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    DALLE MONETINE A CRAXI TIRATE ANCHE DAI MISSINI AL CAPPIO IN PARLAMENTO SVENTOLATO DAL LEGHISTA LEONI ORSENIGO: LA DESTRA CHE TIFAVA MANETTE ORA SI SCOPRE GARANTISTA - CECCARELLI: "NEL ‘93 UN PRESIDIO DI GIOVANI DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ TENTÒ L'ASSALTO A MONTECITORIO. NON SI È IN GRADO DI STABILIRE SE CI FOSSE ANCHE LA GIOVANISSIMA GIORGIA MELONI, CHE OGGI SI PROCLAMA GARANTISTA..."

     


     
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    Filippo Ceccarelli per la Repubblica

     

    leoni orsenigo cappio leoni orsenigo cappio

    Èormai sicuro che a tirare le monetine a Craxi davanti all'hotel Raphael c'erano anche dei missini: Teodoro Buontempo arrivò trafelato da Montecitorio con due sacchetti pieni. Era il 30 aprile del 1993 e i camerati erano scatenatissimi contro i "ladri di regime". All'inizio del mese un presidio di giovani del Fronte della Gioventù tentò l'assalto a Montecitorio. Indossavano magliette con la scritta: "Arrendetevi, siete circondati". A un certo punto una monetina da 100 lire fischiò sopra la testa dei granatieri di guardia infrangendo il lunotto sopra l'ingresso della Camera. Non si è in grado di stabilire se fra gli assaltatori del Fronte vi fosse quel pomeriggio la giovanissima Giorgia Meloni, che oggi si proclama garantista.

     

    A proposito del cappio, d'altra parte, è nella storia ciò che accadde sempre a Montecitorio il 16 marzo 1993. Da giorni in aula i missini mostravano manette e tiravano finte banconote, spugne gialle, guanti. I leghisti pativano la concorrenza e ne avevano qualche ragione, considerato che il loro ispiratore, professor Gianfranco Miglio, aveva da poco sostenuto che il linciaggio era «la forma più alta di giustizia».

     

    craxi bersagliato da un lancio di monetine craxi bersagliato da un lancio di monetine

    Nel suo "La guerra dei trent' anni" (Marsilio, 2022) Filippo Facci ricostruisce in che modo, per recuperare il terreno perso nel campionato del giustizialismo selvaggio ad alto impatto mediatico, l'onorevole Leoni Orsenigo, un marcantonio che installava antenne tv in provincia di Como, arrivò a Roma con un vistoso nodo scorsoio preso in prestito da un suo amico alpinista. Così mentre i deputati della fiamma iniziavano la solita caciara, Leoni si alzò in piedi, espose il cappio e lo sventolò.

     

    Bossi, più tardi, la buttò sulla goliardia. Disse invece Miglio: «I nostri hanno apprezzato. Se fossi stato lì, l'avrei aiutato a far ballare la corda».

     

    Questi tre simbolici episodi per ricordare che il Msi e la Lega si affermarono in quegli anni cruciali nel nome della colpa, della punizione, della galera e peggio.

    Non solo loro, veramente. Tutti, comprese le tv di Berlusconi che facevano il tifo per Di Pietro.

    Quando il Cavaliere vinse le elezioni Previti gli offrì un posto di ministro, meno noto è che La Russa voleva al governo anche Davigo.

     

    lancio di monetine a craxi lancio di monetine a craxi

    Molti anni sono passati da allora, il tempo di una generazione. Tra ieri e oggi mille vicende, mille processi, mille polemiche, riforme promesse, sgangherate, abbandonate. Ma in mezzo c'è stata soprattutto l'età berlusconiana, con i suoi avvocati, i suoi scandali, dal fisco alle minorenni, un paio di lodi andati a male, un paio di bicamerali, la lunga guerra contro le toghe rosse.

    È difficile tagliare la storia con l'accetta, tanto più nel paese dei trasformismi, dei travestitismi, delle maschere e delle mascherine.

    E forse sarebbe anche ingiusto sostenere che il Cavaliere ha "attaccato" il garantismo ai suoi alleati come se fosse una malattia - e non solo perché un supplemento di scrupolo, nella giustizia, è un fatto di civiltà e umanità.

    CRAXI MONETINE RAPHAEL CRAXI MONETINE RAPHAEL

     

    E tuttavia non c'è un momento preciso in cui gli ex missini e i leghisti hanno segnato un ripensamento e ancor meno tentato un'autocritica. È successo, piano piano, caso dopo caso, inavvertitamente. Chi sta all'opposizione fa presto a invocare le manette; se invece sta nel potere ecco che perde carica e ferocia senza per questo diventare migliore, anzi, finendo per assomigliare a quelli che combatteva negli anni della gioventù. Vedi la casa di Montecarlo e i gioielli della Tanzania; vedi gli impicci di Alemanno e i 49 milioni di Salvini spariti; vedi la girandola di traffici, da Mosca al litorale pontino. Forse è qualcosa che attiene alla vita, ma a un certo punto si guarda alle convenienze, al quieto vivere, prevalgono le ragioni "politiche", per così dire, quindi s' invoca l'assoluzione per gli amici e l'inferno per i nemici.

    GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - ILLUSTRAZIONE - IL FATTO QUOTIDIANO GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - ILLUSTRAZIONE - IL FATTO QUOTIDIANO

     

    Vale per tutti, ma alla fine da garantismo "peloso" o "a intermittenza" anche quello dei padani e dei patrioti tricolore s' è fatto "gargarismo", "para-culismo". Il solito percorso delle faccende italiane, il diritto penale come strumento della lotta politica. Nella Nazione scettica e immalinconita, è comunque arduo presentarlo come una virtù.

     

     

     

     

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