Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
jean paul guerlain christina kragh michelsen
In uno dei momenti più bizzarri e drammatici di una battaglia giudiziaria che dura da molti anni, il presidente della corte di appello di Versailles ha chiesto a Jean-Paul Guerlain, 85enne indebolito e poco lucido: «Signor Guerlain, lei vuole sposarsi?». «Sì, voglio sposarmi». «Quanti anni ha, signor Guerlain?». «Sì, voglio sposarmi». «Che tempo fa oggi, signor Guerlain?». «Voglio sposarmi».
la famiglia guerlain
Il giudice ha finito per credere piuttosto a una precedente dichiarazione scritta, prodotta dal figlio, nella quale lo stesso Guerlain rifiutava le nozze. Il matrimonio quindi non si è ancora celebrato e questo rende furiosa la compagna del grande profumiere, la danese Christina Kragh Michelsen, 64 anni, impegnata in una guerra con il coetaneo Stéphane Guerlain. Figlio unico e ultimo rappresentante della dinastia, Stéphane ha la tutela legale sul patriarca e si oppone con tutte le forze al matrimonio, accusando la donna di essersi fatta largo nella vita del padre affetto da Alzheimer al solo scopo di conquistare almeno una parte del patrimonio famigliare, valutato in circa tre miliardi di euro.
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L'incontro tra la signora danese e il creatore di 43 grandi profumi (da Vetiver a Habit Rouge, da Chamade a Samsara) è avvenuto nel 2005, in occasione di un concorso di equitazione. Tra Christina e Jean-Paul c'erano oltre vent' anni di differenza ma condividevano la passione per i cavalli e il profumiere, erede della maison creata nel 1828, ha accettato la proposta della donna: avrebbe accolto i suoi cavalli nella grande tenuta «La Vallée», vicino alla foresta di Rambouillet non troppo lontano da Parigi. Quello è stato il primo passo. Ben presto, dopo i cavalli, è arrivata anche Christina Kragh Michelsen, prima sistemata in una dépendance e poi accolta nella dimora principale. La dipendenza di Guerlain nei confronti della compagna si è fatta più profonda mano a mano che crescevano le sue difficoltà.
stephane guerlain
Il 15 ottobre 2010 Jean-Paul Guerlain era invitato al telegiornale delle 13 del servizio pubblico «France2» per parlare del profumo Samsara: l'atmosfera era di grande ossequio verso un protagonista del savoir vivre alle francese, lui si è prestato volentieri al gioco dell'intervista, ma nello studio è sceso il gelo quando Guerlain ha detto con un sorriso innocente che per creare quel profumo «per una volta mi sono messo a lavorare come un negro. Non so se i negri abbiano mai lavorato granché, ma insomma...».
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Processato per razzismo e condannato a 6.000 euro di multa, Guerlain si è scusato poi infinite volte per quella «stupidaggine» ma ha perso il rapporto di collaborazione che ancora lo legava alla maison di famiglia, comprata dal gruppo Lvmh già nel 1994. Da allora, la progressiva discesa nella confusione mentale, e l'inasprirsi della lotta tra Christina e il figlio Stéphane, avvocato.
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Le denunce non si contano. Lui la accusa di pensare solo all'eredità e di avere licenziato la servitù di lunga data in modo da fare il vuoto attorno a Jean-Paul Guerlain, privo di cure mediche e di assistenza quotidiana. Lei lo ha trascinato in tribunale dicendo che aveva cercato di investirla con l'auto, e lunedì scorso ha portato in aula una registrazione in cui Stéphane le urla addosso minacce di morte e insulti, il più tenero dei quali è «sgualdrina mantenuta». La sentenza del tribunale di Versailles sul tentato investimento è attesa nelle prossime settimane.
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