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    LA SCELTA DI ELON MUSK DI METTERE FINE AL LAVORO DA REMOTO IN TESLA HA SPACCATO L'AMERICA - IL MILIARDARIO SI ERA GIA' SCHIERATO CONTRO LO SMART WORKING, MA QUESTA VOLTA E' ANDATO OLTRE CITANDO I LAVORATORI DELLE FABBRICHE - "CHI VUOLE LAVORARE DA REMOTO DEVE ESSERE IN UFFICIO ALMENO 40 ORE ALLA SETIMANA O LASCIARE TESLA. E' MENO DI QUANTO CHIEDIAMO AGLI OPERAI"...


     
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    Francesco Semprini per "La Stampa"

    elon musk elon musk

     
    Elon Musk lancia una nuova crociata destinata non solo a scuotere le sue aziende, ma a spaccare l'opinione pubblica americana. Il patron di Tesla si rivolge ai manager del colosso delle auto elettriche spiegando che è il momento di tornare in ufficio. In alternativa possono andarsene.
     
    «Il lavoro da remoto non è più accettabile. Chi vuole lavorare da remoto deve essere in ufficio almeno 40 ore alla settimana o lasciare Tesla. È meno di quanto chiediamo agli operai», afferma Musk in una email interna pubblicata da Bloomberg. Il miliardario anticonformista quindi precisa: l'ufficio deve essere di Tesla, non una filiale non collegata ai propri compiti di lavoro.
     

    Elon Musk Elon Musk

    L'appello del "rinnegato" della Silicon Valley, dai toni più aderenti alla sfida, non è certo una novità, più volte in passato si era esposto criticando le insidie nascoste tra le pieghe dello smart working. Musk questa volta però va oltre, citando ad esempio i lavoratori delle fabbriche, quasi a voler creare una contrapposizione nella forza lavoro dell'azienda.
     
    Oltre a scatenare un dibattito sul mercato del lavoro nazionale: negli Usa attualmente il 26,7% dei dipendenti lavora a distanza. Nella nota inviata allo staff di Tesla martedì e dal titolo «Il lavoro a distanza non è più accettabile», il Ceo tiene a precisare che l'ufficio «deve essere un ufficio principale di Tesla, non una filiale remota estranea alle mansioni lavorative, ad esempio chi è responsabile delle attività del personale della fabbrica di Fremont, California, non può avere il proprio ufficio in un altro stato».
     

    elon musk al met gala elon musk al met gala

    Racconta quindi di aver quasi vissuto in un impianto Tesla agli inizi e questo ha consentito alla società di sopravvivere. «Più si occupano posizioni di livello, più visibile deve essere la presenza. Ci sono aziende che non lo richiedono ma - si chiede ironicamente - quando è stata l'ultima volta che sono state in grado di fare un buon nuovo prodotto?».
     
    La posizione di Musk conferma quanto aveva ventilato nelle scorse settimane quando, commentando la decisione di Apple di far slittare il rientro in ufficio, aveva twittato un meme che suggeriva come a suo avviso chi lavora da casa è pigro.
     
    I sostenitori dello smart working rivendicano la necessità di una maggiore flessibilità così da migliorare la qualità della vita. I contrari invece premono per un obbligo di ritorno in ufficio per tutti senza se e senza ma. E questo perché altrimenti si rischia di aumentare le disuguaglianze sociali creando due classi di lavoratori: da un lato i quadri e i dirigenti che godono di tutti i vantaggi della flessibilità e dall'altro i colletti blu che non ne hanno alcuna.

    elon musk elon musk

     
    Alle prese con le resistenze dei dipendenti, la Silicon Valley ha adottato un approccio flessibile. Alcuni hanno optato per consentire a chi lo desidera di restare in casa, altri hanno preferito un approccio ibrido con tre giorni alla settimana in ufficio e gli altri da casa. A Tesla, che ieri ha concluso la sessione di scambi sul Nasdaq a -2,5%, sembra tirare tutt'altra aria.
     
    La mail di Musk ha rilanciato inoltre le accuse a lui rivolte di utilizzare stili di gestione aziendale populistico-padronali. Circa due settimane fa, prima che l'eclettico investitore raggiungesse un accordo per acquisire Twitter, Keith Rabois, imprenditore della Silicon Valley, ha twittato un aneddoto in cui raccontava dello stile di gestione di Musk.
     

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    Alla Space X, la creatura aerospaziale di Musk, una volta avrebbe notato un gruppo di stagisti in fila per un caffè, un'attesa prolungata vista da lui come un affronto alla produttività. Secondo Rabois, che conosce Musk dai giorni in PayPal, Musk ha minacciato di licenziare tutti gli stagisti se fosse successo di nuovo e ha installato telecamere di sicurezza per monitorare la conformità. Lo stesso Rabois scrive che anche i dipendenti di Twitter, presto avranno «un brusco risveglio».
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