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    IL CONTENUTO È NULLA SENZA IL CONTROLLO – LA GUERRA DELLO STREAMING HA GLI SCHIERAMENTI GIÀ PRONTI A COMBATTERE: ORA ANCHE COMCAST FA SUL SERIO, CON GLI “SKY STUDIOS” CHE PUNTANO A OMOGENEIZZARE E RADDOPPIARE LE PRODUZIONI NAZIONALI – NETFLIX HA IL VANTAGGIO DI ESSERE PARTITA PER PRIMA, DISNEY QUELLO DELL’ARCHIVIO E APPLE DEI CLIENTI: MA IL MERCATO È SATURO E LE TROPPE OFFERTE STANNO FACENDO TORNARE LA PIRATERIA


     
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    1 – TREMATE, I PIRATI SON TORNATI – NETFLIX, AMAZON, DISNEY, APPLE: L’OVERDOSE DI PIATTAFORME STREAMING STA AVENDO COME EFFETTO IMMEDIATO LA CRESCITA DELLA PIRATERIA (INFATTI È TORNATO IL TORRENT) – CHECCHÉ NE DICA IL CEO DI NETFLIX HASTINGS (“C’È SPAZIO PER TUTTI”), LE PERSONE NON POSSONO ABBONARSI A QUALUNQUE COSA – IL VANTAGGIO COMPETITIVO DI DISNEY E IL PIANO DI APPLE: A CHE PUNTO SIAMO CON LA GUERRA DELLO STREAMING

     

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    1 – LA GRANDE SFIDA DELLE TV

    Gianmaria Tammaro per “la Stampa”

     

    COMCAST COMCAST

    Nascono gli Sky Studios e hanno sede a Londra. Una nuova realtà produttiva che farà da collegamento e da tramite tra le divisioni presenti nei vari Paesi per tenere alta non solo la qualità delle serie prodotte, ma anche per avere un' attenzione particolare verso quei titoli che hanno ambizioni internazionali, come l' italiana Gomorra o la tedesca Das Boot . Insomma, con l' acquisizione da parte di Comcast, una delle più grandi società di telecomunicazioni americane, Sky ora ha i mezzi per continuare a crescere e ad investire nel mercato: si parla di circa 1.3 miliardi di euro all' anno di budget.

     

    COMCAST E NETFLIX COMCAST E NETFLIX

    A capo degli Sky Studios, come Ceo, è stato nominato Gary Davey, che ha già lavorato in Italia, in Inghilterra e in Germania e che ha avuto esperienze anche al di fuori dell' Europa, a Hong Kong.

    «Questa nuova avventura arriva al momento giusto, soprattutto per andare incontro alle crescenti richieste dei nostri clienti - ha dichiarato -. Non vediamo l' ora di poter lavorare con l' intera comunità creativa, dai singoli artisti fino alle realtà indipendenti più grandi, per produrre sempre più serie originali».

     

    netflix and chill netflix and chill

    Jeremy Darroch, Group Chief Executive di Sky, si è detto entusiasta: «Gli Sky Studios rappresentano un cambiamento per noi, porteranno la nostra visione ad essere la forza principale tra le produzioni e lo sviluppo di contenuti in Europa. La nostra ambizione è di rendere gli Sky Studios famosi per la qualità di quello che produrremo e un posto dove i creativi di tutta Europa possano dare il meglio di sé».

     

    Fare parte di Comcast, ha continuato, «ci ha permesso di aumentare di molto i nostri investimenti e di massimizzare il vantaggio e l' influenza del nostro gruppo e dei nostri partner. È una prova del fatto che Comcast ha creduto fin da subito nel nostro impegno».

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    Raddoppiare le produzioni

    Sul lungo termine gli Sky Studios hanno l' obiettivo di raddoppiare il numero delle serie prodotte. Anche se il cuore delle produzioni Sky rimarranno il dramma e la commedia, non ci sarà nessuna distinzione tra i generi. La prima serie annunciata, dopo il successo di Chernobyl , è The Third Day, ennesimo progetto con Hbo, con cui Sky ha già collaborato per The Young Pope e The New Pope di Paolo Sorrentino.

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    Il protagonista, Sam, interpretato da Jude Law, si ritrova su un' isola misteriosa, dove deve imparare a relazionarsi con gli abitanti e il loro particolare stile di vita. Nel progetto, insieme agli Sky Studios e a Hbo, sono coinvolti anche Plan B Entertainment e Punchdrunk International. Alla regia dei sei episodi di The Third Day ci sarà Marc Munden, mentre alla sceneggiatura è stato confermato il nome di Dennis Kelly, che ha lavorato in precedenza a Utopia , serie di Channel 4, e a Pulling della Bbc.

     

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    Già questa prima serie, da sola, dà un' idea piuttosto precisa di quelle che sono le aspirazioni dei neonati Sky Studios e di Sky: coinvolgere talenti come Kelly, dare loro carta bianca, pensare immediatamente a un volto come Jude Law suggeriscono l' intenzione di sperimentare e di migliorarsi, e soprattutto di provare a imporsi sul mercato non solo inglese o europeo, ma internazionale.

     

    Da una parte Comcast vuole consolidare il proprio predominio e la propria presenza sul territorio statunitense; dall' altra, con Sky, cerca di raccogliere le forze in Europa, di creare un gruppo che possa riportare alla ribalta, ancora una volta, la televisione tradizionale, senza tuttavia dimenticare le tantissime ramificazioni che negli anni Sky ha raggiunto.

     

    Spazi e identità

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    Forse definire gli Sky Studios come una risposta allo streaming e alle varie piattaforme che si affacciano sul mercato potrebbe suonare eccessivo. Ma è innegabile come, almeno in Europa, il primato nelle produzioni internazionali e la possibilità di guidare l' industria siano ancora in ballo.

    È una corsa, questa. Una corsa aperta, a cui si stanno avvicinando sempre più player e canali; una corsa che non lascia fuori nessuno, e in cui tutti, a modo loro, provano a preservare il proprio spazio e la propria identità (come, per esempio, sta facendo la Bbc). Sky non solo vuole partecipare a tutto questo, ma vuole arrivare anche prima.

    E sulla carta, per adesso, ne ha tutte le possibilità.

     

    3 – ORA LA NUOVA FRONTIERA DELLO STREAMING È UN CAMPO DI BATTAGLIA

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    Gianmaria Tammaro per “la Stampa”

     

    Solo pochi giorni fa si è diffusa la voce di un possibile accordo del regista J.J. Abrams con WarnerMedia o Apple. Sul tavolo ci sarebbero circa 500 milioni di dollari. L' altro ieri è stato annunciato che Steven Spielberg è al lavoro sullo sviluppo di una serie horror per Quibi, servizio streaming per mobile. Mesi fa, Apple ha presentato la sua piattaforma, Apple Tv+; e subito dopo, nel giro di qualche settimana, l' ha seguita Disney, che ha finalmente rivelato i primi dettagli del suo servizio, Disney+.

    tim cook e oprah winfrey alla presentazione di apple tv+ 1 tim cook e oprah winfrey alla presentazione di apple tv+ 1

     

    E questo mentre, come gruppo, assumeva il controllo di Hulu. Di Apple Tv+ non si conosce ancora la data precisa del suo arrivo, ma dovrebbe essere prossima. Disney+, invece, arriverà negli Usa il 12 novembre.

     

    Contenuti e tecnologia

    Sulla carta, tutte queste realtà hanno il potenziale per diventare i nuovi protagonisti del mercato internazionale. C' è, però, un «ma». Ed è un «ma» bello grosso: Netflix. È stata Netflix la prima piattaforma a dimostrare tutta la potenzialità dello streaming e di una televisione non-lineare. E in questi anni, non solo è riuscita a darsi una struttura interna sofisticata e pronta a resistere nel tempo, ma ha anche trovato la giusta tecnologia - quella, per intenderci, con cui ha programmato la sua interfaccia - e sviluppato un archivio importante, fatto di tanti titoli.

     

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    In più, rispetto a Disney e a Apple, Netflix ha stretto diverse esclusive: quelle con gli Obama e con Shonda Rhimes, e quella con Ryan Murphy. È riuscita a convincere e a mettere sotto contratto talenti come David Letterman, che aveva annunciato il proprio ritiro dalle scene. E ha dato spazio a creativi come Cary Fukunaga, con la sua Maniac .

     

    Ha dovuto fare alcune rinunce, è vero, come nel caso delle serie Marvel (la terza ed ultima stagione di Jessica Jones è disponibile in streaming da oggi). Ma ha tutto quello che serve a una piattaforma: contenuti e tecnologia. E contenuti e tecnologia li ha anche Amazon Prime Video, che in questi mesi, con la presentazione di Good Omens e con l' annuncio di nuove produzioni, sta mostrando tutto il proprio potenziale e tutta la sua intenzione di puntare sempre di più sulla serialità.

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    Apple ha la forza di milioni e milioni di clienti e una tecnologia più avanzata. Disney, invece, ha serie e film già pronti, e una linea editoriale chiara: sviluppare i propri brand. Sia Apple che Disney, poi, hanno un portafogli molto più ricco di quello di Netflix, che vive ancora di investimenti (senza abbonamenti non può produrre, ma senza produrre non può attirare nuovi abbonati).

     

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    Ma Disney, Netflix, Amazon e Apple sono solo quattro dei player che si stanno preparando a lanciare (o che hanno già lanciato) una loro piattaforma streaming. Negli Stati Uniti, anche Hbo e CBS hanno le loro piattaforme. E WarnerMedia è prossima ad annunciare la sua. C' è un' evidentissima overdose di proposte e di offerte.

     

    L' invasore americano

    In Europa le singole realtà territoriali, come in Francia o nel Regno Unito, corrono ai ripari per resistere all' invasore americano. E in tutto questo quello che diventa evidente è che non sono le piattaforme il problema. Ma il loro modello. Quello per abbonamento. Forse, una soluzione può essere puntare sulle singole transizioni: offrire al pubblico quello che il pubblico vuole, a un prezzo ragionevole, senza sottoscrizioni.

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    Come sta facendo, per esempio, l' italianissima Chili. Oppure provare a raccogliere i servizi, come ha fatto - e continua a fare - Sky con Sky Q.

     

    Il ritorno della pirateria

    Insomma, anche se lo streaming resta la grande frontiera del mercato dell' audiovisivo, si sta arrivando velocemente a una saturazione. In auge, per quanto paradossale possa suonare, sta tornando la pirateria (troppi abbonamenti da pagare e la risposta, spesso, diventa scaricare). E questa guerra - perché è una guerra, non giriamoci attorno - rischia di non vincerla nessuno

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