Lorenzo Bagnoli, Lorenzo Bodrero e Gianluca Paolucci per “la Stampa”
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«Imprenditore e dirigente sportivo italiano, Flavio Briatore si è fatto un nome grazie alla sua capacità di parlare senza peli sulla lingua, e non ha paura di svelare come guadagna i soldi. La scorsa settimana è stato ospite di Pomeriggio Cinque, ed ha annunciato una nuova "scappatoia della ricchezza" che, a parer suo, può far diventare milionario chiunque, nel giro di 3-4 mesi Briatore ha consigliato a tutti gli italiani di approfittare di questa incredibile opportunità, prima che le grandi banche la blocchino per sempre».
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È il testo di un articolo reperibile in rete che invita a investire in Bitcoin. Ed è tutto falso, ovviamente. Briatore non ha parlato di Bitcoin, non ne ha parlato dalla D' Urso, nessuna banca ha fatto nulla per bloccare tutto questo. Perché è una truffa, punto. Se non che con questa truffa si muovono decine di milioni di dollari che vanno a oscure società di «marketing digitale» e fino ai colossi come Google e Facebook. E qualcuno milionario lo è diventato davvero: i truffatori.
Gli annunci compaiono come articoli veri e propri in fondo alle home page di siti d' informazione o nelle pubblicità di pagine Facebook. Il testo è pressoché identico ma cambia il personaggio famoso: Jovanotti, Barbara D' Urso, Federica Panicucci, Flavio Briatore e svariati altri.
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L' annuncio si adatta al pubblico dei vari Paesi: in Gran Bretagna ad esempio vanno molto forte la cantante Adele e la stella del Manchester United e della nazionale inglese Marcus Rashford. Mediaset ha presentato una denuncia al tribunale di Milano per lo sfruttamento indebito dei propri programmi - come Pomeriggio Cinque o il sito TgCom24 - e per la tutela dei personaggi sotto contratto.
La procura di Milano ha chiesto l' archiviazione, sostenendo tra le altre cose che, in sostanza, se investi in bitcoin ci sta che perdi soldi e che è pressoché impossibile capire dove vadano. Una lunga indagine condotta da una serie di testate internazionali coordinate dalla testata svedese Dn e dal consorzio Occrp - per l' Italia La Stampa e IrpiMedia - ha però dimostrato che con questo schema delle false pubblicità sono stati truffati cittadini di almeno 50 Paesi.
articoli falsi sui bitcoin
Nel marzo scorso, un pool di testate internazionali ha pubblicato «La Fabbrica delle frodi», una inchiesta sulle attività di una rete di call center facenti capo a Milton group che proponevano falsi investimenti a ignari risparmiatori, anche italiani.
Dopo quell' inchiesta i colleghi del Dagens Nyheter sono entrati in possesso di un nuovo database, condiviso con IrpiMedia, con 800 mila false sponsorizzazioni, 15 mila delle quali aventi per oggetto bot di trading con testimonial famosi in tutto il mondo, in undici lingue diverse. Le ha prodotte una società americana: AdsInc.
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Sede a San Diego, AdsInc. è stata fondata nel 2015 da Asher Burke, personaggio carismatico e affascinante, con un passato da direttore politico del partito Repubblicano nella città californiana. La start-up del marketing prometteva ai propri clienti soluzioni per ottenere vertiginosi volumi di traffico on-line. In realtà l' azienda, specializzata in pubblicità su Facebook, fatturava milioni di dollari con pagine pubblicitarie che spesso nascondevano vere e proprie truffe.
alessandro masala e la truffa dei bitcoin
Da sola, secondo quanto ricostruito, AdsInc. ha investito oltre 50 milioni di dollari in pubblicità su Facebook con protagoniste inconsapevoli celebrità, per «intrappolare» clienti promuovendo pillole contro le disfunzioni erettili, creme per la pelle o investimenti finanziari. I potenziali clienti venivano spinti a lasciare i dati della carta di credito per pagare le spese di spedizione o per una «prova gratuita», trovandosi poi coinvolti in dispendiosi abbonamenti mensili.
Documenti interni ad AdsInc ottenuti da Buzzfeed - uno dei partner di questa inchiesta - mostrano che le criptovalute sono lo strumento più remunerativo dal 2019. Di 17 «robot» sponsorizzati, almeno dieci sono stati segnalati da diverse autorità di vigilanza delle Borse nel mondo tra cui la Consob in Italia. AdsInc. ha annunciato la chiusura a fine 2019 ma la società ha continuato a operare, tanto che il database oggetto di questa inchiesta contiene ancora pagine pubblicitarie costruite da AdsInc.
buzzfeed su adsinc
Il trading online, in particolare via bitcoin, è un settore in cui il mercato pubblicitario è diventato sempre più virale a seguito del tentativo di allargare il bacino di utenza anche a non addetti ai lavori attraverso sistemi programmati per investire in automatico. Le pagine di pubblicità ingannevole, infatti, sponsorizzano questi software con la promessa di risultati strabilianti e garantiti.
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Robot che si chiamano «bitcoin evolution», «bitcoin revolution», «bitcoin trader», «bitcoin era», «bitcoin code», «bitcoin future» e l' elenco potrebbe andare avanti a lungo. Questi siti pubblicitari, di solito di una pagina sola e con pochissime informazioni rispetto alla proprietà, funzionano come un amo con il quale pescare nuovi clienti, attratti dalla promessa di guadagni assicurati anche per i principianti.
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Lo step successivo alla registrazione è cominciare a lavorare su vere piattaforme di trading dove utilizzare il rivoluzionario sistema di investimenti automatico. Spesso in queste piattaforme i broker offrono la possibilità di investire online sia «manualmente», in modo tradizionale, sia appunto attraverso i software per principianti.
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Il portavoce di Facebook Rob Leathern, interpellato, ha spiegato che l' azienda «ha preso il problema seriamente»: ha intentato azioni legali «contro individui che svolgono operazioni del genere» e, in linea con quanto previsto dalla legge, ha condiviso informazioni per rintracciarli con forze di polizia e autorità di vigilanza delle Borse.
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L' azienda ha anche smascherato alcune tecniche usate dai truffatori, come il cloaking, ossia l' occultamento: un modo per rendere invisibile il link di destinazione a cui porta la pubblicità. Di nuovo, pioniera è stata AdsInc.
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