Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”
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L'ondata di calore che ha fatto battere all'Italia il record europeo di sempre si sposta più su nella Penisola, toccando prima il Centro (oggi) e poi il Settentrione (domani).
Ma anche se ai ricercatori servirà qualche mese per elaborare tutti i dati e avere un'idea chiara di questi giorni torridi, due aspetti sembrano consolidati. Il primo: l'anticiclone persiste sull'Italia (meridionale) ormai da settimane, senza mai essersene andato. Il secondo: si boccheggia e si soffre di notte pure nelle località di mare.
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L'ultimo aggiornamento diffuso ieri dal ministero della Salute porta a quindici le città con un livello di allerta 3 («bollino rosso»), cinque in più di ieri: Palermo, Cagliari, Bari, Campobasso, Frosinone, Latina, Viterbo, Roma, Rieti, Perugia, Firenze, Bologna, Brescia, Bolzano e Trieste. Domani, alle porte di Ferragosto, saliranno a diciassette dal momento che si aggiungeranno Napoli e Ancona.
Il «livello 3» - spiega il ministero - indica «condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche». A queste città da bollino rosso si affiancheranno, sempre domani, le località con l'allerta di livello 2 («arancione») Milano, Venezia e Verona. Una categoria che corrisponde a «condizioni meteorologiche che possono rappresentare un rischio per la salute, in particolare nei sottogruppi di popolazione più suscettibili».
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«Il picco dell'ondata di calore che riguarda l'Italia è previsto per oggi sulle regioni centrali», spiega Antonio Sanò, de ilMeteo.it. «Ci aspettiamo fino a 37 gradi a Roma e 40 a Firenze». Domani l'aria calda si estenderò al Settentrione «con 40 gradi a Ferrara e Bologna, 35 a Milano».
C'è, tra le altre cose, anche la questione della temperatura percepita che secondo Sanò «sarà più alta in Pianura Padana e lungo le coste. A Genova, per esempio, la colonnina di mercurio salirà da 26 a 30 gradi, ma quella percepita è stimata in 38-40, un dato che difficilmente si registra da quelle parti».
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Non solo. La verità è che «si sta male anche di notte - prosegue il meteorologo - a causa di un'umidità relativa molto alta anche nelle località di mare: questo perché l'acqua rilascia dopo il tramonto il calore che ha accumulato nei due mesi precedenti, oltre a quello della giornata prima».
Sanò sottolinea anche una caratteristica dell'attuale fenomeno che appare un po' diversa rispetto al passato. «Questa ondata di calore presenta un tratto particolare: la durata. L'anticiclone africano persiste nel Sud Italia - ma toccherà oggi e domani pure il Nord - ormai da giugno, senza mai essersene andato, mentre di solito si manifesta a intervalli diversi, cosa che poi dà origine alle ondate».
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La tregua non è lontana. «Arriverà al Nord tra lunedì e martedì - prevede Sanò -, con un calo di temperature di 10-12 gradi grazie a una perturbazione atlantica con aria fredda, temporali e grandine che poi si sposterà al Centro e al Sud ma attenuata. Sulla Sicilia però ci saranno picchi di 40 gradi».
«Quello a cui guardiamo con preoccupazione è se queste ondate di calore si stanno in qualche modo modificando, cioè se raggiungono picchi più alti», spiega Antonio Navarra, climatologo dell'Università di Bologna e presidente della Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici. Certo, sono fenomeni con picchi che durano pochi giorni, «ma per noi anche una durata media che passa, per esempio, da tre giorni a tre giorni e mezzo è significativa».
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Due gli elementi vigilati: il numero delle ondate di calore per stagione e di quanto aumenta la temperatura di picco. Navarra non dice come andrà nei prossimi anni, anche perché le variabili sono diverse, «ma fino al 2100 sono stati elaborati quattro scenari». Per arrivarci il suo centro ha usato un super-cervellone che «fa in un secondo un numero di calcoli uguale ai granelli di sabbia di una spiaggia di dieci chilometri».