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    1. DOPO LA SENTENZA DEL TAR SU DE MAGISTRIS, C’È IL RISCHIO CHE LA CORTE COSTITUZIONALE METTA MANO ALLA LEGGE SEVERINO SUI PUNTI DELL'INCANDIDABILITÀ E DELLA DECADENZA 2. LA MAGGIORANZA PENSA DI GIOCARE D’ANTICIPO E DI CAMBIARE LA LEGGE NELLA PARTE IN CUI FA DECADERE GLI AMMINISTRATORI LOCALI DOPO LA SEMPLICE CONDANNA IN PRIMO GRADO, CON UN’EVIDENTE DISPARITÀ RISPETTO AI DEPUTATI, PER I QUALI VALE LA CONDANNA DEFINITIVA 3. OVVIAMENTE, ANCHE SE BERLUSCONI NON È UN AMMINISTRATORE LOCALE, C’È IL RISCHIO CHE UN CAMBIAMENTO DELLA “SEVERINO” SIA L’OCCASIONE PER FARGLI UN REGALONE, ANCHE SE IL PD ESCLUDE ASSIST CHE VERREBBERO SUBITO ADDEBITATI AL PATTO DEL NAZARENO. 4. FORZA ITALIA FIUTA L'OCCASIONE PROPIZIA E SI MOBILITA PER LA RIABILITAZIONE DEL SUO LEADER. DANIELA SANTANCHÈ TWITTA: “COME CI MUOVIAMO SULLA LEGGE SEVERINO?”


     
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    luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 4 luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 4

    1.”La legge Severino cambierà. Ecco le modifiche ma solo per i condannati in primo grado. Il governo: il resto non si tocca”

    Liana Milella per “la Repubblica”

     

    Colpo a sorpresa sulla legge Severino. Il caso De Magistris, e la sua sospensione da sindaco poi bloccata dal Tar di Napoli che è ricorso alla Consulta, fa riflettere la maggioranza sulla disparità di trattamento tra chi resta fuori dagli organi elettivi dopo una condanna definitiva (vedi Berlusconi) e chi invece viene sospeso anche per una condanna in primo grado (vedi De Magistris). Nel primo gruppo ci sono i parlamentari italiani ed europei. Nel secondo gli amministratori locali.

    luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte

     

    Sarà un’iniziativa parlamentare, e quindi non un intervento diretto del governo, a correggere quella che suona come una discrasia, da una parte a casa solo chi ha sulle spalle una condanna passata ingiudicato, dall’altra sospeso chi invece è stato solamente condannato in primo grado, ma magari poi può essere definitivamente assolto. A palazzo Chigi la futura correzione viene condivisa e commentata positivamente: «Si tratta di una norma di civiltà». Su Repubblica, giusto ieri, ha sostenuto questa stessa tesi il vice presidente del Csm Giovanni Legnini.

    renzi e berlusconi 2 2 renzi e berlusconi 2 2

     

    Matteo Renzi, in più di un’occasione da quando è premier, ha detto che non può bastare un avviso di garanzia o una condanna in primo grado per mettere fuori dalle istituzioni un esponente politico. Ma chi sta per presentare la modifica al decreto legislativo del dicembre 2012 — comunemente noto come legge Severino perché “figlio” della famosa legge anti-corruzione approvata ad ottobre dello stesso anno e seguita dall’allora Guardasigilli Paola Severino — ci tiene subito a chiarire che non cambierà nulla per i condannati definitivi come Berlusconi. Chi conferma la notizia insiste sulla sottolineatura: «Non cominciamo a fare fantasie sul patto del Nazareno e su un intervento che avvantaggia Berlusconi, per lui tutto resta uguale».

    bruno vespa tra renzi e berlusconi bruno vespa tra renzi e berlusconi

     

    L’ex premier è decaduto dal Senato il 27 novembre del 2013, dopo un voto a larga maggioranza e dopo la condanna a 4 anni nel processo Mediaset del 2 agosto. Resterà incandidabile, come prevede la stessa legge, per sei anni. Forza Italia, da quando è esploso il caso De Magistris e soprattutto dopo la pronuncia del Tar che ha mandato la Severino alla Consulta, parla di due pesi e due misure, uno cacciato l’altro sospeso, e si augura che qualcosa possa cambiare anche per l’ex premier. Ma il capitolo della legge in cui rientra Berlusconi — le regole sull’ineleggibilità per i candidati e gli eletti in Parlamento — non subirà alcuna modifica.

    RENZI E BERLUSCONI RENZI E BERLUSCONI

     

    Chi sta per presentare la nuova proposta ci tiene subito a sottolinearlo per evitare che la modifica venga vissuta come «un regalo a Silvio». È destinata a cambiare «solo» la regola per gli amministratori locali, per i quali oggi basta solo una condanna in primo grado per incappare nella sospensione del prefetto, proprio com’è avvenuto per il sindaco di Napoli dopo la condanna per abuso d’ufficio a un anno e tre mesi.

     

    La prima conseguenza della modifica, che accoglie in pieno proprio la tesi di De Magistris (si deve essere sospesi solo a seguito di una condanna definitiva), è che la Consulta, pur officiata dal Tar, potrebbe non doversi più occupare della vicenda perché se la legge viene cambiata proprio in quel punto cade la presunzione di incostituzionalità. Una tutela questa per la legge Severino che altrimenti avrebbe potuto rischiare una pronuncia di parziale incostituzionalità in un punto molto importante che avrebbe potuto anche terremotare l’intera legge.

    VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI E BERLUSCONI VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI E BERLUSCONI

     

    Va detto però che la decisione del Tar investe anche un altro capitolo delicato, quello della retroattività della stessa legge. Un caposaldo delle norme sull’ineleggibilità che sia De Magistris che Berlusconi contestano, seppure in modo differente. Il sindaco sostiene che quando lui è stato eletto la legge ancora non c’era e quindi l’abuso d’ufficio non era tra i reati che precludevano una candidatura. Berlusconi invece, dopo la decadenza, è ricorso alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, sostenendo che la legge Severino non c’era quando lui ha commesso la frode fiscale per cui è stato poi condannato. Quindi, per lui, la Severino non dovrebbe valere.

     

    Avrebbe voluto andare anche lui alla Consulta, ma la giunta per le autorizzazioni del Senato non ha accolto la sua istanza non ritenendola ammissibile. Chi sta per presentare la modifica alla legge, in queste ore, riflette anche sull’opportunità di inserire una norma transitoria, oggi mancante, che chiarisca una volta per tutte che le norme si applicano per il presente e per il passato, nel momento in cui c’è una candidatura oppure c’è una verifica sulle condizioni di possibile decadenza di un componente delle istituzioni.

    RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA

     

    Ancora da decidere come “camminerà” la modifica. Un intervento autonomo, abbastanza improbabile, oppure un emendamento in una legge in via di approvazione? Questa seconda via sembra la più semplice e soprattutto la più rapida. Soprattutto per evitare una gara rispetto al cammino che farà alla Consulta il ricorso del Tar di Napoli.

     

     

     

    2. “La legge Severino non va: se ne accorge pure il Csm”

    Mariateresa Conti per “Il Giornale”

     

    Paola Severino Paola Severino

    Ci voleva il caso De Magistris. Ora che l'ex magistrato sindaco di Napoli ha ottenuto dal Tar lo stop al provvedimento di sospensione imposto dalla legge Severino e la valutazione di costituzionalità della norma da parte della Consulta, anche il Csm si accorge che no, non va bene cacciare via un amministratore locale per una condanna di primo grado per abuso d'ufficio, come è accaduto ora a De Magistris ma nell'ultimo anno a tanti, dal presidente della Provincia di Latina Armando Cusani al governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, entrambi «ex» a causa della norma che porta il nome dell'ex Guardasigilli. Per non parlare della «cacciata» di Silvio Berlusconi dal Senato. E così, grazie al caso De Magistris, contrordine, compagni e toghe: la Severino non va e si può cambiare.

     

    Paola Severino Paola Severino

    La svolta garantista arriva dal vertice del Csm, il neo vicepresidente Pd Giovanni Legnini, che in un'intervista a Repubblica apre a modifiche della tanto contestata norma: «La Severino – dice – ha risposto a un'istanza che il Paese poneva da molto tempo, garantire che le funzioni pubbliche siano esercitate da persone sulla cui correttezza e trasparenza non può dubitarsi. Dopodiché talune disposizioni eccessive forse meriterebbero una serena rivalutazione in sede parlamentare. Probabilmente rimuovere un sindaco dopo una sentenza di primo grado per un reato come l'abuso d'ufficio è eccessivo».

     

    Altri tempi. Altro Csm, un anno fa quello guidato da Michele Vietti, che il 22 ottobre del 2012, un mese prima del voto sulla decadenza da senatore dell'ex premier (il 27 novembre, ndr) difendeva la norma sostenendo che «la decadenza prevista dalla Severino è una misura amministrativa che presuppone il venir meno delle condizioni di onorabilità per ricoprire funzioni pubbliche». Altro clima quello in cui, sempre l'anno scorso, il neo ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sbarrava la strada al ricorso alla Corte costituzionale per Berlusconi, al contrario del collega di partito Luciano Violante, che invece era possibilista: «La richiesta alla Consulta – diceva Gentiloni è inaccettabile. Stiamo parlando di una legge approvata da poco dal Parlamento e non 20 anni fa, che è stata largamente condivisa e che Napolitano ha sottoscritto con un vaglio di costituzionalità».

    GIOVANNI LEGNINI GIOVANNI LEGNINI

     

     Altro Pd quello che isolò Luciano Violante quando per il Cav lasciò intravedere una scappatoia: «La Giunta (delle autorizzazioni del Senato, ndr) se ritenesse che ci fossero i presupposti potrebbe sollevare l'eccezione di fronte alla Corte. Non sarebbe una dilazione, sarebbe applicazione della Costituzione».

     

    Ora il ricorso alla Consulta c'è, a ricorrere contro la legge è un sindaco di sinistra e per di più ex magistrato come De Magistris, persino il Csm dà segnali di apertura. E il Pd che fa? Tace, annota Il Mattinale, l'organo ufficiale del gruppo della Camera di Forza Italia, invocando provocatoriamente un risarcimento per il leader di Forza Italia come la nomina a senatore a vita: «Questa storia è clamorosa. C'è di mezzo l'incaprettamento della democrazia italiana. Ripristinare giustizia».

     

    Anche dal consigliere politico di Forza Italia ed europarlamentare Giovanni Toti arriva un appello alla mobilitazione, con la richiesta di indagine sulla caduta del governo del 2011: «Dopo la pronuncia del Tar della Campania di rinviare la legge Severino alla Corte costituzionale e, i parlamentari e i leader politici, compreso Matteo Renzi che chiedendo il voto palese a palazzo Madama disse: “I senatori ci mettano la faccia e votino” potrebbero rimediare all'errore compiuto allora, votando la commissione d'inchiesta richiesta da Forza Italia che vuole far luce sul complotto che nel 2011 ha posto fine all'ultimo governo eletto direttamente dai cittadini della nostra Repubblica». E anche la deputata di Forza Italia Daniela Santanchè, su Twitter, chiama alla mobilitazione: «Come ci muoviamo sulla legge Severino?».

     

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    Per un Luigi De Magistris che riconquista la poltrona di sindaco, ci sono tanti amministratori decaduti o sospesi per la Severino. Ci sono Tar - è accaduto al Pd Fabiano Amati, ormai ex consigliere regionale in Puglia – che al contrario di Napoli hanno detto no, che la legge Severino va bene e va applicata. Ora la presa di posizione del Csm potrebbe fare da apripista a una revisione una volta per tutte di una norma che cozza col principio della presunzione di innocenza che in caso di sentenze non definitive dovrebbe prevalere. La strada, forse, finalmente è aperta. Si, ci voleva proprio il caso De Magistris.

     

     

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