allegri
Fabiana Della Valle per la Gazzetta dello Sport
Avviso ai naviganti: quando le «sclerate» di Massimiliano Allegri diventano frequenti e ricorrenti, significa che la misura è colma e che potrebbe cambiare aria. La lite con Mario Sconcerti andata in onda in diretta sulla Rai nel post partita non è una prova, semplicemente un indizio di ciò che potrebbe succedere a fine stagione.
Adesso è impossibile fare pronostici, perché il tecnico mischia quotidianamente le carte con le dichiarazioni pre e post partita, probabilmente perché anche lui non ha le idee chiare. Mercoledì sera all' Olimpico, Allegri ha dato un' indicazione in mezzo ai fuochi d' artificio: «Fate domande assurde.
juve milan allegri
In questo sport ci sono mille imprevisti, come il Monopoli. Bisogna saper gestire tutte le situazioni. Galeone mi ha insegnato la semplicità, qui sembra che si debbano mandare i missili sulla luna. Io mi diverto ad allenare. Bisogna andare avanti, cercheremo di vincere il campionato e l' anno prossimo ci sarà da combattere. Dovremo pensare a come migliorarci».
Quest' ultima frase, messa accanto agli innumerevoli «sto bene alla Juve» pronunciati di recente, fanno pensare al desiderio di restare. Ma occhio agli imprevisti, che potrebbero presentarsi sotto forma di nuove prospettive.
PREMIER O FERMO? Allegri ha un contratto fino al 2020 e con 7,5 milioni di euro a stagione è l' allenatore più pagato della A.
ambra allegri
Però è anche al termine del quarto anno in bianco e nero, un quadriennio durante il quale ha vinto di tutto di più, tranne la Champions (dove è arrivato due volte in finale). Difficile fare meglio, anzi qualsiasi risultato diverso dalla conquista dello scudetto sarebbe un fallimento. Per questo, a rigor di logica, non ci sarebbe momento migliore di adesso per separarsi da Madama, al culmine e senza correre il rischio che il rapporto si logori, come accadde al Milan.
CAN PER CONVINCERLO In ogni caso sarebbe una scelta di Max, perché la società al momento non ha dubbi: ha deciso un anno fa di aprire un nuovo ciclo con Allegri e non ha cambiato idea. È il tecnico a essere combattuto tra il brivido del rischio e un porto sicuro. Le pretendenti ci sono, ma nessuna finora ha fatto una dichiarazione ufficiale: l' Arsenal pare la soluzione più plausibile, sullo sfondo c' è anche il Chelsea, altra panchina prestigiosa che dovrebbe liberarsi. Allegri è intrigato da un' esperienza all' estero, ma con gli amici più intimi non ha escluso l' ipotesi di un anno sabbatico se non busserà nessuno alla sua porta.
ALLEGRI MAROTTA
Con la dirigenza s' incontrerà a breve, l' anno scorso il colloquio con Andrea Agnelli e Beppe Marotta fu decisivo per convincerlo a restare. Potrebbe accadere lo stesso anche stavolta con promesse di mercato: Allegri vuole rinforzare il centrocampo: oltre a Emre Can (che dovrebbe firmare dopo la finale di Champions del Liverpool), punta a un altro giovane (in pole c' è Pellegrini).
In più arriveranno Caldara e Spinazzola dall' Atalanta: se resterà, il tecnico punterà a svecchiare e a ricostruire, anche mettendo in conto di non vincere per un anno. «Magari domattina darò le dimissioni, mi metterò su un gommone al largo di Livorno e ogni tanto verrò a vedere qualche partita», aveva detto ad agosto 2013 dopo la vittoria nel playoff di Champions, per rispondere alle critiche. Non lo fece e qualche mese dopo il Milan lo esonerò. Ciò che Max vorrebbe evitare.
2. IL DOBLETE NON CAMBIA IL FUTURO
Domenico Latagliata per il Giornale
allegri agnelli marotta
Roma bianconera. Lo è diventata due sere fa e la replica potrebbe andare in scena domenica. Quando, pareggiando contro la squadra di Di Francesco e senza badare al risultato del Napoli contro la Sampdoria, la Juventus festeggerebbe il settimo scudetto di fila. Dubbi sul double non ce ne sono comunque più: resta solo da verificare il quando, non certo il se. Poi, ci sarà da pensare al futuro. E stavolta potrebbe essere meno semplice del solito. Perché è vero che Marotta si è sempre portato avanti con il lavoro e lo stesso ha fatto anche nei mesi scorsi: però la rosa a disposizione di Allegri è vecchiotta e il processo di rinnovamento sarà quasi obbligato.
allegri
Al punto che anche questo potrebbe essere argomento di discussione: le parti si incontreranno presumibilmente la prossima settimana per affrontare il tutto, cercando un punto di accordo e non immaginando al momento una rottura o un raffreddamento dei rapporti. Meglio comunque non escludere nulla, pur se lo stesso allenatore ha ribadito più volte di avere «firmato fino al 2020 e non vedo perché dovrei andare via». Certi segnali di nervosismo, espressi anche nel post finale di Coppa Italia, non possono tuttavia essere sottovalutati né la Juve si farà trovare impreparata se, dopo quattro anni pieni di soddisfazioni, il matrimonio volgerà al termine: Zidane e Klopp sarebbero i sogni, Simone Inzaghi l'opzione più percorribile, più di quelle che porterebbero a Deschamps, Sousa, Pochettino o all'eventuale sorpresa Sergio Conceiçao.
EMRE CAN
Poi, bisognerà mettere mano alla squadra. Paradossalmente, più di quanto magari non farà il Milan appena battuto. Perché la scorsa estate il Diavolo ha portato a casa una serie di giocatori dalla carta d'identità quasi in perfetto stato, mentre la Juventus sa già con certezza che alcuni dei suoi senatori sono pronti a lasciare o comunque a cambiare strada. Al di là di Buffon, la difesa perderà a parametro zero Lichtsteiner (Borussia Dortmund) e Asamoah (Inter), dovendo poi avere a che fare con gli anni di Barzagli e Chiellini. Resteranno De Sciglio (spesso fermo, però), Benatia e Rugani, arriveranno Caldara e Spinazzola, probabilmente Darmian (United).
allegri
Magari basteranno, magari no. Idem in mezzo al campo: Khedira e Marchisio paiono a fine corsa e, a seconda di quello che decideranno, andranno rimpiazzati o supportati: Emre Can (Liverpool) viene dato ormai per fatto, poi tra gli altri piacciono Cristante, Pellegrini e il solito Rabiot (Psg). Tra centrocampo e attacco, è certa la permanenza di Matuidi, Bentancur, Bernardeschi, Douglas Costa e Cuadrado, con probabile ritorno del croato Pjaca: idem Higuain, mentre Mandzukic potrebbe volere traslocare. Un discorso a parte lo merita Dybala, reduce da una stagione in chiaroscuro in cui anche i rapporti con Allegri non sono sempre stati idilliaci: la sensazione è che, di fronte a un'offerta a tre cifre, la Joya potrebbe anche partire. Magari con destinazione Spagna o Inghilterra, difficilmente la Germania. Tra i possibili arrivi, anche il ritorno di Morata (Chelsea).
MASSIMILIANO ALLEGRI sarri e allegri