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    L’UTERO È MIO E LO AFFITTO IO – LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO SDOGANA L’UTERO IN AFFITTO: IN UNA SENTENZA SU UNA COPPIA FRANCESE I TOGATI DI STRASBURGO HANNO RICONOSCIUTO IL LEGAME TRA LA MADRE “INTENZIONALE” E IL MINORE PARTORITO DA UN’ALTRA DONNA – È SOLO UN PARERE E NON È VINCOLANTE, MA POTREBBE ESSERE USATO COME PRECEDENTE


     
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    Mara Viglia per “Libero Quotidiano”

     

    UTERO IN AFFITTO UTERO IN AFFITTO

    Il parere è di quelli che fanno discutere. Inquietano. Apre scenari da brivido per il popolo del Congresso di Verona, e non solo. In pratica la Corte europea dei Diritti dell' Uomo di Strasburgo dice sì all' utero in affitto. O meglio: riconosce il legame tra la madre intenzionale, quindi non biologica, e il minore nato dalla gestazione portata avanti per conto di altri. Nei casi di gravidanza per "conto terzi", è la sintesi, gli Stati devono riconoscere legalmente, in nome dell' interesse del minore, il legame genitore-figlio con la madre non naturale indicata come "madre legale" nei certificati di nascita. Per farlo gli Stati possono utilizzare la procedura dell' adozione. Gongolano le famiglie Arcobaleno. «Abominevole», tagliano corto i sostenitori della famiglia tradizionale, Fratelli d' Italia e Lega in testa.

     

    UTERO IN AFFITTO UTERO IN AFFITTO

    La questione è che i togati di Strasburgo chiamati a dare la propria opinione su un caso francese, si sono pronunciati all' unanimità a favore del riconoscimento legale di questo legame tra una madre che non ha partorito la creatura, ma che viene indicata come «madre legale» nel certificato di nascita del Paese dove la gestazione ha avuto luogo.

     

    Sebbene si tratti solo di un parere e non di una sentenza vincolante per gli Stati, è evidente che la posizione della Corte fa scuola e potrebbe essere utilizzata in varie situazioni in cui si cerchi di legittimare la pratica dell' utero in affitto. In questo caso tutto è nato da una coppia francese, eterosessuale, che ha chiesto alla Francia di essere riconosciuta come genitori di due bambini nati con la gestazione portata avanti da un' altra donna in California. Lui è il padre biologico e lo Stato francese lo ha registrato come genitore. Lo stesso non è avvenuto per la moglie perché non ha legami biologici con i bambini.

    UTERO IN AFFITTO UTERO IN AFFITTO

     

    Ora la Cassazione francese, che sta decidendo sul caso, ha chiesto alla Corte di Strasburgo se questo mancato riconoscimento vìola la convenzione europea dei diritti umani. La Corte ha risposto di sì specificando però che lo Stato non è obbligato a farlo iscrivendo la madre «intenzionale» come genitore nell' atto di nascita, ma può scegliere altre soluzioni, esempio l' adozione.

     

    MEN HAVING BABIES - LA FIERA DELL'UTERO IN AFFITTO 1 MEN HAVING BABIES - LA FIERA DELL'UTERO IN AFFITTO 1

    Nel parere fornito la Corte spiega che «il non riconoscimento legale del legame tra la madre intenzionale e il bimbo ha un impatto negativo su diversi aspetti del diritto al rispetto della vita del minore». Inoltre sottolinea che «la tutela del miglior interesse del minore richiede anche l' identificazione legale delle persone responsabili per la sua crescita e il suo benessere».

     

    UTERO IN AFFITTO UTERO IN AFFITTO

    Quindi i togati ritengono che un' impossibilità generale di veder riconosciuto dallo Stato il legame in questione sia incompatibile con la protezione del migliore interesse del minore. Così, però, si giustifica la pratica dell' utero in affitto. «La decisione della Cedu è un giusto equilibrio», ha detto Alexander Schuster, avvocato specializzato in diritti civili. Di tutt' altro avviso Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie e di Pro Vita e Famiglia: «Ci batteremo contro questo parere. Se gli Stati potranno utilizzare la procedura dell' adozione», continuano Brandi e Coghe, «significa che Strasburgo giustificherà d' ora in poi la violenza contro le donne e la commercializzazione di bambini e incentiverà molte coppie a continuare a sfruttare gli uteri di povere donne».

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