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    NARCOS DO BRAZIL - LA MACELLERIA NELLE CARCERI BRASILIANE E’ SOLO LA CONTINUAZIONE DELLA FAIDA TRA DUE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI CHE SI CONTENDONO I TRAFFICI DI DROGA - DA UN LATO C’E’ IL “PRIMEIRO COMANDO DA CAPITAL” E DALL’ALTRO IL “COMMANDO VERMELHO” (VIDEO)


     
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    1 - NARCOTRAFFICO IN GUERRA: I MASSACRI NELLE PRIGIONI BRASILIANE

     

    2 - BRASILE SCOPPIA LA GUERRA DEI NARCOS

    Giulia Bonaudi per www.ilgiornale.it

     

    PRIMEIRO COMANDO DA CAPITAL PRIMEIRO COMANDO DA CAPITAL

    Il mix tra sovraffollamento e bande criminali ha creato una situazione esplosiva in due prigioni al nord del Brasile: almeno 25 detenuti sono rimasti uccisi in uno scontro tra due fazioni rivali, tra questi sette dei detenuti uccisi sono stati decapitati e altri bruciati vivi.

     

    Lo scontro è avvenuto nelle carceri di Boa Vista, capitale dello stato del Roraima, e Porto Velho, situata nello stato di Rondônia, durante le consuete visite dei familiari della domenica. Alcuni carcerati, armati di coltelli e bastoni, sono riusciti ad entrare in un’altra ala del penitenziario, dove sono rinchiusi esponenti di un gruppo criminale rivale, e hanno iniziato il massacro: dieci detenuti sono stati brutalmente uccisi. Ma di fronte alla furia cieca dei galeotti non sono scampati neanche i familiari: tra questi almeno un centinaio di persone sono state tenute in ostaggio fino all’intervento di una task force della polizia.

     

    PRIMEIRO COMANDO DA CAPITAL PRIMEIRO COMANDO DA CAPITAL

    Dettagli raccapriccianti sono poi emersi dagli scontri nei penitenziari. Un video in particolare ha scosso l’opinione pubblica brasiliana: in esso, infatti, vengono ritratti alcuni detenuti mentre decapitano un loro malcapitato compagno di cella. E, come se non bastasse, subito dopo uno degli aguzzini tira un calcio alla testa mozzata, dando così inizio ad una macabra partita di calcio.

     

    UNA GUERRA GEOPOLITICA

    COMANDO VERMELHO COMANDO VERMELHO

    La causa di questi sanguinosi eventi però è da ricercarsi al di fuori delle sbarre, in quella che è stata definita dal PM brasiliano Sergio Marcio Christino una “guerra geopolitica” del narcotraffico. La guerra in questione vede schierati da un lato il PCC (Primeiro Comando da Capital, traducibile in italiano con Primo Commando della Capitale), e dall’altro il CV (Commando Vermelho, in italiano Commando Rosso). Si tratta delle due organizzazioni criminali più grandi del Paese, un tempo alleate nella spartizione del narcotraffico e adesso in guerra aperta.

     

    Il casus belli sarebbe stata la morte di Jorge Rafaat Toumani, potente narcotrafficante di Pedro Juan Caballero, al confine tra Brasile e Paraguay. L’uomo, soprannominato “il re della frontiera” controllava il traffico al confine con il Paraguay e faceva da rifornitore di marijuana alle due bande. Vittima di un’imboscata, avvenuta a giugno, il boss è stato freddato a colpi di mitragliatrice calibro .50, scoperchiando così il “vaso di pandora” del narcotraffico.

    COMANDO VERMELHO COMANDO VERMELHO

     

    “Il PCC ha preso le redini del traffico di droga in quella regione. Il CV, allora suo alleato, ha pensato di avere diritto ad una parte di quel bottino, ma è successo il contrario. Quando hanno capito come stavano le cose, il PCC aveva già imposto il suo dominio su tutto”, spiega il PM brasiliano Marcio Christino.

     

    LEGAMI CON I DETENUTI POLITICI

    Il Comando Vermelho è la principale organizzazione criminale di Rio de Janeiro. Fondata nel 1969 nella prigione di Cândido Mendes, nell’isola Ilha Grande (Rio de Janeiro). Il Comando Vermelho è nato come connessione di prigionieri comuni e militanti della Falange Vermelha (falange rossa), il gruppo della sinistra militante che ha combattuto la dittatura militare. Durante l’intero periodo degli anni ’90 l’organizzazione criminale è stata la più forte di tutta Rio de Janeiro, ma oggi i principali capi sono stati arrestati o sono morti, perdendo potere.

     

    COMANDO VERMELHO COMANDO VERMELHO

    Se il Cv è il più longevo dei due, il PCC rimane il più potente. Era il 31 agosto 1993 quando, dopo una partitella a pallone, durante l’ora d’aria, otto detenuti del carcere paulista di Taubaté decisero di fondare il Primeriro Comando da Capital. Nato per “combattere le oppressioni all’interno del sistema penitenziario” e per vendicare i 111 detenuti del carcere di Carandiru uccisi dalla polizia il 2 ottobre del 1992, il Pcc ha raggiunto ormai dimensioni vastissime, divenendo oggi una delle maggiori organizzazioni criminali brasiliane.

     

    Il Pcc conta con un esercito di 11.400 membri, dei quali 8.807 detenuti nelle carceri del Paese. Nel rapporto ministeriale, riportato dal quotidiano locale O Globo, si legge che ogni anno per le mani di PCC passano circa 72 milioni di reais (32 milioni di dollari), frutto delle vendite della droga. Ben 135 dei 152 carceri dello stato di San Paolo sono controllati da PCC, che trasmette gli ordini ai suoi affiliati in libertà, i quali devono inviare 400 dollari al mese all’organizzazione. Se un membro PCC è in carcere, il denaro è destinato alla sua famiglia e alle spese per l’assistenza legale.

     

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    LO SPETTRO DELLA GUERRA CIVILE

    Ora a preoccupare le autorità brasiliane è il rischio che questa faida si riversi nelle strade del Paese, creando così le precondizioni per una guerra civile. “La possibilità che questa lotta interna al mondo della malavita si trasformi in una guerra civile non è da sottovalutare”, spiega Lincoln Gakiya, PM di São Paulo.

     

    E questa non sarebbe la prima volta che i conflitti interni alle bande criminali colpiscono la popolazione civile. Nella primavera del 2006, infatti, il PCC ha letteralmente bloccato la città di San Paolo, quando i suoi membri hanno attaccato simultaneamente le banche, gli autobus, edifici pubblici, e le prigioni per 4 lunghissimi giorni. Il bilancio di questo caos anarco-criminale sono stati 150 morti.

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