ad Allegri le rotazioni a centrocampo. L' unico vero movimento è stato in uscita, Benatia all' Al Duhail. Si è rafforzato invece il suo avversario degli ottavi, l' Atletico Madrid, suo il colpo dell' inverno: Morata dal Chelsea.
mourinho altobelli putin
Fra quelli che scommettono (a parole) sulla Juve c' è, come detto, sua maestà Lionel. Che ci creda o meno, poco importa. Di certo non è un caso che il Barcellona di Valverde abbia piazzato un paio di affari per rinfoltire la rosa (Murillo dal Valencia e Boateng dal Sassuolo).
I catalani, dopo la dolorosa dittatura del triennio Real, rivogliono a tutti i costi il trofeo che manca loro dal 2015. Eccola, l' ossessione. In estate avevano già speso quasi 130 milioni. Il presidente Bartomeu non vuole lasciare nulla d' intentato: «È due anni che ci buttano fuori le italiane, prima la Juve e poi la Roma, adesso vogliamo vincere noi». De Jong sbarcherà in estate, l' Ajax incasserà 75 milioni di euro più 11 di bonus.
Attenzione poi al Manchester City di Guardiola: lì lo scenario è cambiato da quando l' Uefa ha ammesso che il club rischia l' esclusione dalle coppe per violazioni del financial fair play. Negli ultimi 5 anni il giocattolino dello sceicco Mansur è costato solo per l' acquisto dei giocatori oltre un miliardo di euro per non vincere nulla in Europa: occorre muoversi prima del possibile terremoto.
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Il Dortmund ha fatto un affarone vendendo il talentino americano Pulisic al Chelsea per 64 milioni ma tenendolo in prestito fino a giugno. Nell' ottavo contro il Tottenham il tecnico Favre avrà una carta in più. Il Liverpool è una macchina (quasi) perfetta, Klopp non ha voluto metterci mano. Altra sfida da brividi (e quattrini) sarà Manchester United-Psg, con gli inglesi che in due stagioni hanno fatto registrare un passivo acquisti/cessioni di 350 milioni e i francesi che hanno inserito Paredes, per quasi 50 milioni allo Zenit ma non potranno contare sull' infortunato Cavani. Bel colpo.
Insomma: alla luce del sole o sottotraccia si muovono in molti. Anche perché la Champions costa ma allo stesso tempo rende. La coppa delle follie 2019, la prima del nuovo ciclo 2018-201, mette in palio un montepremi di 1,95 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,4 del triennio 2015-18.
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Chi arriva in fondo e vince incassa 100 milioni solo di premi. Una pioggia di quattrini che testimonia il definitivo salto della cara vecchia Coppa dei Campioni in una dimensione nuova. Elitaria. Perché i soldi generano soldi. Che vanno «assicurati»: l' introduzione della Var, a sorpresa e in corsa, fa riflettere. Troppi interessi in ballo, troppo rischioso lasciare che l' errore umano di un guardalinee scozzese o uzbeco mandi all' aria un business plan con zeri da multinazionale. Se n' è convinto anche Ceferin, che non ne voleva sapere. Potere del denaro? Probabile. Ma in fondo, meglio così.
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