Clemente Pistilli per “la Repubblica – Edizione Roma”
ALESSIO D AMATO
Pagare con lo sconto e veder esclusa anche la propria responsabilità nel danno erariale contestato, scaricando tutto su un coimputato, non è possibile. La mossa è stata tentata, davanti ai giudici della Corte dei Conti, dall'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato, a giudizio per i fondi regionali assegnati alla fondazione Italia- Amazzonia, che secondo il pm Barbara Pezzillo sarebbero stati in realtà utilizzati per l'attività politica dell'attuale esponente della giunta di Nicola Zingaretti.
L'assessore e tre suoi collaboratori hanno puntato sul rito abbreviato, che consente di chiudere la vicenda pagando meno della metà del risarcimento richiesto, ma ha anche chiesto che venisse indicata come unica responsabile della vicenda una delle collaboratrici.
alessio d amato nicola zingaretti foto di bacco
Una richiesta che i magistrati hanno dichiarato inammissibile, rinviando l'udienza a giugno.
La situazione ora per D'Amato si complica. Se la Corte dei Conti accoglierà la richiesta di abbreviato, l'assessore se la caverà infatti a buon mercato, ma con un'ammissione di responsabilità che politicamente è destinata a pesare. Nel caso in cui dovesse invece affrontare un giudizio ordinario, l'esponente dem rischia sia la stangata che la condanna per un danno erariale particolare, trattandosi di denaro destinato all'Amazzonia che sarebbe invece stato usato per la campagna elettorale.
l assessore alessio d amato foto di bacco
Una vicenda che risale a sedici anni fa quella che torna a tormentare l'assessore regionale alla sanità. Per la Procura contabile, i 275mila euro di fondi regionali diretti all'associazione "Fondazione Italia-Amazzonia onlus", che dovevano servire a un progetto in sostegno delle popolazioni amazzoniche, sarebbero stati utilizzati per finanziare indebitamente "l'attività politica e di propaganda elettorale" svolta dall'associazione Rosso Verde- Sinistra europea ed entrambe le associazioni avrebbero fatto riferimento a D'Amato, allora capogruppo dei Comunisti italiani alla Pisana.
Un caso su cui ha presentato un'interrogazione anche il consigliere regionale leghista Angelo Tripodi, chiedendo un giro di vite sui fondi a organizzazioni di cui fanno parte consiglieri o assessori del Lazio, e che sul fronte penale è finito in prescrizione. L'assessore alla sanità sinora si è difeso negando qualsiasi responsabilità. Ora però il tentativo di patteggiamento scaricando su una collaboratrice è fallito.