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    LA CORTE D’ASSISE DI TERAMO HA CONDANNATO A 25 ANNI DI RECLUSIONE GIUSEPPE DI MARTINO, IL 48ENNE DI SILVI ACCUSATO DI AVER UCCISO IL PADRE DI 73 ANNI - DI MARTINO AVEVA SOSTENUTO DI ESSERE INTERVENUTO QUANDO HA VISTO IL PADRE AGGREDIRE PER L'ENNESIMA VOLTA LA MADRE 76ENNE: LO HA AFFERRATO PER IL COLLO E INGAGGIATO UN CORPO A CORPO NEL CORSO DEL QUALE IL PADRE HA SBATTUTO PIÙ VOLTE LA TESTA SUL TAVOLINO DEL TINELLO - MA I GIUDICI NON GLI HANNO CREDUTO: HANNO PERSINO AUMENTATO LA CONDANNA CHIESTA DAL PM…


     
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    GIOVANNI DI MARTINO GIOVANNI DI MARTINO

    (ANSA) - I giudici della Corte d'assise di Teramo, presieduta da Flavio Conciatori (a latere Francesco Ferretti), hanno condannato a 25 anni di reclusione per omicidio volontario Giuseppe Di Martino, 48enne di Silvi accusato di aver ucciso il padre 73enne Giovanni al culmine di una lite nella notte tra il 13 e il 14 giugno del 2019. La Corte ha aumentato di un anno la condanna a 24 anni chiesta dal pubblico ministero Enrica Medori, la quale ha sempre sostenuto l'ipotesi dell'omicidio volontario.

     

    GIUSEPPE DI MARTINO GIUSEPPE DI MARTINO

    Al contrario, ricorda il sito di informazione emmelle.it, l'avvocato Marco Pierdonati, legale dell'imputato, sosteneva che la morte fosse conseguenza di una caduta accidentale nel corso della lite, scoppiata quando l'allora 46enne era intervenuto a difesa della madre. Nell'interrogatorio davanti al Gip, a suo tempo, Di Martino aveva ribadito la sua versione dei fatti, spiegando di essere intervenuto quando aveva visto il padre aggredire per l'ennesima volta la madre 76enne, afferrandolo per il collo e ingaggiando con lui un corpo a corpo nel corso del quale l'uomo aveva sbattuto più volte la testa sul tavolino del tinello. Di fronte alle richieste della pubblica accusa, la difesa aveva invocato l'eccesso colposo di legittima difesa oppure, in subordine, l'omicidio preterintenzionale.

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