Uski Audino per lastampa.it
IN GERMANIA STELLA DI DAVID DISEGNATA SULLE CASE DI EBREI
«Convivere con la paura sì, ci si è abituati come ebrei, accade sempre dopo ogni episodio di violenza in Medio Oriente, ma stavolta c’è un pericolo nell’aria che prima non c’era», racconta Reut Yael Paz, accademica israeliana che vive in Germania da anni, dove insegna diritto comparato e internazionale all’università di Giessen. «Dopo la chiamata di Hamas al “venerdì della rabbia” contro ogni ebreo o israeliano nel mondo, ho tenuto i miei bambini a casa da scuola. Non l’avevo mai fatto prima, anche se è una scuola internazionale e il pericolo non era evidente», dice. Ma non è solo una questione di percezione.
La Porta di Brandeburgo illuminata con la bandiera israeliana in segno di solidarietà dopo l’attacco di Hamas
«La mia babysitter tornando a casa ha trovato una stella di David disegnata sulla porta» continua. Come interpretarlo se non come una minaccia? «Di solito per strada con i bambini parlo ad alta voce in ebraico. È il mio modo di rivendicare la mia identità e lo faccio consapevolmente qui a Berlino. Ieri in strada ho notato che molti vicino a me parlavano in arabo, così ho spiegato ai miei figli di sette e nove anni che non dovevamo fare come al solito. Era pericoloso», ci spiega la professoressa che guida il progetto di ricerca sull’antisemitismo “Seeing antisemitism thorugh law”. Dopo le manifestazioni di giubilo, sabato scorso, a sostegno dell’attacco terroristico di Hamas nel quartiere multietnico di Neukölln a Berlino, tutte le città tedesche sono corse ai ripari vietando raduni simili.
Il cancelliere Olaf Scholz al Bundestag è tornato a ribadire che «la sicurezza di Israele è una ragione di Stato per la Germania», come aveva già detto nel 2008 Angela Merkel davanti alla Knesset. Ed ha chiesto di vietare la rete anti-israeliana Samidoun.
OLAF SCHOLZ A DAVOS OLAF SCHOLZ
(...)