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    “NON VOGLIO ESSERE CURATO” – LA FOLLE LOTTA CONTRO LA VITA DI UN 28ENNE NO VAX DI TERRACINA, MORTO DOPO AVER CONTRATTO IL COVID E AVER RIFIUTATO LE CURE IN OSPEDALE: PRIMA L’ATTEGGIAMENTO AGGRESSIVO E LE MINACCE AI MEDICI CHE HANNO RICHIESTO L’INTERVENTO DEI CARABINIERI. POI LA SCELTA DI STRAPPARSI IL CASCO DELL’OSSIGENO, L’UNICA SPERANZA DI SALVARSI. DOPO QUALCHE GIORNO DI RICOVERO IL RAGAZZO È MORTO: I SUOI POLMONI ERANO…


     
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    Marco Cusumano per “Il Messaggero”

     

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    Si è presentato in ospedale quando aveva già difficoltà a respirare ma nonostante questo ha rifiutato le cure, strappandosi l'ossigeno, convinto di poter guarire senza seguire le indicazioni dei medici. Quando i sanitari sono riusciti a convincerlo ad ascoltare i loro consigli e a indossare la maschera dell'ossigeno era ormai troppo tardi. E' una morte che fa rabbia quella di un 28enne di Terracina, convinto no-vax, deceduto all'ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove è arrivato con i polmoni ormai compromessi dalla malattia. Anche lui, come la coetanea di Aprilia morta il giorno precedente, aveva scelto con convinzione di non vaccinarsi. La stessa scelta di tutta la sua famiglia, risultata contagiata dal virus che ha colpito con particolare violenza il padre 55enne, ora ricoverato in condizioni gravi nel reparto di Malattie infettive del capoluogo pontino.

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    LA RICOSTRUZIONE Il giovane si era presentato all'ospedale di Terracina il 16 gennaio scorso con un quadro clinico già molto preoccupante. Evidentemente il suo scetticismo verso la medicina era ben radicato, tanto che quando si è trovato davanti i sanitari ha rifiutato di entrare e ha iniziato ad avere un atteggiamento aggressivo. Dopo gli accertamenti che confermavano la gravità della situazione, il 28enne ha reagito in modo violento minacciando di aggredire il personale e si è strappato via il casco che consente il trattamento più efficace con l'ossigeno, in pratica l'unica speranza che aveva di salvarsi la vita.

     

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    Per riportarlo alla calma è stato necessario l'intervento di una pattuglia dei carabinieri che, insieme ai sanitari, hanno tentato di tranquillizzare il ragazzo per fargli capire la gravità della situazione e la necessità di un trattamento rapido ed efficace. Il giorno successivo il 28enne è stato trasferito dall'ospedale di Terracina al più attrezzato nosocomio di Latina, direttamente nel reparto Rianimazione Covid, dove i medici hanno fatto di tutto per salvargli la vita.

     

    Farmaci terapia intensiva Farmaci terapia intensiva

    Ma il quadro clinico era ormai terribile, i polmoni erano stati pesantemente danneggiati dal virus provocando un'insufficienza respiratoria grave e la necessità del casco per l'ossigeno. L'intera famiglia aveva rifiutato di vaccinarsi e purtroppo lui, nonostante la giovane età, ha avuto la peggio probabilmente anche per la presenza di altre patologie di tipo neurologico. Ma a pesare è stata certamente la scelta di non vaccinarsi e di ostacolare le cure, tardando anche l'arrivo al pronto soccorso.

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    «Quando i no vax arrivano in ospedale non sono ai primi sintomi spiega la direttrice generale della Asl di Latina, Silvia Cavalli - arrivano già in gravi condizioni perché c'è la negazione della malattia. È fondamentale vaccinarsi e recarsi in ospedale ai primi sintomi senza aspettare troppo a lungo». Parole analoghe arrivano dall'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato: «Il Covid colpisce duramente anche i giovani. È importante fare la vaccinazione, è troppo pericoloso».

     

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    RIANIMAZIONE IN AFFANNO A tracciare il quadro della situazione sui pazienti Covid più gravi è il direttore della Rianimazione dell'ospedale di Latina, Carmine Cosentino: «Abbiamo otto posti letto Covid e da metà dicembre spiega da quando cioè abbiamo attivato al Goretti la Rianimazione Covid, abbiamo avuto in totale 16 pazienti. Solo due di questi erano vaccinati. Ora abbiamo avuto il decesso di questo giovane paziente e il posto letto è già stato occupato da un'altra persona in condizioni critiche.

     

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    L'età media è 60-70 anni, ma alcuni sono anche più giovani. Purtroppo in molti casi vediamo pazienti che arrivano in ospedale troppo tardi e in condizioni già gravemente compromesse ed è difficile intervenire. Nei non vaccinati continuiamo a vedere polmoniti da Covid che vedevamo un anno fa, i vaccinati gravi invece sono quasi sempre pazienti anziani e con patologie pregresse, che hanno poche riserve e non ce la fanno a sostenere il Covid».

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