Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Chissà che alla fine Donald Trump non se la prenda più con Berlino e la Merkel di quanto non stia già facendo con Conte Mattarella e l'Italia.
sergio mattarella xi jinping
Certo è che e’ estremamente irritante per l'Amministrazione americana lo spettacolo del presidente cinese Xi Jinping, in Italia con la sua numerosa delegazione per la firma del Memorandum of Understanding.
È inutile tergiversare. La Nuova Via della Seta per gli americani è quella descritta da Xi nell’articolo per Il Corriere della Sera, e negli ambienti del Dipartimento di Stato e del consigliere per la Sicurezza Nazionale a nulla sono serviti o a poco sono serviti gli sforzi di alcuni esponenti del nostro governo di minimizzare o addirittura negare la portata geopolitica degli accordi e persino la definizione commerciale.
Particolare fastidio ha suscitato l'appoggio del presidente Mattarella e le sue dichiarazioni sul valore culturale del rapporto con la Cina.
CONTE TRUMP
Il problema è di fondo esattamente come la scelta. A Roma, capitale importante nel cuore dell'Europa, dove c'è un governo che Trump considerava amico e molto più vicino dei precedenti, viene legittimato il regime comunista e le sue pratiche commerciali scorrette proprio nel momento in cui gli Stati Uniti esercitano la massima pressione possibile per cambiare le regole del commercio e della proprietà intellettuale.
Non viene attribuita importanza alle smentite sul 5G, visto che nessuno ha pensato di smentire la famosa lettera-articolo del Corriere della Sera del presidente cinese nella parte che riguarda esplicitamente le telecomunicazioni.
Quello cinese è controspionaggio contrabbandato per affari, dicono a Washington, e ricordano le truppe e gli armamenti strategici americani presenti sul nostro territorio.
Quella italiana invece è l'illusione di entrare in un giro grande, in nome di questa illusione ci staremmo prestando a far passare gli Stati Uniti come protezionisti facendo il gioco cinese e a fare da terminal alla nuova Via della Seta.
sergio mattarella xi jinping
Insomma, ci saremmo convinti, Italian style, che tra due potenze ce n'è una in declino, ovvero l'America di Trump, e una in rapida ascesa e destinata a vincere, ovvero la Cina comunista. Può essere mai, si domandano gli amici e alleati americani? Proprio ora che il metodo Trump ha risollevato le sorti dell'economia americana?
Che risposta o reazione o ritorsione ci dobbiamo aspettare? Abbiamo pur sempre il terzo debito pubblico del mondo e tra poco scadono aste di Bot per le quali New York e Parigi sono piazze fondamentali.
Nel risentirsi con l'attuale governo e nell'attendere qualche chiarimento in più dalla componente della Lega che e’ quella nella quale Trump nutre maggiore fiducia per il futuro prossimo, al Dipartimento di Stato riconoscono che si tratta di un progetto che viene da lontano, che è passato per i governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, che il precedente presidente, Barack Obama, invece di affrontare i commerci scorretti della Cina con l'Europa e segnatamente con la Germania e la Francia, ha scatenato contro l'Africa con gli sbarchi dei clandestini.
giuseppe conte donald trump 8
Ma si sottolinea anche il ruolo ritenuto negativo del Vaticano che lavora da anni un accordo con Pechino e che avrebbe fatto leva sul Presidente della Repubblica Mattarella e sul super cattolico Giuseppe Conte, che viene dal pensatoio di Villa Nazareth ed è un pupillo del Cardinale Silvestrini. Insomma, il Vaticano, pur di stringere un accordo con la Cina, superando anzi ignorando le continue violazioni dei diritti umani, è pronto a svendere l'Italia, comunque a portarla in dote a Pechino. Con tanti saluti all'atlantismo.
E l’Unione Europea? il presidente cinese va a incontrare Macron con Juncker e la Merkel, in realtà il presidente francese ha organizzato l'incontro per far vedere che anche lui occupa la scena dopo l'italia. La Commissione Europea definisce, senza ascoltare le proteste di Mogherini, un rivale sistemico la Cina, e sia pure con ritardo sta preparando forme di difesa che garantiscano la reciprocità.
Ma la verità, spiegano ancora a Washington, è che ognuno va per conto proprio, altro che Unione. Vediamo se domani sera si riesce a capire che cosa porta davvero a casa XI.
merkel xi jinping