Francesco Grignetti per ''la Stampa''
Avrebbe effetti dirompenti il ddl della Lega che rimette mano alle norme sugli stupefacenti, ribattezzato Droga Zero. Il capo ci crede molto, perché avverte quanto sia sentito il problema degli adolescenti sballati, come degli spacciatori che stazionano arroganti in troppe piazze italiane. Non ultimo, c' è il particolare che questi ultimi sono per lo più stranieri, africani o maghrebini, che sogna tutti in carcere e poi espulsi.
salvini migranti
Il risultato della riforma, se approvata, sarebbe una stretta straordinaria: pene più alte, auto sequestrata, patente sospesa, impossibile pure accedere alla condizionale come ai lavori socialmente utili. Il piccolo spacciatore, tossicodipendente o no, non uscirebbe più dal carcere con facilità.
Tutto ruota attorno al concetto della «lieve entità» che i leghisti vorrebbero cancellare: un discrimine che permette a tanti di sospendere la pena oppure d' imboccare la via delle comunità in alternativa al carcere. E gli operatori del settore hanno drizzato le antenne.
«Per noi è un' illusione che torna. Non hanno capito che anche a punire di più, certi fenomeni non s' interrompono», dice Riccardo De Facci, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza a nome di 250 comunità e circa 10mila operatori. «L' approccio puramente repressivo, ma anche quello libertario, sul campo non vale. Occorre altro. Serve un Piano nazionale di prevenzione. E se davvero si eliminasse il concetto di "lieve entità" si rischia che il ragazzino stupido, quello che fa il piccolo spaccio per pagarsi la dose, finisca in cella. Noi continuiamo a pensare che questi ragazzi stupidi, e ahimè ce ne sono tanti, debbano incontrare un educatore, non un carcere».
poliziotto ferma pusher
Il concetto di salvaguardare i tossicodipendenti riecheggia anche nella posizione di San Patrignano, pur soddisfatti che qualcosa si sta muovendo: «Siamo coscienti - spiegano - che è necessario intervenire con norme più efficaci in materia di spaccio. Auspichiamo che le norme proposte siano in grado di colpire lo spaccio senza ricadere negativamente sui tossicodipendenti che, a nostro giudizio, hanno bisogno di essere aiutati a superare la loro condizione di emarginazione. Da sempre ci battiamo perché le misure alternative alla detenzione vengano applicate con maggiore intensità dalle strutture a ciò preposte».
SPACCIATORI
Se tutti sembrano consapevoli che il disagio dilaga tra gli adolescenti, la politica si divide immediatamente dopo. Dice Walter Verini, deputato Pd che si occupa di giustizia: «Questo manifesto repressivo di Salvini, incentrato solo sul carcere, è una risposta arretrata e retrograda. È del tutto assente una campagna contro la cultura dello sballo che riguarda alcool, droghe e tabagismo. Per me è solo una prova di gran cinismo».
Il grillino Matteo Mantero è su posizioni opposte a quelle leghiste. Ha presentato un ddl per la liberalizzazione delle droghe leggere. «Io - dice - mi rifaccio a diverse esperienze straniere e a quanto sostiene la Direzione nazionale antimafia: dobbiamo fare i conti con un mercato nero che tocca 5 o 6 milioni di consumatori di droghe leggere, e almeno 150mila spacciatori. Prendersela solo con gli ultimi della filiera non sposterà il problema di un metro. Occorre rivoluzionare tutto, ad esempio permettendo l' autocoltivazione di qualche pianta di cannabis.
Matteo Mantero
In questo modo togliamo i soldi alla criminalità e evitiamo anche che i giovani entrino in contatto con i pusher, i quali hanno ovviamente tutto l' interesse a legarli a sé, spingendoli verso le droghe pesanti, quelle sì pericolose perché danno dipendenza».
Commento finale di Carlo Giovanardi, l' ex ministro e «padre» dell' attuale legge: «La sinistra ci aveva criminalizzati, ma la nostra legge teneva in equilibrio la repressione con la cura. Ora si ritrovano con Salvini e la sua legge-manifesto. Detto questo, è necessario un intervento sulle pene che il governo Renzi ha abbassato, con il risultato che in carcere non ci finisce più nessuno».
GIOVANARDI