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    COME È MORTA DORA LAGRECA? – LA RICOSTRUZIONE DELLE ULTIME ORE DELLA TRENTENNE, DECEDUTA DOPO ESSERE PRECIPITATA DAL BALCONE A POTENZA: ERA TRANQUILLA. PRIMA HA VISITATO I FAMILIARI, POI È ANDATA IN PIZZERIA CON IL FIDANZATO. ALLE 2.30, NELL'APPARTAMENTO DEI LUI, SCOPPIA IL LITIGIO. CHE È SUCCESSO? ANTONIO CAPASSO, INDAGATO PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO, SOSTIENE DI AVER TENTATO DI FERMARLA, SENZA RIUSCIRCI. MA È ANDATA DAVVERO COSÌ? - I FAMILIARI: "NON SI È UCCISA. È IMPOSSIBILE. VOGLIAMO LA VERITÀ"


     
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    Mauro Evangelisti per "il Messaggero"

     

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    «No, Dora non si è uccisa. Impossibile. Le indagini ci devono dire come è morta. Vogliamo la verità». I familiari di Dora Lagreca, la ragazza di 30 anni precipitata dal quarto piano di un palazzo di Potenza dopo un litigio molto violento con il fidanzato, non si danno pace. Lui, Antonio Capasso, è un coetaneo che lavora come Oss (operatore socio sanitario). Ha raccontato ai carabinieri: si è gettata, ho tentato di fermarla, ma è stato inutile. Ora la procura lo ha indagato per il reato di istigazione al suicidio. Un atto dovuto.

     

    Oggi sarà eseguita l'autopsia e i Ris dei Carabinieri faranno un sopralluogo nell'appartamento in cui la coppia conviveva da poco nel quartiere elegante di Potenza. Non sarà semplice capire cosa sia successo, se davvero Dora si sia buttata dal balcone o se le cause della sua morte siano altre. Definire i contorni di un reato come l'istigazione al suicidio non è semplice.

     

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    Fino a pochi giorni fa sui rispettivi social si scambiavano messaggi pubblici di intesa: «Mi fai venire voglia di futuro», le scriveva lui condividendo una foto con le mani di un neonato e dei suoi genitori. Lei rispondeva con tre cuori. Di messaggi affettuosi così tra i due fidanzati ce ne sono decine. Oggi sul profilo del giovane, pubblico, ci sono impietosi messaggi di insulti al ragazzo le cui eventuali responsabilità, sia chiaro, sono tutte da appurare. Altri amici lo difendono.

     

    TASSELLI

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    Tutto è successo nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Dora Lagreca era una assistente scolastica originaria di Montesano della Marcellana, cittadina in provincia di Salerno, a 80 chilometri da Potenza. Si era trasferita in Basilicata per lavoro e venerdì aveva trascorso la serata con il fidanzato, Antonio Capasso, in alcuni locali, da dove aveva anche pubblicato alcune storie su Instagram.

     

    Appariva spensierata, così come si mostra nelle tante foto degli ultimi anni sui social, che raccontano la vita di una bella ragazza, il fisico da modella, viaggi, vacanze, amiche, in passato aveva lavorato anche come estetista. «In quelle immagini che aveva pubblicato su Instagram dedicate all'ultima serata trascorsa con il fidanzato - spiega l'avvocato Revinaldo Lagreca che assiste la famiglia della vittima - si vede una giovane allegra e solare, non certo qualcuno che sta meditando il suicidio».

     

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    Vero, sui social di Dora non c'è il ritratto di una trentenne che sta pensando di togliersi la vita. Qualche giorno prima, però, aveva pubblicato un post su Facebook di un'associazione che si batte contro la violenza sulle donne: «La maggior parte delle violenze non sono commesse da un tipo col passamontagna che aspetta dietro l'angolo. Sono attuate da una persona conosciuta».

     

    Torniamo a venerdì e andiamo indietro di qualche ora: durante la giornata Dora va al suo paese, a Montesano sulla Marcellana, a trovare i familiari. È come sempre: serena, aperta, parla con uno zio del matrimonio di un cugino fissato per la prossima settimana. Torna a Potenza, incontra il fidanzato, vanno in pizzeria e in alcuni locali.

     

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    Alle 2.30 qualcosa cambia: nell'appartamento di Antonio scoppia un violento litigio, Dora cade dal balcone, al quarto piano, 12 metri. L'ambulanza del 118 la soccorre, è ancora viva, ma muore in ospedale. In cinque ore di interrogatorio il fidanzato racconta: ho provato a fermarla, è stato inutile.

     

    Questa mattina sarà eseguito l'esame autoptico. «I familiari chiedono solo la verità - racconta l'avvocato Lagreca, che è cugino del padre della ragazza - di certo nessuno crede al suicidio, al gesto meditato, causato dalla depressione. No, Dora era una ragazza molto bella, che curava il suo fisico, con dei progetti, molto legata alla famiglia e agli amici, con un lavoro e una stabilità economica».

     

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    Dora Lagreca stava con il fidanzato da un anno. Lui è originario di Venosa, la città di Orazio, a sessanta chilometri da Potenza, in varie occasioni era stato con Dora a Montesano sulla Marcellana, a trovare la famiglia di lei. Il padre di Dora è dipendente dell'Enel, la madre casalinga, la coppia ha un'altra figlia. Anche Giuseppe Rinaldi, sindaco di Montesano sulla Marcellana, non crede al suicidio: «Chi la conosceva sa che Dora era una ragazza solare, allegra, piena di vita e di idee. Anche io conoscevo Dora. Cosa possa essere accaduto non lo sappiamo, ma vivere in questo incertezza è un doppio strazio per la famiglia».

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