Leonardo Martinelli e Francesco Spini per “la Stampa”
LEONARDO DEL VECCHIO
Lo scontro di potere in EssilorLuxottica è ormai conclamato, scuote la Borsa e accende i riflettori sul futuro del colosso degli occhiali, nato sull' asse italo-francese. Alle cannonate lanciate dal presidente esecutivo Leonardo Del Vecchio, che ha denunciato il tradimento degli accordi da parte dei transalpini che si comportano «come se Essilor avesse comprato Luxottica», risponde con altrettanta durezza il vicepresidente, ex numero uno di Essilor, Hubert Sagnières. Parla di «accuse false», il manager francese. Sostiene che «questo approccio, contrario all' interesse sociale, è nocivo per il gruppo e per tutti i suoi azionisti». Lo scontro si traduce in preoccupazione di analisti e investitori.
FRANCESCO MILLERI
In Borsa, a Parigi, il titolo chiude in calo del 6,55%, mandando in fumo circa 3 miliardi di capitalizzazione.
Le accuse francesi si concentrano sul ruolo che Mr Luxottica vorrebbe dare al suo pupillo: «Il 5 novembre, anticipando la prima assemblea post fusione, Leonardo Del Vecchio ha annunciato la volontà di trasferire le sue deleghe da ad di EssilorLuxottica a Francesco Milleri. Fin da allora ha lasciato intendere che avrebbe voluto cambiare il bilanciamento dei poteri stabilito negli accordi di fusione», dice Sagnières.
LEONARDO DEL VECCHIO CON LA MOGLIE
A Parigi, dietro le quinte, dicono peste e corna di Milleri. Raccontano sia un «bastian contrario» su tutte le proposte di sinergie, criticano il fatto che, attraverso la sua società di software, sia anche un fornitore di Luxottica. Sindacano perfino sui suoi legami sentimentali con una dirigente di rilievo. Ma lo stesso Sagnières teme soprattutto l' affondo di Mr Luxottica. «Nonostante le smentite - scrive -, un certo numero di sue mosse riflette di fatto un tentativo di prendere il controllo del nuovo gruppo, senza riconoscere alcun premio agli azionisti».
hubert sagnieres
A leggere tali frasi si direbbe che l' azienda sia alla paralisi.
Eppure, paradossalmente, a quanto riporta una fonte vicina a Essilor, come ogni quindici giorni ieri si è riunito il comitato per l' integrazione delle due aziende, dove si è discusso delle sinergie. Vi hanno partecipato tanto Sagnières, collegato dall' Asia, quanto Del Vecchio, da Milano. Entrambi sono intervenuti nel dibattito, senza alcun accenno ai loro contrasti.
Solito business, come nulla fosse. La battaglia, del resto, è su chi comanda. Del Vecchio contesta le nomine di 4 manager decise dai francesi senza consultarsi. Questi ultimi temono che Del Vecchio voglia portare le sue abitudini «padronali» schierando il suo 32% (il cui diritto di voto è però limitato dai patti al 31%) contro il 4% detenuto dai dipendenti di Essilor, nata come cooperativa operaia e lodata anche dal presidente francese Macron come modello per l' azionariato diffuso tra i suoi lavoratori.
Hubert Sagnières
Su tutto aleggia l' avvertimento della Delfin di Del Vecchio che, assistita dal superavvocato Sergio Erede, si riserva di intraprendere «tutte le azioni che riterrà necessarie» a sua tutela. La disputa si dovrà decidere in cda. I francesi temono che lo scontro possa tracimare in assemblea, ma Del Vecchio assicura che non sarà lui a rompere i patti, chiedendone invece il rispetto.