Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”
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La sfida rossonerazzura che si gioca sul rettangolo verde del Meazza. E il duello fra (t)rapper a colpi di «dissing» (invettive in rima) e pistole che va in scena sulla piazza social e sull'asfalto del quadrilatero di case popolari a due passi dalle luci della «Scala del calcio». È questo derby a costare l'arresto a Kappa 24k, l'ultimo rapper della vivace scena milanese a finire in carcere. Stasera si riempirà lo stadio.
Un mese fa la vicina piazza Monte Falterona s' è svuotata in un lampo. Due crew rivali, quaranta persone in strada, sette esplosioni, un ragazzo a terra ferito da un proiettile all'altezza dell'arteria femorale. Per quell'agguato, pochi giorni dopo finisce in manette Carletto Testa, 51 anni, il ras di via Fleming, con un passato fatto di precedenti per armi, condanne per narcotraffico, sorveglianza speciale.
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Dall'indagine della Squadra mobile, guidata da Marco Calì e Vittorio La Torre, è lui a sparare ad altezza d'uomo e ferire un 26enne egiziano finito in mezzo per caso. Ieri anche la vittima designata del regolamento di conti è stata arrestata. È Islam Abd El Karim, 32 anni, nome d'arte «Kappa 24K», 187 mila follower su Instagram, precedenti per rapina, stupefacenti, evasione. Quella sera è lui a lanciare la sfida: «Venite qui, siamo in piazza, vi sparo in faccia», urla al telefono.
Anche lui è armato. Ed è sempre lui il primo ad aprire il fuoco (quattro i colpi sparati in aria) alla vista degli avversari. Islam è il leader degli emergenti «Refreel 24k», collettivo rap determinato a scalzare il primato della «7zoo»: Rondo da Sosa, Baby Gang, Neima Ezza, Simba La Rue, Keta e via dicendo. Migliaia di visualizzazioni, primi contratti discografici di peso, ma anche una collezione di problemi con la giustizia.
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La sfilza di daspo ha suggerito al più famoso Rondo di volare oltremanica, mentre Baby Gang ed Ezza sono uno in carcere e l'altro ai domiciliari per un'inchiesta su alcune rapine. In questo «vuoto di potere» s' inserisce la tentata scalata del nuovo gruppo alla supremazia musicale del quartiere che sul rap sta modellando chance d'uscita dall'emarginazione.
Agli sfottò segue lo scontro. È l'8 gennaio: «24k» riunisce gli amici per regolare i conti, in particolare con Keta. Sono spintoni, insulti, schiaffi. Nella rissa il suo gruppo ha la meglio. Per questo gli avversari si rivolgono a Testa, nome di peso nel milieu di San Siro che finisce però pestato e disarmato. «Le ha prese anche lui, lo ha steso per terra come un verme», racconterà 24k al telefono.
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Un affronto da vendicare. Passano due ore, sono le 20.30, e Testa e i suoi si ripresentano in piazza. Ad aspettarli c'è 24k, che impugna l'arma sottratta all'avversario. Spara in aria. Testa risponde. Le sirene svuotano la piazza. Nel quartiere c'è «un clima di tensioni fra i gruppi e di desiderio di rivalsa con azioni violente e intimidatorie, anche di tipo scenografico», è la fotografia del gip Natalia Imarisio, e in questo contesto 24k evidenzia «spregiudicatezza, indole violenta, abituale dedizione al crimine».
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