Stefano Mancini per “la Stampa”
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Un errore del pilota, una strategia sbagliata, due guasti. Charles Leclerc rischia di sprecare la prima, grande occasione della carriera, e la Ferrari di perdere un titolo che le manca dal 2008. La distinzione che Binotto fa tra ambizione (il titolo) e obiettivo (la competitività) è giusta ma riduttiva.
Dopo i test e le prime tre gare la Rossa era la macchina più veloce. La Red Bull sembrava la sfidante un po' pasticciona che sbagliava a fare il pieno di benzina: errori non meno gravi di quelli commessi a Maranello e che andavano capitalizzati. Leclerc, invece, ha dilapidato 80 punti nel confronto diretto con Verstappen.
L'affidabilità è il prezzo più caro pagato alla classifica mondiale. Un conto che si allunga e che rischia di trasformarsi in altri ritiri, in un taglio alle prestazioni e poi in penalizzazioni, fino a quando non saranno trovati cause e rimedi. Montare un quarto motore costerà (non usiamo il condizionale) dieci posti in meno sullo schieramento di partenza. Il 2022 è una chance che rischia di sfuggire e che non è detto si ripresenti in futuro. La Ferrari ha un pilota all'altezza di Verstappen, capace di sei pole position su otto qualifiche, e una monoposto che vola come a Maranello non se ne vedevano da oltre un decennio, eppure la classifica è crollata peggio di un listino di Borsa.
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Ricordiamo l'ultimo folle giro di Hamilton nel 2021 ad Abu Dhabi, così come tutta la stagione spalla a spalla con Verstappen. Pensavamo che Lewis si sarebbe preso la rivincita quest' anno, e invece in qualifica lo troviamo quattro decimi dietro all'esordiente Russell, ferito dal mal di schiena e forse consapevole che anche lui un'occasione l'ha mancata e non la riavrà più: quella di superare i sette titoli di Schumacher.
Altra storia, ma valido esempio: il campionato è lungo e un fine settimana storto potrebbe capitare anche alla Red Bull e rimettere in (quasi) parità la partita. Ma a una condizione: la Ferrari dovrà sfruttare ogni piccola occasione, per non perdere la vera grande occasione.
2 - FERRARI, IL MAL DI MOTORE FA PAURA E IL MONDIALE ORA SI GIOCA IN DIFESA
Daniele Sparisci per il “Corriere della Sera”
«Per arrivare al primo posto di una corsa, prima devi finirla». Lo diceva Mattia Binotto alla vigilia di Imola. Quando la Ferrari era imprendibile e robusta, due vittorie nelle prime tre gare, migliaia di km nei test precampionato senza noie. Il vecchio comandamento della F1 torna attualissimo e detta l'agenda a Maranello dopo il disastro di Baku.
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La Red Bull con la dieta e gli aggiornamenti ha iniziato a volare, i rossi per tenerle testa hanno spinto di più. Ma il prezzo della rincorsa è stato altissimo, Charles Leclerc ha perso 50 punti potenziali in due Gp. Il k.o. di domenica si è verificato per motivi diversi da quello di Barcellona, oggi il motore andato in fumo arriverà in fabbrica e sarà esaminato. Ma si sa già che il monegasco questo fine settimana in Canada ne monterà uno nuovo, con l'incognita della penalità se dovesse installare il quarto turbo stagionale.
Carlos Sainz è stato affondato da un guasto di altro tipo: la perdita idraulica della vettura e la conseguente mancanza di pressione hanno mandato in protezione il brake by wire , il sistema frenante che recupera l'energia.
Un'altra grave grana di affidabilità, anche se ora tutti gli occhi sono puntati sulle power unit. Binotto ha lasciato intendere che soffrono di invecchiamento precoce, le rotture sono state numerose anche fra i team clienti (Haas e Alfa), alcuni pezzi però erano stati appena messi. Il problema è come evitare che succeda ancora, il team principal infatti ha anche ammesso che il rimedio non è a portata di mano. E se non lo è, allora cambiano anche le priorità con la ricerca dell'affidabilità al centro di tutto.
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Prove ai banchi per sistemare l'origine dei mali, mentre in pista servirà una gestione più cauta dell'elettronica. Per non spremere al limite il V6 ibrido, troppo fragile. I problemi si sono manifestati con l'introduzione della power unit numero 2 (montata a Sainz a Imola e a Leclerc a Miami), ma in realtà rispetto alla n°1 le differenze sarebbero poche.
È probabile che i cedimenti siano dovuti a un utilizzo «estremo» di un propulsore già estremo di suo, progettato con «scelte non convenzionali». La Ferrari nel momento chiave del campionato si trova a dover scendere di potenza, a giocare in difesa. E se a Montreal i cavalli contano relativamente, a Silverstone e in Austria servono eccome. Quale sarà il conto da pagare in questo caso?
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Di buono c'è che gli sviluppi aerodinamici funzionano, ma contro Verstappen e Perez serve una Ferrari d'attacco.
Il congelamento dei motori, deciso lo scorso anno fino al 2025 (poi debutteranno i nuovi) per ridurre i costi e mettere una pezza all'addio della Honda che ha lasciato le power unit in gestione alla Red Bull, lascia margini esigui di manovra. Gli interventi devono essere approvati dalla Fia e giustificati da esigenze di affidabilità, a settembre sarà congelata anche la parte ibrida. Su questo stretto sentiero tecnico si muovono le ambizioni Mondiali della Rossa, di oggi e dei prossimi quattro anni.
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Affidabilità Doppio ritiro per motivi tecnici nel Gp di Baku, alla Ferrari non succedeva dal 2009 Classifica piloti 1. Verstappen 150 2. Perez 129 3. Leclerc 116 4. Russell 99 5. Sainz 83 Classifica team 1. Red Bull 279 2. Ferrari 199 3. Mercedes 161 Gp del Canada Questo fine settimana si corre a Montreal: negli ultime due anni la gara era stata cancellata per la pandemia Sudafrica È vicino il ritorno del Gp del Sudafrica, nel 2023, sullo storico circuito di Kyalami.
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