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    LA GRAN BRETAGNA CHIUSA PER ALTRE TRE SETTIMANE. I MORTI SONO 32 MILA: IL BILANCIO PEGGIORE IN EUROPA - IL PAESE PIÙ RESTIO AD AVVIARE IL LOCKDOWN DIVENTA IL PIÙ CAUTO NELLA RIAPERTURA - LE MISURE DI EMERGENZA POTREBBERO RESTARE IN VIGORE PER UN ALTRO ANNO INTERO. IL PIANO PER LA RIPARTENZA A SEMAFORO…


     
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    Luigi Ippolito per corriere.it

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    La fase 2 in Gran Bretagna non comincia mai. Il Paese che è stato il più restio in Europa a introdurre le chiusure è diventato il più cauto nell’avviare la riapertura: complice la paura che attanaglia il governo e l’opinione pubblica. Anche i dati sono preoccupanti: il Regno Unito è ora il paese europeo con il maggior numero di decessi per coronavirus, con una cifra superiore a 32 mila vittime registrate, secondo l’Independent.

     

    Giovedì è previsto il riesame del lockdown: ed è scontato che verrà prorogato per altre tre settimane. Quella doveva essere anche la data in cui Boris Johnson avrebbe presentato almeno una “road map” per la fase 2: ma il premier si è dato tempo fino a domenica sera, quando annuncerà il suo piano in un discorso televisivo alla nazione. Ma quello che filtra sui giornali non sembra per nulla incoraggiante.

     

    Trapela il piano per la ripartenza a «semaforo»

    BORIS JOHNSON TORNA A DOWNING STREET DOPO IL CORONAVIRUS BORIS JOHNSON TORNA A DOWNING STREET DOPO IL CORONAVIRUS

    Le misure di emergenza, infatti, potrebbero restare in vigore per un altro anno intero. Il governo intende, dalla fine di maggio, incoraggiare la gente a tornare al lavoro e a riaprire i negozi: ma con mille cautele. Negli uffici saranno introdotti turni differenziati, per evitare di affollare i mezzi pubblici, sarà vietato scambiarsi materiali (tipo penne o fogli) e bisognerà osservare la distanza reciproca, magari installando schermi divisori. Probabilmente occorrerà seguire dei sensi unici pedonali per spostarsi sui luoghi di lavoro, così come nei negozi e alle stazioni di metro e autobus.

     

    Tutte regole che bisognerà osservare verosimilmente fino all’anno prossimo. Nessuna speranza per pub e ristoranti: non esiste al momento alcun calendario per la loro riapertura. Così come sarà difficile tornare al cinema o al teatro prima della fine dell’anno. In compenso, viene data priorità alle scuole: già dal primo giugno dovrebbero rientrare in classe i bambini delle elementari e i ragazzi degli anni pre-esami delle superiori.

     

     

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    Tutti i bollettini della Protezione civile

    La Gran Bretagna sembra dunque prigioniera di se stessa. A marzo il governo aveva resistito fino all’ultimo a imporre le chiusure, cedendo alle pressioni solo di fronte agli scenari apocalittici illustrati dagli scienziati. Ma adesso la cautela sembra essere tutta politica: a Londra rischiano il “sorpasso” (in negativo) dell’Italia quanto a numero di vittime, cosa che li farebbe diventare il Paese più colpito al mondo. Un triste primato che Boris vuole evitare a tutti i costi, visto anche che si profila una commissione d’inchiesta per indagare sui ritardi e le esitazioni della prima ora.

     

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    Per di più l’opinione pubblica è spaventata. La campagna del governo per tenere tutti a casa è stata molto efficace, ben oltre le loro stesse previsioni (tanto più che qui il lockdown è sostanzialmente volontario, non ci sono vere sanzioni né sindaci sceriffi): e ora la gente ha molte esitazioni nel riprendere la vita normale, visto che anche i sindacati hanno criticato il pur timido piano per il ritorno al lavoro, in quanto non offrirebbe garanzie sufficienti di sicurezza.

     

    Visto da qui, pare un incubo dal quale non si riesce a svegliarsi: ma nel quale si è finiti per propria colpa o insipienza. Avventurarsi nel centro di Londra è come andare a passeggio sul set di un film apocalittico: Oxford Street e Regent Street sembrano sopravvissute a un attacco nucleare, deserte come mai lo erano state nella loro storia, neppure durante la guerra. E a contemplare quello spettacolo, viene da chiedersi se e quando sarà possibile un ritorno alla normalità.

    BORIS JOHNSON CORONAVIRUS BORIS JOHNSON CORONAVIRUS boris johnson boris johnson BORIS JOHNSON IN TERAPIA INTENSIVA - ARTICOLO DELLA BBC BORIS JOHNSON IN TERAPIA INTENSIVA - ARTICOLO DELLA BBC

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