Dino Martirano per il Corriere della Sera
falconio radio radicale
Il M5S ha spento Radio Radicale. Ieri sera, il veto dei deputati grillini - soli contro tutti gli altri partiti - ha precluso alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera la possibilità di votare gli emendamenti fotocopia presentati da Lega, Pd, Forza Italia, Fratelli d' Italia e Misto che puntano a prorogare di sei mesi (seppure con un finanziamento ridotto a 3,5 milioni) la convenzione, scaduta proprio ieri, tra il Mise e la storica emittente radicale: un' emittente che da oltre 40 anni assicura un servizio pubblico con la trasmissione quotidiana delle sedute parlamentari, dei comizi di tutti i partiti, di molti processi.
Inutili gli sforzi del presidente della commissione Bilancio, il leghista Claudio Borghi: la richiesta di poter votare gli emendamenti per Radio Radicale, presentati al testo del ddl di conversione del decreto legge Crescita, si è scontrata contro il muro eretto dai grillini che alla richiesta di un chiarimento avanzato da Silvia Fregolent (Pd), hanno risposto: «Dopo tanti anni di mangiapane a tradimento, basta con il finanziamento pubblico».
radio radicale
La delegazione grillina ha eseguito senza discutere le direttive impartite dal governo, nella persona del sottosegretario Vito Crimi,che ancora ieri ripeteva il suo mantra: «La nostra posizione non cambia». E così in serata - dopo un complesso tentativo di dichiarare ammissibili gli emendamenti sulla proroga della convenzione - è toccato al giovane grillino Raffaele Trano far mancare la necessaria unanimità e infliggere il colpo di grazia alla radio.
Non una parola da parte della presidente della commissione Finanze, Carla Ruocco (M5S) e dagli altri membri grillini riuniti in seduta congiunta della V e della VI commissione (tra gli altri Buonpane, D' Incà, Trizzino, Currò, Zennaro). A questo punto sono davvero a rischio 100 posti di lavoro: «In assenza di fatti nuovi possiamo andare avanti al massimo fino a metà giugno», ha detto il direttore Alessio Falconio.
MARCO PANNELLA RADIO RADICALE
Il Movimento ha dunque spento la fiammella di Radio Radicale ma sotto la cenere potrebbe esserci ancora un lapillo di salvezza. L' unico che può alimentarlo, ora, è il presidente della Camera Roberto Fico: per consentire al Parlamento di approvare (o di respingere) la richiesta di mantenere in vita una voce libera.
Niente di più.
GIACHETTI
GIACHETTI SCIOPERO DELLA FAME
Alessandro Arachi per il Corriere della Sera
Roberto Giachetti, come si sente?
«Meglio, qui dentro si sono molto presi cura di me e adesso mi sorvegliano a vista».
È arrivato all' ospedale romano di San Carlo di Nancy che rischiava grosso...
«Oltre che della fame avevo cominciato lo sciopero della sete. Ero molto disidratato».
LUIGI DI MAIO AL TELEFONO
Tutto per cercare di salvare Radio Radicale che rischia seriamente la chiusura. Lei è un deputato del Pd ma con una lunga e non interrotta storia con i radicali...
«Il digiuno è il metodo non violento che ci ha insegnato Marco Pannella.
Non si può chiudere una radio come Radio Radicale che nel nostro Paese ha fatto la storia, e non solo...».
Cosa altro?
«Radio Radicale in tutti questi anni ha svolto un ruolo evidente di formazione politica, non possiamo dimenticare e cancellare tutte le dirette fatte dal Parlamento. È una voce storica, ma soprattutto pluralista».
Ma perché secondo lei la vogliono chiudere?
CONTE E DI MAIO
«Non ne ho proprio un' idea».
Nessuna idea? Dice davvero?
«Ho provato anche a chiederlo al mio amico Luigi, Luigi Di Maio, intendo. I Cinque Stelle si sono impuntati, hanno voluto accanirsi contro Radio Radicale, ma non capiscono».
Cosa non capiscono?
«Che decidere di chiudere Radio Radicale vuol dire una perdita che coinvolge tutto il Paese».
Perché prima ha detto che in questo ospedale romano la stanno sorvegliando a vista?
«Forse hanno capito che se non mi sorvegliano, io da solo non mangio e non bevo».
Come mai?
«Non ho nessuna intenzione di sospendere la mia battaglia per salvare la radio».
fico di maio
Non vuole sospendere lo sciopero della fame?
«Qui sono costretto a farlo».
Altrimenti?
«Appena mi è possibile riprendo il mio sciopero».
Ma la sua salute è stata in pericolo....
«Anche Radio Radicale è in pericolo. Un pericolo mortale...».
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