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    NAPOLETANI FURIOSI CON MASSIMO GILETTI - A “NON E’ L’ARENA” VA IN ONDA UNA SCENOGRAFIA CON IL VESUVIO CHE ERUTTA COVID, ALLA PRESENZA TRA L’ALTRO DEL SINDACO DI NAPOLI, LUIGI DE MAGISTRIS (CHE SI È BEN GUARDATO DAL DIRE MEZZA PAROLA A RIGUARDO) - DOPO LO STADIO, SERVONO NORME CONTRO LA DISCRIMINAZIONE TERRITORIALE ANCHE NELLE TRASMISSIONI TV?


     
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    Carlo Tarallo per Dagospia

     

    MASSIMO GILETTI E LO SFONDO CON IL VESUVIO CHE ERUTTA COVID MASSIMO GILETTI E LO SFONDO CON IL VESUVIO CHE ERUTTA COVID

    Se Massimo Giletti fosse un capo ultrà della Juventus, ieri sera gli avrebbero sequestrato lo striscione all’ingresso dello stadio. Essendo invece un conduttore televisivo, può tutto, e anche di più. Può condurre, come ha fatto ieri sera, la sua trasmissione, Non è l’Arena, su La7, con alle spalle una scenografia che raffigura il golfo di Napoli con sullo sfondo un bel Vesuvio che erutta fumo e palline di Covid. Un messaggio subliminale che ha fatto letteralmente imbufalire migliaia di napoletani e non solo, che da questa mattina stanno inondando i social network di insulti contro il giornalista.

     

    Giletti, già la scorsa settimana, aveva inaugurato questa elegante scenografia, suscitando sconcerto e proteste. Ieri si è ripetuto, alla presenza tra l’altro del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che si è ben guardato dal dire mezza parola in proposito. I napoletani sono abituati a ricevere negli stadi di molte città d’Italia insulti e offese, la maggior parte delle quali chiamano in causa il Vesuvio, auspicando una eruzione fatale: il più famoso è “Lavali, lavali, lavali col fuoco, oh Vesuvio lavali col fuoco”.

     

    DE MAGISTRIS - MASSIMO GILETTI E IL VESUVIO CHE ERUTTA COVID DE MAGISTRIS - MASSIMO GILETTI E IL VESUVIO CHE ERUTTA COVID

    Da quando sono state introdotte le regole contro la discriminazione territoriale, l’arbitro, quando sente questi cori o vede uno striscione di questo tenore, interrompe la partita. Nessuno, però, ha ancora varato un codice di regolamentazione sulla discriminazione territoriale nelle trasmissioni tv: del resto, non era facile prevedere che qualcuno potesse solo immaginare di lanciare un messaggio subliminale tanto repellente.

     

    “Lavali col Covid”, sembra cantare quella scenografia. Continui pure per la sua strada, in ogni caso, Giletti, e magari, domenica prossima, aggiunga al Vesuvio che erutta fumo e palline di virus anche qualche riferimento al terremoto del 1980. Da queste parti siamo scaramantici, e abbiamo un proverbio che fa al caso nostro: “Morte desiderata, non viene mai”.

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