salvini
Alessandro Barbera e Amedeo La Mattina per la Stampa
Stamane Matteo Salvini riunisce al Viminale gli esperti economici per decidere le richieste della Lega sulla Legge di Bilancio. Saranno proposte che dovranno essere conciliate con quelle dei Cinque Stelle e del ministro dell' Economia Giovanni Tria: una mediazione che servirà a non scongiurare la deflagrazione della maggioranza giallo-verde.
«Certo - spiega il vicepremier leghista alla vigilia dell' incontro - sarà un compromesso ma per noi non potrà essere un compromesso al ribasso perché non siamo un governo tecnico. Sarà comunque una manovra economica rispettosa di tutte le regole, che farà pagare meno tasse agli italiani». Salvini si rende conto di non poter forzare la mano al responsabile di via XX Settembre senza rischiare le sue dimissioni e andare allo scontro frontale con Bruxelles. La crescita dello spread e l' attesa al varco dei mercati, di quegli investitori che devono decidere se continuare ad acquistare o meno i nostri titoli di Stato rende una parte del Carroccio molto prudente.
Deficit sotto al 3% Sforare il tre per cento del rapporto deficit/Pil non è all' ordine del giorno, al di là delle dichiarazioni dal sapore propagandistico. «Il punto è stabilire dove fissare l' asticella in quel margine tra l' 1,4% di oggi e il tetto massimo del 3%.
MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
È un margine che vale circa 26 miliardi», spiega il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, uno dei partecipanti al vertice di oggi insieme al numero due della Lega Giancarlo Giorgetti e ai due presidenti delle commissioni che si occuperanno della manovra economica, Claudio Borghi (la Bilancio della Camera) e Alberto Bagnai (la Finanze del Senato). Borghi e Bagnai sono i due leghisti anti-euro che spingono di più per una manovra espansiva, e disposti alla rottura con l' Europa. Dello stesso avviso Siri, mentre a frenare non è solo Giorgetti ma soprattutto Massimo Garavaglia, il viceministro dell' Economia considerato ufficiale di collegamento tra Tria e Salvini.
giovanni tria
Il ruolo di Garavaglia Sarà lui a illustrare ai compagni di partito fino a che punto possono spingersi e quale sono i paletti fissati dal suo ministero. In questi giorni Garavaglia è stato chiaro quando ha detto di essere d' accordo con Tria: «Il debito si riduce se la crescita è più forte dell' aumento del debito. La volontà di sforare il tre per cento è un' invenzione. Non dobbiamo essere i primi della classe nell' Unione europea ma nemmeno gli ultimi».
Più che l' Europa, il vero nemico con il quale evitare la rottura traumatica sono gli investitori, coloro i quali comprano e vendono i titoli di Stato sui mercati. Salvini, che si candida ad essere la guida del fronte populista in Europa, non può permettersi scenari radicali - come lo sarebbe un eventuale aumento incontrollato degli spread - a pochi mesi dalle elezioni europee.
borghi salvini bagnai
D' altra parte sa che alzare la voce, mostrarsi ostile alle istituzioni europee e al mondo della finanza può solo migliorare i suoi sondaggi. Nelle riunioni preparatorie di agosto si è deciso di partire da un deficit pari a circa 1,5 per cento.
Ogni decimale in più strappato nella trattativa con Bruxelles sarà considerata una conquista. Salvini è deciso a chiedere fino al due per cento, e finché si tratterà di andare oltre le regole di qualche decimale l' Europa potrebbe decidere di chiudere un occhio in nome della realpolitik. Dice il leader leghista a Deutsche Well: «In autunno metteremo in campo le riforme che daranno ai signori dello spread le risposte che aspettano».
Se c' è una misura su cui si può realizzare uno scambio utile con l' Europa è il taglio delle tasse: «Bisognerà capire se il primo passo a favore delle partite Iva e le imprese - sostiene Siri - prevede il regime forfettizzato del 15% per chi fattura ottantamila euro o per chi ha un reddito di ottantamila euro. Se ci si vuole limitare alla prima ipotesi significherebbe che a beneficiarne sarebbero i lavoratori autonomi con un reddito di circa ventimila euro».
garavaglia
Per la Lega sarebbe poco, troppo poco. Ma si tratterebbe comunque di un primo passo. L' anno prossimo si vedrà. Nel frattempo il vento del populismo potrebbe riempire il Parlamento europeo e Matteo Salvini trasformarsi nell' uomo forte del centrodestra europeo.
conte di maio salvini conte e tria
GIOVANNI TRIA