Antonio Riello per Dagospia
antonio riello con un ak47
Ogni guerra è sempre stata accompagnata da un apparato visivo che produce immagini chiave, essenziali per la sua comprensione e la sua storicizzazione. Molte sono naturalmente sostanzialmente strumenti di propaganda (spesso manipolate dalle parti in causa). Altre, nate in circostanze più o meno fortuite, diventano simboli riconoscibili e si incastonano nell'immaginario collettivo. Diventano la parte visibile della Storia. Robert Capa con la sua "morte di miliziano" (1936) crea l'icona della Guerra Civile Spagnola.
la z sui carri armati russi in ucraina
Il Vietnam sta in due terribili foto in bianco e nero: "l'esecuzione del Vietcong" (1968) di Eddie Adams e la foto della piccola Kim Phuc che fugge da un bombardamento al napalm (1972) scattata da Nick Ut. La visione della Prima Guerra del Golfo si condensa nelle foto a colori dei campi petroliferi in fiamme di Steve Mc Curry e nelle riprese dei volti tumefatti dei piloti d'aereo prigionieri di Saddam Hussein (anche e soprattutto di quelli italiani).
A volte possono essere semplicemente degli oggetti che incarnano alla perfezione un certo momento storico.
la z sui carri armati russi in ucraina
E' il caso dell'elmetto delle forze armate tedesche delle Seconda Guerra Mondiale: la sua inconfondibile sagoma condensa tutta la violenza e la brutalità nazista, La rappresentazione delle vicende belliche nel tempo segue determinati caratteristici canoni. Gli specifici mezzi militari e le diverse caratteristiche delle uniformi contribuiscono normalmente a rendere riconoscibili le entità che affollano i campi di battaglia.
antonio riello
Non è materia futile, sono informazioni indispensabili per percepire (e in parte comprendere) minacce e sviluppi. Un devastante Risiko dove i giocatori, nel bene e nel male, rimangono dei soggetti, comunque ben individuabili. C'è poi, non secondario, l'elemento di orgoglio identitario e il senso di clan, come nelle manifestazioni sportive. Ed è comunque la memoria che verrà consegnata agli archivi dell'immaginario futuro, una memoria che ha sempre bisogno di un visual semplice ed icastico.
v russa 1
Del violento attacco russo all'Ucraina abbiamo purtroppo moltissime foto di sofferenze dei civili sotto le bombe. Ma una vero e proprio codice visivo militare sembra ancora latitare. I soldati delle due parti risultano furtivi, incerti, quasi invisibili. Con l'aria di presenze quasi casuali. Più che una guerra robotica e fatta di droni, sembra questo un confronto tra fantasmi. In particolare i soldati Russi sembrano dei fantomatici operai del gas vestiti con una malconcia tutina verdolina. Un esercito di "senza volto".
Di solito i tessuti mimetici trasmettono sempre una grinta minacciosa, la mimetica dei russi sembra emanare piuttosto goffa insicurezza. Gli Ucraini, in apparenza meglio equipaggiati (almeno sul piano individuale), non hanno neanche loro una grande presenza scenica, figurine di un qualche videogame dove spesso gli abiti civili sono frammisti a parti di uniforme. Manca assolutamente l'apparato di mostrine, gradi (o altro) che serve a far capire la natura dei reparti e a suggerire i dettagli della loro organizzazione.
z simbolo dell offensiva russa in ucraina
I Marines Americani o gli Alpini Italiani si riconoscono subito....qui invece i soldati sembrano pericolosamente molto simili, se non uguali. Usano inoltre analoghe armi individuali (le varie evoluzioni del Kalashnikov) e parlano quasi la stessa lingua. Immagini che rimandano alla classica guerra civile.
Da parte ucraina sono i colori della bandiera (un bel giallo e un celeste intenso) che hanno fornito immediatamente ai social il potente leitmotiv iconico di queste vicende belliche.
Nel versante russo è invece la lettera Z il simbolo forte. Non è la "z" dell'alfabeto cirillico (che assomiglia alla cifra 3 scritta a rovescio) ma proprio il carattere Z dell'alfabeto latino. La Z di Zorro insomma. Dipinta in bianco inizialmente sui carri armati invasori (sembra per ragioni pratiche, ovvero per non essere colpiti erroneamente dal "fuoco amico") è rapidamente diventata il riferimento di tutti quelli che in Russia, e altrove, sostengono l'invasione.
ivan kuliak
La si trova stampata sulle T-shirt (in vendita anche su Amazon) e sugli adesivi per auto. Lo stemmino con la Z si può comperare ovunque, una improbabile stilista russa, Maria Butina (ex spia e attualmente membro della Duma), ne raccomanda l'uso nell'abbigliamento per dimostrare "con ferma discrezione" il proprio personale supporto alle decisioni del governo russo. Il ginnasta Ivan Kuliak se l'è fatta cucire sulla tuta per la premiazione di una gara. I disciplinati alunni di una scuola elementare a Kazan ne hanno pensato alla versione gigante in stile Sovietico: una sessantina di loro hanno formato una catena umana a forma di Z.
maria butina
Ma non è finita, in contemporanea qualcuno, sempre da parte russa, sta usando anche la V (sempre dell'alfabeto latino) come suggestione di vittoria. Il celebre segno simbolo della resistenza Britannica ai nazisti, come in un plagio storico, viene riutilizzato in chiave anti-ucraina. Sicuramente con grande dispiacere postumo di Winston Churchill, che era notoriamente un acerrimo nemico delle mire espansionistiche di Stalin.
z simbolo della offensiva russa in ucraina winston churchill fa il segno della vittoria