Rosita Rijtano per “la Repubblica”
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C' è una donna che vuole fare della sua città la metropoli "più felice della Terra".
Ha il volto incorniciato dall' hijab, il tradizionale velo islamico, e la grinta di chi non ha mai lasciato che fossero gli altri a tracciare la strada al suo posto.
«Se siamo oneste, appassionate e lavoriamo sodo, dobbiamo farci valere, senza timore» dice. Aisha Bin Bishr è la direttrice generale di Smart Dubai, progetto che punta a far sparire musi lunghi e lamentele tra gli abitanti della capitale di uno dei sette Emirati Arabi Uniti.
Un' iniziativa dal cuore hi-tech che prevede, tra l' altro, la completa digitalizzazione della burocrazia entro il 2021. Un piano ambizioso che non spaventa Aisha: «Se non affronto nuove sfide mi annoio».
aisha bin bishr
Giovane e con un dottorato in Gran Bretagna, Bin Bishr è il simbolo della nuova generazione di donne cresciuta negli Emirati, seppur privilegiata. Figlia del segretario personale del precedente emiro di Abu Dhabi, ha studiato da leader.
Una gavetta nel settore pubblico fino ad arrivare al vertice di Smart Dubai.
In carriera, ma senza rinunciare alla vita privata: ha una bimba con cui non smette di messaggiare su Snapchat quando è in viaggio per il mondo. Aisha è anche una star dei social: su Twitter ha 105mila seguaci, mentre su Instagram ama pubblicare le foto dei suoi piatti preferiti.
Vuole rappresentare la modernità, cestinare ogni stereotipo sulla condizione femminile nel mondo arabo: «La sola barriera che ci impedisce di raggiungere gli obiettivi desiderati è costruita da noi stesse, nel nostro Paese come altrove ».
Bin Bishr, come nasce Smart Dubai?
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«Circa tre anni fa l' emiro di Dubai, Mohammed bin Rashid Al Maktoum, ci ha sfidato a implementare le tecnologie che già utilizzavamo a livello governativo per cambiare in modo positivo l' intera città. Siamo convinti che la tecnologia sia solo uno strumento con cui offrire ai residenti, così come a turisti e lavoratori, la migliore esperienza possibile.
L' obiettivo è farne la città più felice della Terra. Questo rende il nostro progetto unico».
Ma cos' è per lei la felicità?
«Sprecare meno tempo nel traffico, per spendere più ore con la mia famiglia e le persone care. O non dover rimanere in coda solo per pagare una tassa, quando potrei farlo online in pochi secondi. Piccole cose che, però, migliorano sensibilmente la qualità della vita quotidiana».
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Come pensa di raggiungere l' obiettivo?
«Il governo di Dubai ''rinuncerà" alla carta nel 2021 facendo risparmiare ai nostri cittadini tre milioni e mezzo di ore del loro tempo, ogni anno. Penso, poi, a servizi intelligenti a cui tutti potranno accedere tramite smartphone. Inoltre, stiamo potenziando la piattaforma digitale con l' intelligenza artificiale per offrire tutti i servizi: dal pagamento delle tasse ai biglietti del teatro, per chiamare un taxi o un drone».
Come misurate il livello di felicità dei cittadini?
«C' è una app chiamata Happiness Meter, disegnata per raccogliere il grado di soddisfazione degli utenti. È il nostro sensore di felicità in tempo reale».
Tanti dati a disposizione, ma la privacy?
«La sicurezza e l' anonimato dietro le informazioni sono per noi una priorità».
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Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate?
«Il cambiamento di mentalità: dobbiamo fare in modo che i cittadini associno la felicità alla tecnologia».
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