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    1. LA MATTINA NON ESCI DI CASA SENZA PRIMA AVER VISTO UN VIDEO PORNO. CONTINUI LA VISIONE SU TABLET E SMARTPHONE, DI NASCOSTO DA TUTTI, ANCHE IN BAGNO MENTRE SEI IN UFFICIO. E’ UN BISOGNO COMPULSIVO. OSSESSIVO. A CUI DEVI OBBEDIRE. LO DEVI FARE. CON LUI SPERIMENTI UNA ONNIPOTENZA CHE NESSUNA PERSONA VERA POTREBBERO MAI CONCEDERTI 2. LA CYBER-PORN ADDICTION, LA PORNODIPENDENZA, È PIÙ DIFFUSA DI QUANTO SI PENSI. NON CI SONO STATISTICHE PRECISE, PERCHÉ È UNA DIPENDENZA NASCOSTA, DI CUI POCHI PARLANO PER VERGOGNA, E PERCHÉ È MOLTO DIFFICILE CHE CHI NE SOFFRA LO AMMETTA E CHIEDA AIUTO


     
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    Barbara Costa per Dagospia

     

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    “Appena torno a casa mi sparo una sessione di fiche e maschioni”. Pensi questo mentre sei al lavoro, a cena con gli amici, al cinema con la tua ragazza. A un certo punto scatta dal nulla il desiderio prorompente di voler godere. Con il porno. E’ come un flash potentissimo che ti attraversa la mente. A cui devi obbedire. Niente sembra più contare. Lo devi fare.

     

    La mattina non esci di casa senza prima aver visto un video porno. Continui la visione su tablet e smartphone, di nascosto da tutti, anche in bagno mentre sei in ufficio. E’ un bisogno compulsivo. Ossessivo. Hai addirittura preso giorni di ferie, o di (finta) malattia, per restare a casa a guardare porno per ore.

     

    Anche mangiare e dormire sono diventati per te bisogni secondari. Ti ripeti che puoi smettere quando vuoi. Te ne convinci. E riesci a smettere, per qualche giorno, per dimostrare a te stesso che ne sei capace. In realtà ti prendi in giro da solo. Il richiamo è troppo forte, troppo seducente, e cedi ogni volta senza opporti più di tanto.

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    Sei un cyber-porn addicted, un porno web dipendente. Un drogato di porno online. Riesci a trovare appagamento sessuale solo davanti a immagini e video hard sempre più eccessivi. La tua vita sociale è ridotta al minimo, quella sentimentale inesistente o in frantumi, per non parlare dei casini che fai al lavoro. La tua è una droga comoda, pulita, igienica. Facilmente reperibile. Sei solo con lo schermo e con le immagini che vedi.

     

    La tua eccitazione cresce connessione dopo connessione, video dopo video. Ti masturbi compulsivamente, sempre più a lungo, ritardi apposta l’orgasmo per enfatizzare quel piacere che solo il porno sembra darti. Solo l’orgasmo ti libera dalla prigione in cui sei, e solo per breve tempo. Il porno è il tuo facile rifugio: con lui sperimenti una tale onnipotenza che nessun rapporto reale, nessuna persona vera potrebbero mai concederti.

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    La cyber-porn addiction, la pornodipendenza, è più diffusa di quanto si pensi. Non ci sono statistiche precise, perché è una dipendenza nascosta, di cui quasi nessuno parla per vergogna, e perché è molto difficile che chi ne soffra lo ammetta e chieda aiuto.

     

    Anche i medici sono divisi: alcuni la considerano una droga come le altre, e ci sono quelli convinti che l’abuso di video porno provochi al cervello gli stessi danni della cocaina. Altri qualificano l’uso smodato di pornografia come “erotossina”, un eccitante talmente potente capace di provocare euforia come un pesante cocktail di droghe. Secondo altri medici, la cyber-porn addiction non è una droga, ma una patologia compulsiva.

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    In questa trappola maledetta può caderci chiunque, maschio e femmina, etero e gay, giovane e vecchio, single e no. Le cause sono oscure. Se sei un depresso o un asociale, non sei più a rischio di altri. Esteriormente puoi condurre una vita brillantissima ed essere, tra le pareti di casa tua, un pornodipendente.

     

    Non tutti attraversano le stesse fasi, passando dalla visione dei porno soft a quelli hardcore, fino ad arrivare a “trance” pornografiche sempre più violente, estreme. Ci sono quelli che ogni volta, col porno, sentono il bisogno assoluto di masturbarsi. Altri no. C’è chi non ha più rapporti sessuali col proprio partner perché il sesso “vero” non gli interessa più, e chi continua a farlo lo stesso, sebbene in modo meccanico e totalmente anaffettivo, perché ormai considera l’altra persona come un oggetto sessuale e basta. Non prova nessun sentimento. Non c’è intimità. Non ci riesce più.

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    Non tutti rimangono fermi ai video porno gratuiti: c’è chi diventa schiavo di cam-girl che fanno chat e video erotici dal vivo, o delle sedute di masturbazione di gruppo via web. Sono divertimenti che costano suon di euro.

     

    Su alcuni forum ci sono porno-web dipendenti che descrivono situazioni allarmanti. Marina è fidanzata da pochi mesi, vede il suo uomo solo nei weekend, tutte le altre sere le passa davanti al computer a “coccolarsi” come lo chiama lei, cioè a masturbarsi col porno: “Sono arrivata a masturbarmi anche sette volte di seguito e ogni volta ne esco come debilitata, senza più energia per fare altro”.

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    Dice che fare sesso col suo ragazzo le piace, ma non la soddisfa come le sue sedute online. Per un periodo Marina ha alternato l’uso delle dita al vibratore, oggi gode di più procurandosi un orgasmo esclusivamente clitorideo: “Quello che faccio non mi sembra una dipendenza, perché non mi devo procurare nulla all’esterno. Non devo rivolgermi a nessun spacciatore, non devo comprarmi nessuna sostanza. E’ tutto sempre a disposizione dentro di me”.

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    Kyber86 confessa di provare col porno le stesse sensazioni di chi è preda di sostanze stupefacenti e ha paura di affrontare una crisi di astinenza: “Sono arrivato a farlo anche tre volte al giorno per quattro giorni di seguito. Dopo sono stato male, ero come abulico, sentivo la mente pesante, totalmente satura di immagini di sesso rude, osceno. Il mio corpo ha avuto bisogno di 48 ore per smaltire tutte le “tossine” che si erano accumulate nella mia testa. Ma due giorni è il mio limite. Divento troppo nervoso e irascibile se non lo rifaccio”.

     

    Mauro ha provato a smettere più volte: l’anno scorso è riuscito a rimanere lontano dal porno per otto mesi, per poi ricaderci. Ora è “pulito” da sei settimane.

    Come se ne esce? Con un duro percorso di psicoterapia individuale, di gruppo o familiare. Si può guarire, ma ci vuole impegno e forza. La ricaduta è dietro l’angolo, soprattutto perché Internet non si può abolire.

     

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    Dare la colpa al web, alla presenza e facile fruibilità del porno sul web, è inutile e sbagliato. Il problema è nell’uso che si fa dell’immenso materiale che la rete ci offre, e nella modalità con cui ognuno di noi decide di rapportarsi ad esso. Negli Stati Uniti esiste la SAA, Sexual Addict Anonymous, che opera secondo il metodo dei 12 Passi. In rete esistono siti con test e chat di auto-confronto e indirizzi di medici in grado di dare una mano, anche a partire da un semplice ascolto.

     

     

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