Elmar Bergonzini e Nicola Berardino per La Gazzetta dello Sport - Roma
patarca
«Non ho mai pensato di tradire la Lazio né i suoi tifosi». Parole che scorrevano dal cuore di Volfango Patarca due mesi fa e che ora diventano il suo eterno atto d' amore verso i colori biancocelesti. L' altra notte lo storico talent scout della Lazio è scomparso. Aveva 72 anni ed era stato lo scopritore di Nesta, Di Canio, Di Biagio e Di Vaio, i più noti di un elenco lunghissimo.
Nel 2005, dopo che era stato interrotto il suo lungo rapporto con la Lazio, arrivò una chiamata da Bruno Conti. Che lo invitava a scovare nuovi campioni per la Roma. Patarca, anche se lusingato dalla quella richiesta giunta da un campione che stimava molto, non ebbe dubbi.
Non poteva tradire l' universo affettivo che per lui era la Lazio.
carriera Nato a Roma, al Quarticciolo, nel 1945, Patarca da giovane calciatore era considerato uno dei più grandi talenti del Lazio. Nel 1962-63 divenne campione d' Italia Juniores con la Tevere Roma. Anche a causa di un carattere forse troppo forte, non riuscì però a sfondare: giocò con Alatri, Venosa, Frascati. Vinse la Coppa Italia dei dilettanti con la Stefer Roma (battendo in finale il Sora) e giocò col Lecce. Poi si dedicò al calcio giovanile. Nel 1981 entrò quindi nella Lazio, dove fino al 2005 (dopo l' arrivo di Lotito: addio con molti attriti) ricoprì il ruolo di allenatore delle Giovanili e responsabile della Scuola Calcio. Dopo una breve esperienza al Lanciano, nei mesi scorsi aveva appoggiato il progetto di Massimo Cragnotti per la scuola calcio Cragnotti Football Club, della quale sarebbe dovuto essere direttore tecnico.
di canio patarca
ALLIEVI DOC Uno degli episodi che Volfango raccontava con maggiore trasporto è datato 15 gennaio 1989. Quel giorno Di Canio segnò il gol decisivo nel derby. Patarca, in tribuna, era gonfio d' orgoglio. «Paoletto», come lo chiamava, lo aveva fatto diventare grande lui. A furia di consigli, e sfuriate paterne.
Perché Patarca si rivedeva in Di Canio: non soltanto perché entrambi venivano dal Quarticciolo, ma anche per il carattere a volte spigoloso. «Al provino di Alessandro eravamo presenti io e Bob Lovati, che era il mio superiore - raccontò una volta -.
Molti venivano visionati più volte. Ma Nesta lo prendemmo subito. Si vedeva che sarebbe diventato il più forte di tutti».
maestro di vita Sui social il ricordo emozionato proprio del grande ex difensore laziale. «Ci lascia un grande maestro di vita e di calcio, un personaggio al quale devo gran parte di quello che ho fatto nella mia carriera.
alessandro nesta allena il miami fc
Personaggio che ha dedicato tutta la sua vita a crescere calciatori e uomini nelle periferie di Roma spinto solamente dalla sua grande passione. Un abbraccio alla sua splendida famiglia». Ha parlato con tono commosso Gigi Di Biagio, che stamane parteciperà ai funerali (ore 11, alla chiesa di via Manfredonia, al Quarticciolo).«Se ne va un pezzo della mia vita.
Ha fatto parte della mia adolescenza e mi ha allenato per 4-5 anni, tra Pulcini e Allievi. È stata molto di più di un semplice allenatore, un uomo straordinario. Era un maestro di vita».
di vaio
La Lazio ha ricordato Patarca esprimendo il proprio cordoglio alla famiglia.
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