marcell jacobs
Marcell Jacobs, che il 18 maggio sarà a Roma e gareggerà allo Stadio dei Marni nei 100 piani come test in vista degli Europei di giugno allo Stadio Olimpiaco e soprattutto delle Olimpiadi di Parigi della prossima estate, ha pubblicato su Instagram un video in cui, mentre scorrono le immagini dei suoi allenamenti a Miami, in Florida, si lascia andare a un amaro sfogo traducendo in inglese il testo della canzone Fragile di Sferaebbasta:
«La gente molto spesso mi odia, mi critica ma fondamentalmente penso che non abbia capito il mio, il mio modo di vivere. Pensano che ostento in quello che ho, ostento i miei risultati perché voglio fare il figo, ma in realtà io spero solo di motivare tutti quei ragazzi che come me non hanno mai avuto niente E che sbattendosi sanno di poter arrivare a qualcosa».
MARCELL JACOBS TORNA A CASA
Gaia Piccardi per il Corriere della Sera - estratti
MARCELL JACOBS AI CAMPIONATI MONDIALI DI BUDAPEST
Sette mesi dopo, Marcell Jacobs torna in Italia. Dal 10 maggio, a Rieti, per preparare insieme al gruppo guidato dal guru americano della velocità Rana Reider, con cui si allena dal novembre scorso a Jacksonville (Florida), l’Europeo di Roma e l’Olimpiade di Parigi. Pochi giorni dopo il rientro in patria (18 maggio), sarà sui blocchi dei 100 allo Sprint Festival dello Stadio dei Marmi, debutto europeo nella stagione olimpica (l’esordio assoluto avverrà entro fine mese negli Usa).
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Trait d’union dell’operazione Rieti, che trasformerà lo stadio Guidobaldi nell’Olympic training camp e riporterà la cittadina laziale al centro dell’atletica mondiale, è una vecchia conoscenza dell’ambiente: Simone Collio, 44 anni, ex campione italiano nei 100 e nei 60, argento nella 4x100 agli Europei di Barcellona 2010 nella staffetta (Donati-Collio-Di Gregorio-Checcucci) che abbattè il record nazionale dopo 27 anni. «Ho solo creato il contatto con il Comune, vorrei comparire il meno possibile» dice.
tamberi jacobs
Ma Simone, che coordina la divisione performance di una società svizzera che fornisce servizi fisioterapici allo sport professionistico, collabora con Reider dal 2018, fa avanti e indietro con la Florida (ha seguito Trayvon Bromell dopo l’operazione al tendine): chi meglio di lui può raccontare l’organizzazione che porterà a Rieti il gruppo Rana (una decina di persone, inclusi Jacobs e De Grasse), più la 4x100 cinese e magari la campionessa del mondo del lungo Ivana Spanovic, che ha chiesto di poter partecipare?
«Reider conosce l’Europa ma non ha mai fatto base in Italia — racconta —, se ne parlava da tempo». È l’occasione per conoscere un po’ meglio il tecnico che vuole riportare Jacobs in una finale olimpica tre anni dopo l’exploit d’oro di Tokyo («Ha un’esperienza sul campo enorme, mentori importanti, ciò che lo differenzia dagli altri coach molto preparati è aver allenato tanti atleti europei, lontanissimi dagli americani per mentalità e approccio al lavoro») e per capire come sta il re di Olimpia, sparito dai radar dopo il divorzio da Camossi.
MARCELL JACOBS AI CAMPIONATI MONDIALI DI BUDAPEST
Simone era a Jacksonville quando Jacobs è arrivato dall’Italia, l’ha visto correre, è ottimista: «Di Rana mi fido ciecamente: tornerà a farlo volare. Marcell è sereno, predisposto al lavoro, con la piena volontà di mettersi nelle mani del nuovo allenatore, e questo è un aspetto positivo». In palestra le foto di tutti i medagliati di Reider; piantato al centro del villaggio non più il campione italiano ma il coach, leader e star. E la fama, oltre che di donnaiolo, di bullo?
(…) Rieti si sta preparando per accogliere gli atleti: lo stadio riqualificato, il gioiellino del campo d’altura del Terminillo, gli appartamenti per tutti (Jacobs ha scelto il suo: verrà insieme alla famiglia) perché il camp è lungo (durerà fino al 15 settembre), gli hotel non sembravano una soluzione adeguata.
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«Siamo felici di aver fatto partire la macchina dell’ospitalità con Sandro Giovannelli, il sindaco Sinibaldi, l’assessore allo sport Mestichelli. Dispiaceva vedere Rieti fuori dal circuito della grande atletica dopo anni di un meeting che ha fatto la storia dell’atletica». Aspettando la nascita del primo figlio con la moglie Ivet (Lalova, ex velocista bulgara), anche Simone è curioso di scoprire dove debutterà Jacobs negli Usa: «È il metodo Reider, iscrivere gli atleti a meeting senza grandi aspettative, mentre si stanno allenando, per verificare se ci sono carenze nella ritmica di gara. Gli statunitensi lo fanno sempre». Jacobs d’America, ancora per poco.
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