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    “FACEVO TURNI DA SCHIAVI” - LA HOSTESS ITALIANA ALESSANDRA COCCA VIENE RISARCITA DA RYANAIR CON 64MILA EURO - LA SOCIETÀ IRLANDESE HA ACCETTATO DI VERSARE LA SOMMA ALLA DIPENDENTE, LICENZIATA NEL 2013 IN NORVEGIA DOPO AVER DENUNCIATO UN PILOTA PERCHÉ “ODORAVA D’ALCOL”


     
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    Francesco Tortora per www.corriere.it

    l ex hostess Ryanair Alessandra Cocca l ex hostess Ryanair Alessandra Cocca

     

    Dopo 4 anni di battaglie legali, Ryanair ha accettato di risarcire con 64 mila euro Alessandra Cocca, hostess italiana di stanza in Norvegia, che aveva accusato la compagnia low cost di averla licenziata ingiustamente nel 2013 e di imporre ai dipendenti «turni da schiavi». La società irlandese pagherà all'ex dipendente la somma che corrisponde a tre anni di stipendio lordo, evitando così un procedimento penale.

     

    LA DIATRIBA LEGALE

    michael o leary ryanair michael o leary ryanair

    Secondo le accuse della hostess italiana la società nordeuropea, che l'aveva assunta nel 2012, l'aveva licenziata durante il suo periodo di prova dopo che la dipendente aveva denunciato un pilota perché «odorava d'alcol». Nella versione della compagnia, invece, la hostess non avrebbe rispettato tutte le procedure di sicurezza. Ryanair voleva che il caso fosse giudicata in Irlanda, nazione in cui è registrata la compagnia low cost. Alessandra Cocca ha ottenuto, invece, che la diatriba legale fosse dibattuto in Norvegia, dove la donna lavorava e dove i diritti dei dipendenti hanno una maggiore tutela rispetto all'Irlanda.

    michael o leary michael o leary

     

    LA SODDISFAZIONE DEL SINDACATO

    Vegard Einan, portavoce del sindacato Parat, esprime soddisfazione e afferma che la decisione della Corte norvegese costituirà un importante precedente: «Diversi settori, quello dell'industria aerea in testa, si stanno internazionalizzando — dichiara il sindacalista —. In molti settori, il libero flusso di capitale e di lavoro sono positivi, ma la nostra missione, in quanto sindacati, resta quella di proteggere i diritti dei lavoratori che sono di stanza in Norvegia. Questo caso ha confermato chiaramente che le compagnie internazionali che vogliono operare nel nostro Paese non possono sfuggire alle leggi vigenti».

     

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