giorgia meloni giancarlo giorgetti
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
Il governo Meloni vuole sostituire il Ragioniere generale dello Stato. Biagio Mazzotta, nominato nel 2019 dal governo Conte I e poi confermato da tutti gli esecutivi successivi, dal Conte II, da Draghi e da Meloni il 19 gennaio scorso, non viene più considerato funzionale alla politica economica di questo governo.
Uno dei tanti «burocrati capaci di dire solo no», secondo la definizione data in un’intervista dal ministro Guido Crosetto subito dopo Natale, a ridosso del caos parlamentare sulla prima manovra, destinataria di 44 correzioni della Ragioneria. Mazzotta verrebbe sostituito da Daria Perrotta, prima donna Ragioniera d’Italia, apprezzatissima dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e attuale capo del legislativo del Mef.
BIAGIO MAZZOTTA - RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO
Il piano di Palazzo Chigi è di accompagnare Mazzotta all’uscita presumibilmente con una promozione di prestigio - prima dell’inizio della sessione di bilancio, ovvero prima dell’approvazione della Nadef, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza del 27 settembre che definisce la cornice della legge di bilancio da inviare a Bruxelles e in Parlamento entro metà ottobre.
La premier vuole una manovra elettorale espansiva che guardi al cruciale appuntamento delle elezioni europee dei primi di giugno 2024. E in questa chiave punta su un colpo a sorpresa, in stile “bonus 80 euro” del governo Renzi arrivato alla vigilia delle Europee 2014. Un aiuto concreto e sostanzioso alle famiglie, da erogare in primavera a ridosso delle urne. Nella convinzione, diffusa tra alcuni economisti di destra, che le misure che spingono l’economia si ripagano da sole alimentando il Pil, senza bisogno di cercare impossibili coperture. Un criterio che la Ragioneria ha sempre respinto […]
DARIA PERROTTA
Un Ragioniere diverso da Mazzotta, nell’idea del governo, fluidificherebbe questa operazione: meno tensioni sulle norme, più sintonia sulle misure, “bollini” meno problematici sulle coperture. Daria Perrotta, in questo senso, fornirebbe molte più garanzie: giovane, classe 1977, creativa. Non è però una mossa semplice. E non è neppure detto che il blitz riesca. Un cambio in corsa del “guardiano” dei conti, appena riconfermato tra l’altro in un momento delicatissimo come il passaggio tra due governatori di Bankitalia tra ottobre e novembre, da Ignazio Visco a Fabio Panetta - sarebbe una prima assoluta. Ma il ragionamento che prende corpo a Palazzo Chigi è che, come osservava Crosetto, «se non si mandano via questi signor no, l’Italia non riparte».
giancarlo giorgetti giorgia meloni
D’altro canto, i rapporti con Mazzotta sono stati freddi sin dall’inizio. Escluso da ogni riunione sulla legge di Bilancio nell’autunno scorso. Accusato di aver sbagliato le relazioni tecniche sul Superbonus e aver avallato una misura che costa 45 miliardi in più: un errore da due punti di Pil che ipoteca le promesse di Meloni. Quasi esautorato sul Pnrr, con il Servizio centrale della Ragioneria trasformato dal ministro Fitto in “Ispettorato” a «supporto dell’autorità politica delegata ».
Bocciato per il caos di Natale sugli emendamenti alla manovra e accusato di assenteismo. Poi giustificato dal ministro Giorgetti: «Hanno lavorato tanto, sono tutti stanchi». I suoi “no” - in realtà bocciature di prassi per mancate coperture - hanno di recente fermato un pezzo di delega fiscale: superbollo, flat tax incrementale per i dipendenti, detassazione di tredicesime e premi di produttività.
guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2023
[…] Il Ragioniere […] potrebbe anche appellarsi al Colle, manifestare le sue preoccupazioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, […] Ricordando che i criteri di validazione della Ragioneria non hanno colore politico […] I rilievi alla manovra del governo Conte II erano racchiusi in 38 pagine con 58 correzioni, contro le 44 modifiche chieste al governo Meloni in 18 pagine. Il governo Draghi si vide recapitare 60 cambi, di cui 36 misure bocciate per mancata copertura. Dati che a Palazzo Chigi però non bastano.
DARIA PERROTTA