Marco Cremonesi per il "Corriere della Sera" - Estratti
riccardo molinari
La Camera deve votare un ordine del giorno di Sara Ferrari (Pd), chiede che le nuove disposizioni sui consultori «non minino in alcun modo la piena attuazione della legge 194 e non restringano il diritto delle donne» all’interruzione di gravidanza. La maggioranza boccia il provvedimento. Ma il caso detona: ben 15 dei 37 leghisti presenti si astengono, a partire dal capogruppo Riccardo Molinari. Astenuto anche Paolo Emilio Russo di Forza Italia.
All’indomani della polemica tra Giorgia Meloni e la ministra spagnola Ana Redondo proprio sull’aborto, da Bruxelles interviene la premier: «Sull’aborto c’è un’altra fake news. L’emendamento al dl Pnrr ricalca il testo della legge 194, la legge 194 lo prevede». E dunque «credo che chi vuole modificare la 194 stia a sinistra». In breve: «Io non la voglio modificare. Se la vogliono cambiare ce lo dicano e si assumano la responsabilità». Ma a tenere banco è il voto leghista.
salvini meloni
Interviene Jacopo Coghe, il portavoce di Pro Vita & Famiglia: «Ci stupisce che oggi alla Camera parte della Lega si sia astenuta su un vergognoso ordine del giorno del Pd». Mentre Vito Troiano, il presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), ribadendo «il ruolo centrale della legge 194 che tutela la libertà di scelta delle donne», scrive che il nuovo provvedimento sui consultori «non modifica gli obiettivi della 194, ma ne ribadisce i concetti». Lettera apprezzata dai Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Augusta Montaruli.
Mentre Elly Schlein attacca: «Il Pd difenderà il diritto di scelta delle donne. Tentano l’attacco facendo entrare antiabortisti nei consultori». Da FdI però filtra lo «stupore» per un’astensione «su di un odg che racconta una storia del tutto diversa dall’emendamento sui consultori che anche la Lega ha votato». Ma il capogruppo leghista Molinari si stupisce dello stupore e parla di «libertà di coscienza, come sempre sui temi etici».
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proteste contro la meloni sulla legge 194
GILDA SPORTIELLO
Estratti da open.online
«Quattordici anni fa ho scelto di abortire. Oggi sono madre, ho scelto di essere madre». La deputata del Movimento 5 Stelle Gilda Sportiello ha cominciato così ieri il suo intervento a Montecitorio sulla norma del decreto Pnrr che apre i consultori alle associazioni pro-vita.
«Era importante dirlo ad alta voce, in parlamento, perché nessuna donna nella stessa situazione si debba vergognare», ha aggiunto. Nel giugno scorso le immagini di Sportiello che allattava il suo bambino alla Camera erano finite su tutti i giornali. Ieri, dopo la fine del suo discorso, qualcuno le ha urlato: «E ce lo vieni a raccontare in aula?». Mentre il deputato di FdI Manlio Messina le ha consigliato «un giro di camomilla».
gilda sportiello
Sportiello parla oggi in un’intervista a La Stampa: «Ho pensato a come possa sentirsi in questo momento una donna che si trova davanti alla decisione di chiedere un’interruzione di gravidanza, vuole recarsi in un consultorio, è spaventata e non sa cosa aspettarsi. Cosa può provare davanti a un governo che sembra le sia nemico, mentre viene di fatto messo in discussione il diritto all’aborto? Ho sentito l’esigenza di combattere la narrazione secondo cui chi fa questa scelta si debba vergognare, debba tenerla segreta, come fosse un tabù. Parlarne nell’aula della Camera era importante, necessario.
gilda sportiello
Ed è così, perché mi stanno scrivendo tante donne che si sono sentite rappresentate». La deputata dice che non è vero che la norma serve ad applicare pienamente la legge 194: «Sono giorni che ci sentiamo ripetere questa falsità. Basta la logica: se la legge sull’aborto lo prevedeva già, perché scrivere una nuova norma all’interno di un decreto che peraltro si chiama Pnrr? Evidentemente il testo non riguarda i volontari pro vita a cui vogliono aprire la porta a destra. Come dimostra anche la decisione di votare contro il mio ordine del giorno».
gilda sportiello gilda sportiello allatta in aula alla camera 6
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