Antonio Ruzzo per “il Giornale”
bimbo anti-juve napoli-juve
I pocrisia del fair play, di chi si illude che basti far indossare a un bambino la maglia della squadra avversaria e mandarlo in campo mano nella mano con i campioni per insegnargli i valori dello sport. Ipocrisia di un calcio incapace a volte (spesso) di dare l' esempio. Di un calcio che insulta, fa «buuu», minaccia, fa a botte e arriva anche a uccidere come è successo poche settimane in un agguato tra tifosi in Basilicata. Ipocrisia di uno sport che s' indigna e che alla fine mette alla gogna un ragazzino di nove anni che in realtà fa solo ciò che vede, ciò che gli insegnano,che fanno gli adulti e i suoi «eroi» in campo e fuori. La storia è di pochi giorni fa.
Domenica sera, quando allo stadio entrano in campo Napoli e Juventus, ad accompagnare le squadre come sempre ci sono anche i bambini che indossano le maglie di padroni di casa e avversari e si mettono a centrocampo per salutare il pubblico.
Davanti alle telecamere, che lo inquadrano con la divisa bianconera dell'«odiata» Juve, c' è però un bimbo-mascotte che copre il simbolo dello scudetto bianconero fiero di rivendicare il tifo e una rivalità che a Napoli è sanguigna, che va oltre la logica, oltre Higuain e anche oltre a Sarri.
Roba da grandi. Ma lui è in campo e quindi ne approfitta. Buonsenso vorrebbe che finisse tutto lì. Anche e perchè è già successo, durante un derby Juve-Toro, che una piccola mascotte granata che indossava la maglia bianconera mimasse alle telecamere la cresta del «gallo» Belotti. E invece (purtroppo) la storia continua perchè a fine partita, sotto il naso del piccolo tifoso partenopeo, qualcuno mette addirittura un microfono e lui completa l' invettiva anti juventina scimmiottando ciò che fanno gli adulti con una colorita serie di insulti.
napoli juve
Tanti anni fa sarebbe finita con una sgridata, una sculacciata o magari un ceffone. A futura memoria, a spiegargli che alla sua età andare in campo al San Paolo con Ronaldo, Dybala, Ruiz o Insigne non capita a tutti e non serve fare i fenomeni ma bisogna imparare a stare al proprio posto. Ma ormai web e social amplificano ogni respiro. Così in poche ore il video di quell' assurda «intervista» finisce in rete commentato da decine di migliaia di persone: «Come sempre accade - spiega l' avvocato della famiglia Sergio Pisani - si è scatenata una vera e propria gogna contro il piccolo e la sua famiglia con migliaia di commenti, di insulti e anche minacce. Ho chiesto l' immediata rimozione del video da parte di chiunque lo abbia pubblicato o solo condiviso perchè è assurdo che un minorenne possa subire l' invadenza di microfoni e telecamere senza il consenso dei genitori...».
Ma sono gli adulti a dare l' esempio. Nella vita e anche nello sport perchè è lì che si comincia. Nei campetti di periferia, negli spogliatoi, nelle sfide tra pulcini, allievi, juniores è tutto uno scimmiottare ciò che fanno i grandi in campo e fuori. E non sempre il circolo è virtuoso, anzi: la deriva è pessima. Non c' entrano solo il calcio, la pallavolo, il basket o chissà quale altro sport, non c' entrano solo i campioni che insultano, mandano arbitri a quel paese, barano in campo e fuoricampo.
C' entrano cultura ed educazione. C' entrano genitori arroganti sugli spalti che sono ugualmente arroganti in auto, durante la coda ad uno sportello, con i professori dei loro ragazzi, al lavoro, in casa. E i figli fanno ciò che fanno loro perchè sono carte assorbenti che raccolgono il bene e il male. E' una perversa catena di Sant' Antonio dove conta solo primeggiare, battere l' avversario, vincere e magari poi sbeffeggiare i battuti.
bimbo anti-juve napoli-juve
E allora arrivano quasi come una boccata d' ossigeno le prime dichiarazioni di Quique Setièn, neo allenatore del Barcellona che, arrivato al Nou Camp, ha spiegato al mondo qual è la sua filosofia di sport: «Bisogna dare un' importanza anche allo sforzo, all' impegno, a come si valorizzano le risorse di cui si dispone e alla verità- ha detto- Stiamo trasmettendo ai nostri figli e alle nuove generazioni l' idea che se non vinci non sei una persona valida. Stiamo creando così una tremenda quantità di falliti». Il resto sono chiacchiere. Anzi, solo ipocrisia.
BAMBINI-TIFOSI DELLA JUVENTUS INSULTANO VOLGARMENTE IL PORTIERE DELL'UDINESE
Da https://www.ilgazzettino.it/ del 3 dicembre 2013
Non è stata una decisione particolarmente felice quella della Juventus che, domenica scorsa per la partita contro l'Udinese, ha aperto le porte dello Juventus Stadium ai ragazzini delle scuole per riempire le curve, che erano state chiuse dal giudice sportivo per cori discriminatori. Ogni volta che il portiere dei friulani Brkic toccava palla, infatti, i ragazzi urlavano "Oh merda" all'indirizzo del giocatore. Il risultato? La società è stata multata. Ecco l'articolo: http://goo.gl/evD85f